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06/12/2023
Bce, politica monetaria incerta
Gli studi rilevano che il dissenso ha un impatto negativo sui mercati azionari negli Stati Uniti e nell’Eurozona.

A distanza di un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19, si è verificata una ripresa globale dell’inflazione. Come è noto questo fenomeno è divenuto più pronunciato nei mesi successivi al conflitto russo-ucraino. La causa sono gli shock dal lato dell’offerta, che non solo aumentano l’inflazione ma hanno anche un impatto negativo sulla produzione (sul Pil) e questo ha suscitato preoccupazioni su una possibile recessione. Questa incertezza ha generato anche un disaccordo tra gli addetti ai lavori sulla conduzione della politica monetaria. Alcuni sostengono la fissazione di tassi di interesse elevati per domare l’inflazione, mentre altri sono più preoccupati che questo rialzo dei tassi potrebbe aumentare i rischi di recessione. Nella situazione attuale la previsione dell’andamento dei tassi di interesse è divenuta ancora più ardua. Alcune analisi recenti mostrano che la distinzione tra shock da offerta (che muovono produzione e inflazione in direzioni opposte) e shock da domanda (che muovono produzione e inflazione nella stessa direzione) è fondamentale. Nello specifico aiuta a comprendere il disaccordo che serpeggia all’interno dei Comitati (Direttivo nella BCE) delle Banche Centrali (BC). Le decisioni dei Comitati delle BC sono una caratteristica sempre più importante nell’implementazione della politica monetaria. I Comitati forniscono una varietà di opinioni sulla migliore strategia. Questa diversità può essere causata sia dalle diverse preferenze dei membri che dalle loro valutazioni sulle prospettive economiche. Analisi recenti mostrano che il disaccordo nei Comitati di politica monetaria ha implicazioni per l’economia. Gli studi rilevano, infatti, che il dissenso ha un impatto negativo sui mercati azionari negli Stati Uniti e nell’Eurozona. Inoltre, l’eterogeneità delle preferenze dei Comitati è un predittore delle future decisioni di politica monetaria e modifica gli effetti della politica fiscale. Cerchiamo di capire perché vi è disaccordo sulla conduzione della politica monetaria.

Gli shock dal lato dell’offerta possono portare a compromessi tra il tenere l’inflazione sotto controllo e l’evitare una recessione. Le differenze rispetto al tasso di interesse preferito dai componenti i Comitati aumentano molto di più con shock da offerta che con quelli da domanda. Pertanto, se i membri dei Comitati hanno preferenze eterogenee rispetto al doppio mandato della Banca Centrale (bassa inflazione e piena occupazione), gli shock da domanda dovrebbero essere associati ad un minor disaccordo, mentre quelli da offerta portano ad uno maggiore. In che modo gli shock strutturali determinano il disaccordo sulla politica monetaria e l’incertezza nelle aspettative del mercato: il caso degli Stati Uniti. Gli shock da offerta hanno generato disaccordo nei Comitati della Federal Reserve. Ad esempio, gli anni ’970 e i primi anni ’980 videro frequenti voti di dissenso, che coincisero con diversi eventi legati all’offerta, come gli shock petroliferi. Gli anni ’990 e i primi anni 2000 sono stati decenni caratterizzati da shock della domanda più ampi. Ciò spiega il dissenso meno frequente durante gli anni di Alan Greenspan alla Federal Reserve. Gli shock da offerta aumentano tutti i tipi di disaccordo, sia coi membri che preferiscono politiche più restrittive contro l’inflazione (i “falchi”), sia con quelli che vogliono politiche più accomodanti (le “colombe”), sia per altre ragioni. Gli shock da domanda, invece, sono associati ad un minor disaccordo. I risultati mostrano che gli shock da offerta possono essere una causa significativa di disaccordo nella conduzione della politica monetaria quando le BC hanno un doppio mandato come la Fed (controllo dell’inflazione e della disoccupazione). Questi risultati sono particolarmente rilevanti nella stagione attuale, mentre l’economia globale si sta riprendendo dalla pandemia da Covid-19 e dall’impatto del conflitto russo-ucraino. Questi eventi hanno interrotto le catene di approvvigionamento globali, e frammentato i mercati del lavoro e quelli delle materie prime. Di fronte a questi shock, i Comitati delle BC potrebbero trovare particolarmente difficile la formazione del consenso, e questo a sua volta potrebbe influenzare la capacità dei policymaker di orientare le aspettative di famiglie ed imprese (settore privato).

Marco Boleo




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