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24/07/2023
A Camaldoli per rispondere alle sfide di oggi
Il Presidente della Cei, oltre all’appello per cercare “in tutti i modi le vie di pace”, ha evidenziato la necessità di una politica non “epidermica e ignorante”.

Nel luglio del 1943 coloro che si riunirono in un eremo in provincia di Arezzo per redigere un testo che venne pubblicato due anni più tardi con il titolo “Per la comunità cristiana – Principi dell’ordinamento sociale” (Editrice studium Roma), non ritennero di svolgere una settimana di studio, ma di contribuire ulteriormente ad un lavoro preparatorio che era iniziato nei mesi precedenti. Il regime fascista era al tramonto e le intelligenze più attente pensavano a come ricostruire lo Stato democratico e la società italiana, dopo la guerra ormai perduta. Per comprendere appieno il senso di questo documento realizzato, come dice il titolo della pubblicazione, “a cura di un gruppo di studiosi amici di Camaldoli”, occorre riandare agli incontri che si erano svolti, soprattutto a casa di Sergio Paronetto, a via Reno a Roma. Giulio Andreotti nel suo “De Gasperi visto da vicino” del 1986 così ricorda: ”Qualche settimana dopo la riunione a casa Spataro, ricevetti, tramite Guido Gonella , un invito a casa del dottor Sergio Paronetto, funzionario dell’Iri che avevo in precedenza conosciuto in riunioni miste di fucini e laureati cattolici”. “Di Sergio Paronetto – precisa Andreotti – ospitante e coordinatore, vidi subito il grande rispetto che ne aveva De Gasperi, con una fiducia nelle sue previsioni ed analisi che raramente gli avrei constatato in seguito verso altri consiglieri economici … Qui, auspici Montini e De Gasperi, ebbe inizio il lavoro di aggiornamento e ‘nazionalizzazione’ del ricordato documento di Malines, che si concluse con il codice di Camaldoli”. Quegli incontri proseguirono anche dopo la fine del regime. Così ne testimonia Giuseppe Spataro: “Nonostante le sue non buone condizione di salute e il rischio che certe visite comportavano, egli ci riceveva periodicamente nella sua casa durante il periodo dell’occupazione tedesca e ci illustrava, colla competenza e il senso di responsabilità che lo distinguevano, la situazione industriale ed economica del Paese”. Ed anche Spataro conferma: ”De Gasperi fu tra gli ascoltatori più attenti e più assidui”.

In sostanza, il codice di Camaldoli fu il risultato di una ispirazione e di impegno di esponenti politici già del Partito popolare e della incipiente Democrazia Cristiana, di esperti e funzionari dell’Iri, di uomini impegnati nelle organizzazioni cattoliche: dal Movimento dei Laureati Cattolici, alla FUCI, da sacerdoti attenti al sociale, compreso Gianbattista Montini e molti personaggi di eccezionale levatura intellettuale, alcuni dei quali unirono il loro lavoro universitario a quello politico, divenendo successivamente parlamentari e ministri. Oltre ai già citati, ne ricordiamo altri: Giuseppe Capograssi, Aldo Moro, Mario Ferrari Aggradi, Giorgio La Pira, Pasquale Saraceno, Paolo Emilio Taviani, Ezio Vanoni, Vittorino Veronese. Erano, come ha ricordato Tiziano Torresi, nella relazione introduttiva, citando Paronetto, uomini consapevoli della “distinzione tra le parole e il fare, tra le chiacchiere e la vita” che avevano scelto di “far parte del fare, con la croce, se vogliamo, dell’azione, non con la irresponsabilità e la comodità mentale di chi sta a guardare”. Il risultato di quel programma oltre che nel sostegno dei valori personalistici e partecipativi del nuovo stato democratico, particolarmente marcati, fu quello del formarsi della costituzione economica dell’Italia, come ha sottolineato il Convegno tenutosi nel febbraio del 2011 presso l’Università LUISS Guido Carli dedicato all’illustre economista. Come ha evidenziato Paolo Savona in quella occasione: “Paronetto influenzò De Gasperi e la Dc nella decisione di mantenere in vita l’IRI ‘fascista’ che allora possedeva 216 società e dava lavoro a 130 mila persone, e di impostare una costituzione economica ‘mista e di mercato’… “, in funzione di una visione per la quale “lo sviluppo dell’Italia poteva e doveva essere garantito dalla contemporanea presenza dell’iniziativa privata e pubblica che andava tenuta nel ‘ bagno del mercato’“. Il Codice di Camaldoli con il suo il lavoro preparatorio e, soprattutto, la qualità dell’impegno di coloro che vi collaborarono, sono la dimostrazione dell’essenzialità di una visione programmatica propria dei cattolici, della necessità del formarsi di un partito politico quale fu all’epoca la DC che rendeva concretamente attuabili quelle previsioni , del carattere proprio di una visione economica e sociale che, a motivo della forte ispirazione della Dottrina sociale della Chiesa, esaltava il ruolo anche istituzionale dei corpi intermedi, tutelava la dignità del lavoro e la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese e, soprattutto, si presentava non solo come una terza via tra capitalismo e comunismo, ma come una visione a se stante.

Del resto diverse società occidentali, Stati Uniti compresi, negli anni tra le due guerra , dopo le devastanti vicende della crisi finanziaria del ’29 e di quella dell’Austria e della Germania degli stessi anni, oltre che nella stessa Italia, avevano abbandonato i dogmi del liberismo e della “mano invisibile” regolatrice del mercato, elaborando visioni economico-sociali nuove: dal neovolontarismo americano che sostenne il New Deal di Roosevelt, alla Scuola di Friburgo con il suo Manifesto ordoliberale del 1936 Unsere Aufgabe, ispiratore della economia sociale di mercato, al Piano Beveridge del 1942, oltre che del Codice di Malines nelle due versioni del 1927 e del 1933. Ora, considerando il contesto storico e gli specifici connotati sociali che accompagnarono la elaborazione del Codice di Camaldoli, quale significato e quali prospettive possono derivare da un evento che non intenda assumere un valore puramente celebrativo, che, con ogni evidenza, non è stato nelle intenzioni di chi lo ha organizzato? Il Presidente della CEI, oltre all’appello per cercare “in tutti i modi le vie di pace”, ha evidenziato la necessità di una politica non “epidermica e ignorante”, invitando i cattolici affinché non facciano dell’assenza attuale di partiti di ispirazione cristiana “un alibi per non cercare nuovi modelli per fare politica o per fare politica svincolati da principi, valori e contenuti”. Aggiungendo “l’impegno dei cattolici – quando è sincero e generoso – è di per sé depolarizzante e rappresenta un antidoto alle tossine di inquinano la democrazia”. Questo invito ad un impegno politico è certamente in sintonia con quella fase che si sviluppò a Camaldoli nei primi anni ’40 per la preparazione programmatica e delle successive “idee ricostruttive” degasperiane, ma soprattutto non può non comportare anche quell’essenziale ruolo dell’associazionismo cattolico che, già allora, fu determinante per l’apporto di uomini e di quel collegamento sociale e territoriale dimostratisi determinanti per il successo e per l’edificazione dello Stato democratico. Questo tema chiama alla responsabilità di tutti quegli organismi sociali ai quali si richiede, oltre alle attività di servizio per il cittadino, anche l’impegno per la tutela del lavoro, dell’equità sociale, della pace, della democrazia. Volendo essere in sintonia con le parole del Cardinale Zuppi, l’ispirazione cristiana deve essere poi, evidente, nei valori, nelle idee, nei contenuti, cioè nelle proposte programmatiche, come era con chiarezza nelle pagine del “Codice”. Certamente la polarizzazione politica comporta il rischio dell’ininfluenza, ed a maggior ragione si richiede una identità ben radicata nella Dottrina sociale della Chiesa, premessa di un possibile impegno autonomo, esattamente come allora. Su un altro aspetto, essenziale nel messaggio costante di Francesco e nelle prese di posizione degli organismi ecclesiali è l’attenzione alle questioni economiche e finanziarie.

Camaldoli fu un laboratorio nel quale uomini con una visione a sostegno dell’economia reale, guardarono con attenzione ai rischi di una finanziarizzazione dell’economia, auspicando il mantenimento “dell’attività finanziaria dello Stato e degli altri enti pubblici, mediante la quale si raccolgono e si impiegano i mezzi necessari per organizzare e sostenere l’azione pubblica”, aggiungendo che “ l’importanza fondamentale della moneta come strumento di scambio e di trasferimento dei valori nel tempo e nello spazio rende necessario l’intervento dell’autorità pubblica nel suo governo … “. Qualche decina di anni dopo, ci si allontanò da questa visione a seguito dell’emergere di una dottrina dell’economia fondata sul monetarismo, anche con l’apporto in Italia, di personaggi come Beniamino Andreatta per i quali il governo della moneta poteva prescindere dall’attenzione al rapporto tra bilancio e occupazione. E tuttavia non mancano, in tempi ancor più recenti, in campo cattolico, prese di posizione, ispirate oltre che della massima autorità ecclesiale, da organismi che invitano a riflettere più ampiamente sulla condizione dei rapporti e del ruolo della finanza, come nel documento del 2018 della Congregazione per la dottrina della Fede “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones”, dove si leggono affermazioni molto esplicite: “ La recente crisi finanziaria poteva essere l’occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici e per una nuova regolamentazione dell’attività finanziaria, neutralizzandone gli aspetti predatori e speculativi e valorizzandone il sevizio all’economia reale”. Il convegno che si è svolto dal 21 al 23 luglio ha avuto il pregio di rilanciare il valore e l’attualità di un evento che influì sulla politica italiana aprendo un lungo periodo di sviluppo e di equità sociale, di una rappresentanza politica che consentì di dare solide radici alla democrazia rappresentativa. Flavio Felice in un editoriale su Avvenire ha parlato, a proposito di Camaldoli e dell’impegno di cattolici impegnati nel sociale, come di “un fiume carsico mai prosciugato”. Camaldoli resta come esempio e invito a far riapparire come essenziale un pensiero e un’azione che hanno contribuito a costruire l’Italia moderna e la sua democrazia.

Pietro Giubilo




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