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23/06/2023
Meno tasse sul lavoro
La leva fiscale รจ uno strumento decisivo per difendere salari e pensioni colpiti da un'inflazione pesantissima.

Il decreto Lavoro ha ottenuto il via libera del Senato e arriverà blindato alla Camera: in primo piano il taglio del Cuneo: sembra così prevalere una leva benefica della riduzione delle tasse sul lavoro. Un felice intervento giudicato positivamente - dal segretario generale Cisl - Luigi Sbarra - l'operazione sul cuneo contributivo, che recepisce precise richieste, ma che ora va rafforzata, resa strutturale e collegata a una riforma complessiva del fisco che sia realmente redistributiva e a sostegno delle fasce medie e popolari del lavoro e delie pensioni. Anche sui frange benefit l'aumento della soglia di detassazione è opportuno, ma va garantita una soglia anche per chi non ha carichi familiari. Il governo punta anche sulla detassazione delie tredicesime e delle parti premiali e variabili del salario, rinviando la flat tax sugli incrementi di stipendio. Infatti, la leva fiscale è uno strumento decisivo per difendere salari e pensioni colpiti da un'inflazione pesantissima. Per questo va apprezzato che il governo abbia deciso di verificare con maggior attenzione alcuni contenuti della Delega fiscale. Va nella direzione giusta ridurre la tassazione, nel privato e anche nel pubblico, su straordinari e premi di produttività negoziati, per i quali da sempre il Sindacato chiede l'azzeramento dell'lrpef. Ci aspettiamo anche una forte detassazione sulle tredicesime, anche prevedendo scaglioni di azzeramento in modo da determinare un reale beneficio generale, pur mantenendo criteri di equità e progressività nella distribuzione degli sgravi. E sulla flat tax va bene prendere tempo per riflettere sull'applicazione della cosiddetta flat tax incrementale, che è tendenzialmente iniqua, difficilmente applicabile e scarsamente significativa per la maggioranza dei lavoratori. Gli ultimi dati del Pil dicono che andiamo meglio del previsto. Ci sarebbero allora spazi per maggiori aumenti salariali, anche perché sono accompagnati da un significativo aumento dell'occupazione e dei contratti a tempo indeterminato.

Ma è ancora presto per parlare di ripresa. Per agganciare una ripresa stabile, solida, ben distribuita, bisogna sostenere questo trend con la forza degli investimenti su infrastrutture e lavoro, coesione sociale e geografica, politiche industriali ed energetiche: insomma, sostenere la ripresa del lavoro sul quale è necessario recuperare i ritardi accumulati negli anni per mancati investimenti sulle politiche attive, formazione e riqualificazione. Oggi la vera emergenza è la carenza di competenze, che rischia di relegare alla marginalità o alla disoccupazione ampie fasce di giovani e donne, ma anche ultracinquantenni che hanno perso il lavoro. Dobbiamo riallineare domanda e offerta sui territori e connettere al mercato del lavoro una potente rete istituzionale e sussidiaria di politiche attive capace di garantire in ogni transizione scuola-lavoro e lavoro-lavoro formazione perpetua, sostegno al reddito e orientamento nel sistema produttivo. Il decreto rivede i contratti a termine: l'opposizione parla di incentivo alla precarietà. Per il sindacato CISL è giusto intervenire sulle causali dei contratti a termine, ma la precarietà si combatte agendo piano dei costi e non delle regole. Bisogna incentivare il tempo indeterminato, in particolare le forme ad alto valore formativo come l’apprendistato. La flessibilità deve essere negoziata e molto meglio pagata di come non lo sia ora. Dobbiamo fare in modo che i conti a termine costino di più rispetto quelli stabili. E quel di più deve alimentare un fondo di solidarietà nazionale per garantire, pensioni dignitose ai giovani; risulta oggi sbagliato l’intervento sui voucher. La Cgil sarà presto in piazza sulla sanità insieme con movimenti e partiti di opposizione, in questo momento è doveroso defilarsi. La grande mobilitazione di questi mesi ci ha fatto riconquistare il confronto sui più importanti dossier, tra cui la sanità. Il tavolo è partito, e pensiamo sia preciso dovere stare incollati lì per portare a casa risultati. Arriverà il momento dei bilanci, e sapremo senza sconti anche sul sistema salute italiano, che va rilanciato un forte impegno in termini di risorse. Il ministro Schillaci si è impegnato a dare continuità a questo cammino, preannunciando una nuova convocazione a luglio del tavolo, e annunciando anche la volontà di stanziare in legge di Bilancio risorse necessarie per rinnovare i contratti pubblici. Si potrà sempre fare di meglio e di più, la strada sembra ben evidente e non meriterebbe essere bruciata dal fuoco delle polemiche.

Gilberto Minghetti




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