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13/12/2023
Le prossime sfide della Banca Centrale
L’aumento dei tassi di interesse è uno degli strumenti più popolari per praticare una stretta monetaria.

Alcuni lettori hanno chiesto chiarimenti sulle manovre di politica economica che vengono messe in atto dallo Stato per stabilizzare il sistema economico. Ci occuperemo per brevità solo di nazioni che hanno una sovranità economica piena ovvero che possono liberamente utilizzare la politica monetaria e quella fiscale in base agli obiettivi economici prefissati. Cosa che ad esempio non avviene in quelli dell’Eurozona considerato che la politica monetaria è unica per tutti gli Stati e che quella fiscale è soggetta a vincoli (regole fiscali fisse). Non dimenticando che questa sovranità è anch’essa limitata. Dipendendo dalla grandezza Stato, dalla sua struttura economica e da alcune sue peculiarità (ad esempio esportatore o importatore di materie prime). La domanda interna aggregata di uno Stato, costituita dalla somma dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese, può essere gestita con la politica fiscale e quella monetaria. Ad esempio, l’aumento della spesa pubblica, la riduzione delle imposte personali sul reddito e quella dei tassi di interesse avranno tutte un effetto positivo sulla domanda aggregata. Naturalmente, l’efficacia di queste politiche dipende nel complesso da diversi fattori. In altre parole, una delle grandi discussioni in economia è se l’aumento della spesa pubblica aumenterà la domanda aggregata appena oltre l’aumento in termini quantitativi della spesa pubblica. Il dibattito in questo caso è se l’effetto del famigerato moltiplicatore della spesa è grande, piccolo o addirittura negativo. Tuttavia, non si discute quasi mai sul fatto che se si aumentano le spese, una parte di ciò va ad aumentare la domanda, e se si riducono i tassi di interesse, avviene la stessa cosa. La questione è che una politica che aumenta la domanda sposterà l’economia con un aumento del Pil e dei prezzi – indipendentemente da dove si trova l’economia. Se vengono praticate le azioni opposte, l’economia sperimenterà una riduzione del Pil e dei prezzi.

Pertanto se l’economia si trova in una fase di surriscaldamento e di deficit pubblico, la Banca Centrale potrà aumentare i tassi di interesse per ridurre la domanda aggregata e raffreddare l’economia. Insomma, qualsiasi politica che crei una stretta nell’economia realizzerà il movimento desiderato. Quali sono tutte le possibili politiche che una Banca Centrale può adottare per attuare una stretta monetaria? L’aumento dei tassi di interesse è uno degli strumenti più popolari per praticare una stretta. Questo è facile da capire quindi non mi dilungherò ulteriormente. L’aumento dei requisiti della riserva obbligatoria è un altro strumento: quando alle banche commerciali viene chiesto di detenere una percentuale maggiore di contanti per lo stesso ammontare di depositi, il credito viene ridotto, e si porterà dietro quella dei prestiti e degli investimenti con una conseguente diminuzione della domanda aggregata. Tra marzo 2010 e l'estate 2011 ad esempio la Cina ha aumentato le riserve bancarie in 5 occasioni! Anche le azioni disponibili per la politica fiscale sono varie. Le due che ricevono maggiore attenzione sono le variazioni della tassazione (tagli o aumenti della tassazione) e e quelle della spesa pubblica. La politica fiscale ha la capacità, attraverso la regolamentazione, di influenzare la domanda aggregata. Un cambiamento nelle leggi del diritto tributario (tax code), in effetti, potrebbe avere un grande impatto sulle spese e sugli investimenti, rispettivamente, di famiglie e imprese. La politica fiscale e quella monetaria muovono l’economia verso l’espansione o la contrazione. Un altro canale attraverso il quale si esplica questo effetto è quello estero. Nel caso si abbia una svalutazione del tasso di cambio (politica monetaria espansiva con riduzione dei tassi d’interesse) l’economia diventa più competitiva migliora la bilancia dei pagamenti e l’economia si muove verso un’espansione. Un effetto simile si ha quando i salari nominali vengono ridotti: la competitività aumenta e l’economia si espande. Pertanto anche la politica salariale e quella del tasso di cambio muovono l’economia su e giù. Chiudiamo dicendo che l’obiettivo modesto di questo scritto è stato solo quello di creare una certa familiarità con alcuni processi economici.

Massimo Ricciardi




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