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11/08/2023
Le idee scarafaggio sull’operato delle Banche Centrali
L'inflazione sta scendendo, ma risulta ancora eccessiva e potrebbe risalire.

Quando si diventa professori anche di prestigiose Università capita a volte di scordarsi quanto appreso da studenti sui manuali. In questo caso di economia monetaria. Circolano, infatti, una serie di affermazioni di docenti universitari senza un supporto teorico solido. Eccovene alcune tra le tante: 1) le banche centrali continuano nella restrizione monetaria nonostante il tasso d’inflazione stia scendendo, dando per scontato che questo stia avvenendo per inerzia: indipendentemente dalla manovra del rialzo dei tassi; 2) le aspettative sono ancorate, di conseguenza non c’è da temere l’innesco di una spirale prezzi-salari: omettendo che le aspettative sono endogene e che quindi non si sono disancorate perché è in atto la manovra; 3) non è vero che i salari non stanno crescendo: lo stanno facendo ad un tasso minore rispetto a quello dell’inflazione perché è fisiologico che sia così. Considerato che i salari sono più rigidi rispetto ai prezzi: questo peraltro sta a significare che la stretta monetaria serve a riequilibrare verso i salari; 4) quando uno shock d’offerta si esaurisce non è assolutamente detto che l’inflazione torni al punto iniziale con un salto all’indietro: pertanto sia la componente che ‘guarda avanti’ che quella ‘guarda indietro’ in effetti la spingono in alto in assenza di un’azione restrittiva della politica monetaria; 5) il tasso di cambio in presenza di uno shock dal lato dell’offerta non raffredda i prezzi attraverso un deterioramento del saldo della bilancia commerciale ma tende a migliorare la ragione di scambio peggiorata dall’aumento dei prezzi dei beni importati che quindi rispondono all’azione della banca centrale sul tasso di cambio; 6) la politica fiscale deve essere utilizzata per contrastare la recessione indotta dalla stretta monetaria. Non c’è idea più sbagliata: se la politica fiscale non assume lo stesso segno di quella monetaria, l’inflazione non si riesce a contrastarla. Ne viene fuori uno ‘stop and go’. In altre parole se la politica fiscale non viene normalizzata in un momento, peraltro, di pieno impiego in tutta l’Eurozona, l’imposta da inflazione, nel medio periodo, è l’unica variabile che garantisce che il vincolo di bilancio intertemporale dei Governi sia soddisfatto. Altra idea scarafaggio (azzeccata definizione del Nobel Paul Krugman per le idee strampalate) a cui stare attenti, è quella di innalzare l'obiettivo di inflazione. Vale a dire, non potendo centrare l'obiettivo, si sposta in avanti il bersaglio.

Il 2% dell’’inflation targeting’ non ha alcuna base scientifica, questo è noto, ma la ragione per non cambiarlo non è legata al rischio che i banchieri centrali possano perdere la faccia. La ragione vera è che spostarlo poco non servirebbe a nulla mentre spostarlo molto potrebbe essere fatale. La conclusione che possiamo trarre è che la Banca Centrale Europea, dopo l’incertezza iniziale, prossima al picco del rialzo dei tassi d’interesse, non può fermarsi alla prossima riunione, senza un motivo valido. Deve continuare nel suo rialzo per portare i tassi di interesse a breve termine in territorio positivo al netto dell'inflazione attesa. È vero che serve cautela man mano che si procede ma questo non significa affatto arrestare il rialzo. Le prospettive di sconfiggere questa inflazione con costi di perdita di Pil sopportabili, essendo ancorate le aspettative, sono ancora buone. Nel dibattito sull’operato della BCE, si è inserito di recente un suo insider: il futuro Governatore della Banca d’Italia. Fabio Panetta, lo ha fatto con un intervento al Centro Paolo Baffi della Bocconi. Avanzando una proposta per cercare di evitare ulteriori eccessivi rialzi dei tassi di interesse. Nello specifico ha suggerito di barattare il mantenimento di tassi d’interesse elevati per un periodo più lungo come un’alternativa possibile ad aumenti ulteriori del loro livello, che potrebbe rivelarsi eccessivo. Qualcuno ha letto tra le righe del suo intervento un rafforzamento delle aspettative di una possibile pausa, al rientro delle ferie, della lunga serie dei rialzi a Francoforte sul Meno. La persistenza della politica monetaria, da affiancare alla sua intensità. L'inflazione come ricordato in precedenza sta scendendo, ma risulta ancora eccessiva, e potrebbe risalire. Le Banche Centrali devono decidere se continuare nella stretta, proseguendo col rialzo dei tassi, o se fermarsi e attendere la diminuzione definitiva dell'inflazione per inerzia. La scelta è difficile. Ma a nostro avviso il rialzo dovrebbe continuare fino al raggiungimento di un tasso d’interesse reale positivo. E solo a quel punto si potrebbe prendere in considerazione la proposta Panetta.

Marco Boleo




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