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26/01/2024
I rischi dell'incertezza economica
Mantenere la politica monetaria ‘restrittiva’ a fronte di una diminuzione dei prezzi imprime una frenata eccessiva all’economia.

Le Banche Centrali attualmente rischiano di compiere l’errore speculare di quello perpetrato due anni or sono: reagire in ritardo alla variazione dei prezzi. Allora i prezzi erano al rialzo mentre oggi stanno diminuendo. Nel 2022 la politica monetaria restrittiva venne attuata in ritardo credendo che l’aumento dei prezzi fosse temporaneo mentre oggi si rischia di mantenere elevati i tassi d’interesse più del dovuto. La Banca Centrale italiana, col nuovo Governatore Fabio Panetta, in proposito informa che la diminuzione del tasso di inflazione è più veloce del previsto e che si è estesa anche ai beni industriali non energetici ed ai servizi. Nelle sue stime contempla che l’aumento dei prezzi al consumo si ridurrà all’1,9%nel 2024 (dal 5,9% nel 2023), per poi scendere gradualmente fino all’1,7% nel 2026. Mentre l’inflazione ’core’ diminuirà al 2,2% nell’anno in corso (dal 4,5% nel 2023) e si porterà sotto l’obiettivo del 2% nel biennio successivo. Stando così le cose si rischia che i tagli dei tassi d’interesse arrivino in ritardo rispetto alla congiuntura. La situazione attuale mi ha fatto tornare in mente la critica di Lucas. L’economista americano premio Nobel dell’economia nel 1993 e recentemente scomparso sostiene che in un sistema economico affetto da uno shock o da un cambiamento nella politica economica, il tentativo di prevederne gli effetti potrebbe essere fuorviante se si prendono come fisse le relazioni e i comportamenti di consumatori, famiglie ed autorità di politica economica sulla base di dati passati. Non tenere conto della critica di Lucas significa assumere che la formazione delle aspettative non si modifica a seguito dei cambiamenti economici, siano essi di policy o di riassorbimento dello shock.

Ma l'efficienza nella diffusione delle informazioni acquisita da famiglie ed imprese grazie al progresso tecnologico, ci sta avvicinando sempre di più al modello di Lucas dove le aspettative si allineano istantaneamene. Il vecchio modo di fare politica monetaria in questo scenario è destinato a divenire obsoleto. Questo però implica che mantenere la politica monetaria ‘restrittiva’ a fronte di una diminuzione dei prezzi imprime una frenata eccessiva all’economia. Qualcuno è preoccupato delle attuali tensioni geopolitiche ma anche nello scenario peggiore, è possibile che ci sia un aumento nel livello dei prezzi e una interruzione della disinflazione ma non credo ad una ripresa della crescita del tasso di inflazione. Molti tra i miei informatori privilegiati in proposito affermano che l’inflazione avrà un certo andamento ‘al netto di shock ulteriori sempre possibili’. Non si può mandare l’economia in recessione solo perché ci aspettiamo uno shock in seguito alle recenti tensioni. Ora, la politica monetaria può anticipare uno shock inflazionistico al tempo t+1. Ma ciò potrà avvenire solo se non è già restrittiva al tempo t. Facendo così vi sarebbe solo una riduzione dei margini di manovra della Banca Centrale.

Marco Boleo




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