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12/02/2024
Nella “Tradizione” si conserva la fede
Nella visione ecclesiastica è tutto ciò che è stato insegnato da Dio sin dai tempi antichi e trasmessi oralmente, poi canonizzati nella Bibbia dell’Antico Testamento.

Tanto inchiostro è stato versato in questi mesi relativamente al rispetto della “Tradizione cattolica”, specialmente in seguito alle posizioni espresse dal Sommo Pontefice che hanno fatto sorgere discussioni e confronti, anche con toni aspri. Poniamoci la domanda: cosa è la “Tradizione”? La parola “Tradizione” deriva dal verbo latino “Trado” che assume il significato di “Consegnare”, o meglio “Lasciare in eredità”. Cosa si consegna, o si lascia in eredità? Nella visione ecclesiastica è tutto ciò che è stato insegnato da Dio sin dai tempi antichi e trasmessi oralmente, poi canonizzati nella Bibbia dell’Antico Testamento; inoltre, gli insegnamenti di Gesù Cristo e degli Apostoli, comprensivi i Discepoli come Paolo di Tarso, conservati nel Nuovo Testamento e trasmessi successivamente attraverso gli scritti e le testimonianze dei Padri della Chiesa, che hanno avuto l’intelligenza e l’ispirazione di interpretare i Testi Sacri relativamente ai tempi e alle nuove conoscenze che via via si sono affermate nei secoli. La Tradizione è comprensiva dei sacri riti attraverso i quali la Chiesa ha manifestato i suoi insegnamenti. Posto ciò, ci poniamo la domanda: la Tradizione è sempre stata statica come un marmo? Assolutamente no. I primi cristiani osservavano una Tradizione? Assolutamente sì. Già negli Atti degli Apostoli si evidenzia che i primi credenti erano ebrei, quindi seguivano la Tradizione della circoncisione, cara all’Apostolo Pietro e alla Chiesa di Gerusalemme, ma con la nascita della Chiesa di Antiochia e alla predicazione del Discepolo Paolo, si pose il dilemma se anche i pagani avrebbero dovuto essere circoncisi.

Ecco ci troviamo alla prima discussione sulla tradizione e fu molto aspra, al punto che fu messo in discussione anche il primato dell’Apostolo Pietro. Sappiamo come sono andate le cose: affermato il primato petrino e il superamento dell’obbligo della circoncisione, così la “Tradizione” fu confermata nei fondamenti, ma trasformata relativamente alle necessità del concetto di universalità del messaggio evangelico. Anche nei riti la Tradizione si è trasformata: nelle prime comunità tutti potevano partecipare alla celebrazione eucaristica, ma i non battezzati potevano assistere fino alla proclamazione della “Parola”, al momento della “Consacrazione eucaristica” dovevano lasciare il Tempio sacro; successivamente anche questa tradizione è cambiata. Si potrebbe andare avanti con esempi che stanno alle fondamenta della tradizione e della sua trasmissione fino al Concilio Vaticano II che, addirittura, ha rivoluzionato la Chiesa, ha trasformato la Tradizione, ma ha conservato la fede. Conservazione della Tradizione non coincide con “Tradizionalismo”, quella forma di pensiero che tende a immobilizzare la fede in uno staticismo inadeguato ai nuovi tempi; né può trasformarsi in un progressismo che la snatura. Nella “Lettera ai romani” è scritto: “Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto” (Rm 12, 1-2).

Alberto Fico




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