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12/10/2022
Il sentiero stretto
Il ricorso allo scostamento di bilancio potrà esserci ma solo per far fronte alle emergenze e non dovrà essere sistematico.

Quanto accaduto di recente nel Regno Unito con l'annuncio del mini-budget da 45 miliardi di sterline di aiuti economici finanziato in deficit e con la reazione negativa dei mercati, ha lanciato un importante segnale di avvertimento all’esecutivo che si va faticosamente assemblando tra i veti incrociati dei componenti il cartello elettorale: FdI, Lega e Forza Italia. Non ci potrà essere alcuna fantasia fiscale nella politica economica rispetto al sentiero stretto tracciato dall’esecutivo uscente col varo della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza alla quale accenneremo in seguito. Sono fuori dalla nostra portata, infatti, le mirabolanti flat tax ed i prepensionamenti. Promesse uscite dalla ruota del luna park della campagna elettorale del centrodestra. Nella stagione che stiamo vivendo, invece, l’energia e la finanza pubblica sono due problemi che non possono ammettere follie pena l'incontrollata crescita del deficit e del debito pubblico. Il ricorso allo scostamento di bilancio potrà esserci ma solo per far fronte alle emergenze e non dovrà essere sistematico. Il governo Draghi col varo della nuova nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (la naDef) ha tracciato il sentiero fiscale al nuovo esecutivo e le prospettive non sono rosee. Viste le componenti negative della congiuntura economica (aumento dei costi dell’energia e inflazione) il governo ha corretto al ribasso le stime della crescita per il 2023: invece del previsto aumento del 2,4% del Pil ci sarà uno striminzito + 0,6% con addirittura un segno negativo nel primo trimestre. A patto che si verificherà una diminuzione del prezzo del gas tutta in divenire. Anche la bilancia dei pagamenti (quella commerciale) peggiora per il rincaro della bolletta energetica. Ed in cauda venenum non procede bene nemmeno la messa a terra delle prime iniziative previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), a causa di ritardi nella tempistica per le procedure delle opere individuate. Ed anche la produzione industriale subisce negli ultimi mesi una brusca frenata.

L’inflazione dovrebbe attestarsi intorno al 10%, ma non si fa cenno alcuno sulla diminuzione del potere d’acquisto dei salari che essa provoca e quindi sulla probabile crescita delle condizioni di povertà nelle fasce più deboli della popolazione. Per non parlare dell’aumento delle disuguaglianze. Il rapporto deficit-Pil rimane sopra il 5% mentre il debito pubblico nel 2025 sarà ancora intorno al 140%. La naDef, in sintesi consegna al nuovo governo una intricata matassa difficile da sbrogliare. Non ci sono spazi per politiche di spesa senza vincoli, facendo ulteriori scostamenti, ad esempio con una flat tax al 15% a favore dei più abbienti. Mentre sarebbero necessarie politiche incentrate sulla giustizia fiscale nella direzione di una tassazione dei redditi più alti, a favore di un alleggerimento della pressione fiscale dei redditi dei ceti medio-bassi e soprattutto per politiche pubbliche volte a rafforzare i sistemi di welfare e di lotta alla povertà. Favorendo la creazione di ricchezza attraverso la crescita economica, redistribuendo le opportunità tra le generazioni, facendo massima attenzione agli incentivi cui i cittadini rispondono, aiutandoli ad adattarsi ai cambiamenti provocati dagli shock economici ed a sfruttare le opportunità. Questo è l’unico sentiero che va percorso per evitare l’impoverimento di una fetta ancora più grande della popolazione italiana ed un’emergenza sociale che potrebbe essere senza precedenti e che potrebbe provocare delle fratture economiche e sociali tra generazioni e tra abbienti e meno abbienti ancora più profonde.

 Marco Boleo




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