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05/01/2023
I rischi dell'inflazione in Italia
Nonostante il rifinanziamento del debito sia diventato piĆ¹ costoso per i governi a causa del rialzo dei tassi di interessi i debiti dell'Eurozona possono restare sostenibili.

Più dei rincari che disturbano gli italiani, il governo è preoccupato, anzi, preoccupatissimo per il rincaro dei tassi di interesse. Un rialzo del costo del denaro, nell'attuale situazione, è destinato a frenare l'economia perché ridurrebbe la liquidità sui mercati e di conseguenza gli investimenti sulla crescita. Un'ulteriore botta, insomma, per famiglie e imprese. La Bce sembra decisa a proseguire nella sua strategia per contrastare l'inflazione con una nuova serie di rialzi (mezzo punto alla volta) a partire dal prossimo mese. Una preoccupazione proviene dall’ABI che in una nota non fa mistero di considerarla una pessima idea. Infatti, suggerisce che la Banca centrale dovrebbe rivedere l'intenzione dichiarata di procedere con un nuovo aumento dei tassi già a inizio anno. Dal ministero dell'Economia giungono anche segnali a favore; poiché l'inflazione non si combatte solo in quel mondo: serve anche una politica sulla produzione. Ecco, dunque, la priorità per Palazzo Chigi: far cambiare linea a Francoforte. Ma per questo serve ben più di una disputa teorica: urgono alleati. L'obiettivo in queste settimane è dunque dare vita a un fronte con dentro Paesi come Francia o Spagna in grado di incidere sulla scelta dell'istituzione guidata da Christine Lagarde, nella prossima riunione. Ora basterebbe il buon senso di una massaia per capire che alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi. L'opposizione intanto critica l'attacco, ma nell'esecutivo e nella maggioranza ritengono che un fronte europeo compatto sarebbe opportuno per affrontare la situazione.

Se l'inflazione sta calando, a determinarla sono stati diversi fattori, ma il più importante è l'aumento del prezzo del gas, che a sua volta scende drasticamente. E uno spiraglio viene anche dallo spread tra i nostri titoli e quelli tedeschi, sceso a 200 punti base, in calo di quasi 10 punti. Basterà? Per ora la linea dell’Eurotower non sembra vacillare; peraltro la risposta alle critiche è affidata ad uno studio di 5 economisti pubblicato sul blog della Bce intitolato: Politica fiscale: da un pranzo gratis ad uno abbordabile. Nonostante il rifinanziamento del debito sia diventato più costoso per i governi a causa del rialzo dei tassi di interessi i debiti dell'Eurozona possono restare sostenibili perché «l'alta inflazione tende a migliorare alcuni dati rilevanti della sostenibilità fiscale», provocando un aumento del Pil nominale «e una contestuale diminuzione del rapporto debito-pil». A favore e ad onore del vero, Francoforte si difende scoprendo gli effetti benefici dell'inflazione sul PiI nominale, ma nei fatti non c'è alcun cenno di ripensamento. Spuntarla a braccio di ferro sarebbe in prospettiva fondamentale. Al momento, gli italiani devono vedersela con un'ondata di rincari immediati e il governo non vuole bruciare le tappe: due terzi della manovra sono impegnati per il sostegno di famiglie e imprese in questo trimestre: aspettiamo e vediamo quello che succede», dicono dal Mef: “ Wait and see”: ma che cosa? Che la discesa del prezzo del gas si traduca in diminuzione concreta del costo delle bollette. Finora non si è visto alcun vantaggio, anzi il contrario. Sui tempi necessari perché gli utenti si accorgano della diminuzione non c'è unanimità: c'è chi pensa ci vorranno sei mesi e chi ritiene che già in marzo le bollette scenderanno.

In caso contrario, assicurano governo e maggioranza, «siamo pronti a intervenire con nuovi sostegni». Mettendo nel conto anche uno scostamento di bilancio. Dove invece Palazzo Chigi non ha alcuna intenzione di investire miliardi è sul prezzo della benzina. La diminuzione delle accise resta un obiettivo strategico, ma per il momento costa troppo. Anche ad essere ottimisti resta fuori dal conto la tassa dell'inflazione, ma quella la si pagherebbe con la crescita. Dove ci porterà allora tutto questo? Una potenziale sopravvalutazione da parte dei mercati della capacità della Federal Reserve di calmare l’inflazione è certamente un rischio. Inoltre, esiste la possibilità di una recessione più forte del previsto che potrebbe creare una certa instabilità all’interno del sistema finanziario. Con il deterioramento della situazione economica, la pressione sugli utili aumenterà e le aziende potrebbero dimostrarsi meno resilienti che in passato. Il mercato immobiliare è sotto pressione in varie economie sviluppate, senza contare le sfide politiche e geopolitiche che caratterizzano l’attuale panorama internazionale. Dal canto loro le prospettive per gli investitori rimangono complesse, ma sono comunque presenti opportunità per generare rendimenti a lungo termine. Le valutazioni di mercato sono allettanti e, in particolare per le obbligazioni, sono migliori rispetto a tutti gli altri anni in cui molte società hanno svolto il loro processo di asset allocation strategica (l’annuale revisione delle aspettative delle asset class nei propri portafogli). Questa è sicuramente una buona notizia per gli investitori. Prima di aumentare l’esposizione al rischio dei portafogli, tuttavia, occorre che i mercati continuino sulla traiettoria giusta.

Gilberto Minghetti




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