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06/06/2025
La BCE ha ridotto i tassi
Come da attese del mercato, la Banca Centrale Europea (BCE) ha abbassato il costo del denaro, tagliando i tassi di riferimento di 0.25% (25 punti base). I tassi di interesse sui depositi presso la Banca Centrale, sulle operazioni di

Come da attese del mercato, la Banca Centrale Europea (BCE) ha abbassato il costo del denaro, tagliando i tassi di riferimento di 0.25% (25 punti
base). I tassi di interesse sui depositi presso la Banca Centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e su quelle marginali sono quindi stati diminuiti rispettivamente al 2%, al 2,15% e al 2,40%, con effetto a partire dal prossimo 11 giugno. Ci sono validi motivi per ritenere che l’attuale ciclo dei tassi della BCE abbia probabilmenteraggiunto il punto più basso, intorno al 2%, a condizione che l’economia europea riesca ad assorbire lo shock derivante dai dazi statunitensi senza subire gravi perturbazioni. Guardando al futuro, tuttavia, l’evoluzione dell’inflazione potrebbe richiedere alla BCE di considerare nuovi aumenti dei tassi, potenzialmente già dalla fine del 2026. Questa previsione è sostenuta da fattori come il prossimo
stimolo fiscale in Germania e i persistenti colli di bottiglia nel mercato del lavoro, che rappresentano rischi al rialzo per  l’inflazione. Vale la pena notare che le aspettative di inflazione dei consumatori hanno già iniziato a risalire, sottolineando la necessità di mantenere alta l’attenzione in materia di politica monetaria. L’euro è più forte di 10 centesimi rispetto al dollaro: rispetto a quanto suggerirebbero i fondamentali. Ma non è qualcosa su cui la BCE possa, e debba, fare qualcosa, considerando che le attuali pressioni inflazionistiche (su alimentari e servizi) sono di origine interna. L’inclinazione accomodante della BCE ci porta ad aspettarci un altro taglio nel 2025, anche se riteniamo che non sia necessario un ulteriore intervento nel breve periodo. Tuttavia, la dipendenza dai dati resta fondamentale: ogni decisione sarà presa in base all’andamento dell’inflazione e della crescita. E’ evidente anche l’occasione per un’accelerazione dell’integrazione europea: la posizione
isolazionista degli Stati Uniti ha reso più probabili una riforma normativa e una maggiore integrazione. In particolare, ‘l’Unione dei mercati dei capitali’ potrebbe diventare uno strumento chiave per rafforzare la competitività dell’UE. Tuttavia, non mancano i rischi. Il rafforzamento dell’euro potrebbe rappresentare un ostacolo per gli esportatori, mentre l’instabilità politica interna resta un’incognita. Nonostante ciò, l’Europa è in una posizione favorevole per riprendere slancio economico. Infine, secondo Goldman Sachs e in linea con le attese, la BCE ha tagliato i tassi visto anche l’incertezza legata al commercio che continua a rappresentare un rischio per la crescita economica dell’area euro e la disinflazione sottostante, sembra destinata a persistere, ci si aspetterebbero altri due tagli dei tassi, che potrebbero portare il tasso sui depositi all’1,5% entro fine anno. Ovviamente gli analisti stanno monitorando attentamente l’evoluzione fiscale e i flussi dei fondi pensione, che
potrebbero creare opportunità interessanti per gli investitori nel reddito fisso.




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