PRIMO PIANO
15/11/2023
Usa ed Eurozona, l'economia cambia scenario
Nell'ultimo trimestre del 2023, il Pil dell'Eurozona continuerà a mostrarsi debole.

Due destini in parte diversi, almeno a stretto giro di posta, attendono l’economia degli Stati Uniti e quella dell’Eurozona. A testimoniarlo sono i recenti andamenti testimoniati dai dati. Nell'ultimo trimestre del 2023, infatti, il Pil dell'Eurozona ‘continuerà a mostrarsi debole’, e ‘debole resterà l'andamento dell'economia’. Tuttavia, con l'ulteriore diminuzione dell'inflazione, e col conseguente aumento dei redditi reali delle famiglie e del traino della domanda per le esportazioni, favorita dall’euro debole, ‘l'attività economica dovrebbe rafforzarsi nei prossimi anni’. Questo è scritto nel recente Bollettino Economico della BCE. Sul fronte dei prezzi, invece, a settembre l’inflazione è scesa al 4,3%: livello inferiore di quasi un 1% rispetto al dato di agosto. Molto presto poi è probabile che diminuisca ulteriormente, considerato che i bruschi rincari dei beni energetici e di quelli alimentari registrati nello stesso periodo del 2022 non saranno più ricompresi nel calcolo e questo come si accennava sopra costituirà uno stimolo per l’Economia dell’Eurozona. Nel frattempo, invece, i dati sull’inflazione negli Stati Uniti rappresentano una piacevole sorpresa. L'inflazione ‘di fondo’, infatti, è stata pari a zero in ottobre ed aspetto più importante, a livello annuale è stata del 2,8%. Un valore inferiore al previsto. Ora c’è da interrogarsi sul come siano stati ottenuti questi risultati al di là dell’Atlantico. 

In altre parole se attraverso: i) un ancoraggio delle aspettative ottenuto con la strategia disinflazionistica del Governatore della Fed Jerome Powell; o ii) una riduzione dell’attività economica e conseguente aumento della disoccupazione. Guardando i dati c’è da escludere l’opzione ii) visto che il tasso di disoccupazione è aumentato solo dello 0.1%. Leggendo tra le righe degli avvenimenti il successo della disinflazione è stato ottenuto sia per merito della politica monetaria della Federal Reserve che di un aggiustamento positivo delle condizioni economiche esterne ovvero di una normalizzazione post-pandemia da Covid-19. Il merito della Fed è stato quello di aver saputo pilotare un atterraggio morbido mantenendo la barra a dritta, ovvero stringendo bruscamente la politica monetaria all’inizio quando le aspettative d'inflazione sembrava che potessero disancorarsi (contrariamente alla BCE che ha tentennato nell’operazione di rialzo) ricevendo dalla congiuntura Internazionale il riassorbimento degli ingenti shock dal lato dell'offerta dopo la pandemia da Covid-19. Pochi analisti lo scorso anno scommettevano su questo scenario che prevedeva una disinflazione di questa portata ottenuta senza generare una recessione. Potremmo dire una strategia da manuale di macroeconomia ben congegnata sia nell’intensità che nella tempistica.

Massimo Ricciardi

 

 




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet