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18/01/2024
La lezione sempre attuale di don Luigi Sturzo
La rinascita della politica deve passare attraverso una rifondazione etica che ridisegni il quadro dei valori e degli ideali, se non vuole ridursi a mero affarismo.

Pensando a quel lontano 18 gennaio del 1919 non faccio altro che alimentare dentro di me - specie in questo tempo - il desiderio di un partito di vera ispirazione cristiana, che coniughi di nuovo il sistema dello Stato di diritto e della democrazia rappresentativa e partecipativa con l’ispirazione quella vera, quella cioè di sostanza, che animi sia le motivazioni soggettive dell’impegno politico, sia le idee progettuali e programmatiche - ricavate dall’intera dottrina sociale della Chiesa - e sia, al tempo stesso, i comportamenti politici. Qualcuno, per la verità, pensa a qualcosa di unitario, che si ponga coraggiosamente nel cuore della società, e sia composto da persone e gruppi di varia provenienza – anche di provenienza democristiana e popolare - capaci di stare insieme intorno a un programma comune seriamente identitario, mai settario, ma veramente aderente alla concretezza dei problemi attuali. Un patto serio dovrebbe caratterizzare e favorire la coerenza, la solidità interna, l’indipendenza e il senso della responsabilità e della coesione nazionale. Si può essere indipendenti senza essere programmaticamente divisivi nel linguaggio e nelle scelte e cultori del senso di responsabilità senza essere ingenui e carenti di una giusta abilità politica. Chi capisce cosa significa partito di ispirazione cristiana sa che esso è irriducibile al liberalismo e al liberismo, pur essendo decisamente democratico in politica e in economia, così come al socialismo di vario colore pur essendo fortemente sociale. C’è sempre bisogno di vigilare sulla tenuta delle libertà democratiche minacciate da antiche e nuove forme autoritarie, e la liberazione delle immense moltitudini di poveri unitamente alla resistenza di fronte alle forze guerrafondaie sono tuttora un obbligo. Da aggiungere che il programma di un partito di ispirazione cristiana non è la mera ripetizione dei princìpi e degli orientamenti della dottrina sociale della Chiesa: esso è dato dalle risposte ai vari problemi della società illuminate, certo, dalla dottrina, ma razionalmente elaborate e discusse in mezzo alle vicende e alle varie situazioni.

Di un tale partito, secondo me, ci sono le premesse. Non siamo all’anno zero. Guardo fuori dall’attuale scena politica, e vedo che non mancano le persone che pensano e hanno capacità politica, e che sono oneste e cristiane nell’anima. Certo, il vero problema è riconoscerle e favorirne l’incontro e l’unione, e individuare volti autorevoli e credibili. Il vero problema è volere davvero “qualcosa di nuovo” che si apra uno spazio e si offra alla fiducia della gente. Non è poco, ma bisogna cambiare metodo mentale nella cattolicità italiana ed europea aiutando le nostre società a uscire dai condizionamenti del secolarismo e del “pensiero debole”, dalla eccessiva crisi della verità etico-sociale e dalla paralisi che ne deriva. C’è da partecipare senza pretendere posti e privilegi. E senza aspettare che tutti si muovano nella medesima direzione. Non bisogna pretendere di “esserci tutti”. Ma quanti sono convinti che “qualcosa di nuovo” sul piano politico può e deve nascere, non devono aspettare oltre. Certo, ci vorrebbero almeno un po’ più di incoraggiamento dai pastori della Chiesa che, senza sostituirsi ai laici, non si nascondano neppure dietro l’ovvio concetto che la politica, appunto, è cosa dei laici. Credo che sarebbe un grande atto di carità nei confronti dei cristiani di base - cioè dei tanti e tanti fedeli magari meno maturi, ma di fondo onesto e buono - i quali alle varie tornate elettorali non sanno cosa fare perché non vedono un soggetto politico davvero credibile del tutto, se fosse offerta a loro almeno una possibilità in più, con l’avvento di “qualcosa di nuovo A distanza di 65 anni dalla morte di don Luigi Sturzo il cui impegno pastorale, culturale e politico è stato oggetto di varie interpretazioni, emerge la sua figura sacerdotale su cui si sono soffermati gli ultimi Pontefici. Nel 1981 Giovanni Paolo II, m a ad esempio, lo ha indicato come modello ai sacerdoti: «…il quale nella piena fedeltà al suo carisma sacerdotale seppe infondere non solo nei siciliani ma nei cattolici italiani il senso del diritto-dovere della partecipazione alla vita politica e sociale, alla luce dell’insegnamento della Chiesa, siano presenti e ispirino il loro apostolato di evangelizzazione e di promozione umana». Dal canto suo Benedetto XVI, nel cinquantesimo della morte del sacerdote siciliano, auspicò che «…la sua testimonianza di amore, di libertà e di servizio al popolo siano di stimolo e d’incoraggiamento per tutti i cristiani e specialmente per quanti operano in campo sodale e politico, affinché diffondano con la loro coerente testimonianza il Vangelo e la dottrina sodale della Chiesa».

Infine, in occasione del centenario dell’appello famosissimo “A tutti gli uomini liberi e forti”, Papa Francesco in un messaggio del 13 giugno 2119 ha ricordato: «Luigi Sturzo, prima che statista, politico, sociologo e poliedrico letterato, era un sacerdote obbediente alla Chiesa, un uomo di Dio che ha lottato strenuamente per difendere e incarnare gli insegnamenti evangelici, nella sua terra di Sicilia, nei lunghi anni di esilio in Inghilterra e negli Stati Uniti e negli ultimi anni della sua vita a Roma». La rinascita della politica deve passare attraverso una rifondazione etica della politica che ridisegni il quadro dei valori e degli ideali, se non vuole ridursi a mero affarismo. La questione morale, che si pone in modo urgente per gli uomini politici e per le istituzioni, passa necessariamente attraverso un rinnovamento della coscienza civile dei cittadini, che devono prendere coscienza delle responsabilità politiche. La questione morale presuppone per i cristiani il rapporto fra morale e vita teologale vissuta nella fede, speranza e carità e riguarda tutti i paesi. Il nucleo essenziale del suo contributo mantiene, oggi più che mai, la sua validità e proponibilità verso una promozione sempre più integrale dell’uomo entro un quadro di riferimento etico, che Sturzo chiama «civiltà» e a cui piace associare l’attributo «cristiana». Don Luigi Sturzo oggi non ci offre delle ricette pronte all’uso, ma rimanda ad un impegno creativo e responsabile dei cristiani per leggere i “segni dei tempi” alla luce del Vangelo, per realizzare una prassi politica animata dalla fede, illuminata dalla speranza, testimoniata con l’amore cristiano, in spirito di servizio e di dialogo con le donne e gli uomini del nostro tempo, per realizzare il bene comune che è il bene di tutti e di ciascuno. “Don Luigi Sturzo, precorrendo il concilio Vaticano II, afferma l’importanza della libertà religiosa come diritto fondamentale di ogni persona e garanzia della civiltà di uno Stato.

Gilberto Minghetti




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