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06/09/2022
Le sfide per salvare l'ambiente
Nelle sale del Convento e davanti alla Basilica di San Francesco d’Assisi dove si sono incrociati economisti, filosofi, giornalisti e politici.

Nell’era in cui le conseguenze dell’agire umano si stanno manifestando in tutta la loro gravità, e quella sorella Terra di cui parlava il santo sta sanguinando e ci sta chiedendo aiuto prima che sia troppo tardi: prima del 2050, data limite secondo gli esperti, entro cui l’uomo può ancora invertire la rotta e intervenire affinché il riscaldamento globale non superi i tre gradi centigradi, con conseguenze fatali per l’ecosistema globale. Proprio qui nelle sale del Convento e davanti alla Basilica di San Francesco d’Assisi dove  si sono incrociati economisti, filosofi, giornalisti e politici: tutti gli ospiti del Cortile di Francesco si sono mossi seguendo il filo conduttore della testimonianza e dell’esperienza francescana. Questo anno, in particolare, dedicato all’ambiente, tutti hanno mostrato l’interesse e la volontà nella lotta per salvare il mondo, anche l’Mcl prova la felicità che non esiste senza l’attenzione all’altro, al bene comune, all’intera collettività e al mondo di cui siamo ospiti, quella felicità che deriva dalle virtù. I francescani hanno fatto proprie quelle della misericordia e dell’ecologia: l’amore per la Luna e il Sole, “il fratello vento, la sorella acqua e il fratello fuoco”. Emblematica in questo senso, la scelta sull’esempio dell’Amazzonia e della sua distruzione. Ma il problema non è solo l'Amazzonia: dobbiamo trovare un modo di tornare al pianeta, di amare il pianeta, con i frati del convento di Francesco uomini di spiritualità, oggi dobbiamo tornare a vivere un modello esperienziale che richiama spiritualmente il lavoro nel pianeta, di quell’esperienza che si fa attraverso l’evolversi e lo sviluppo delle comunità famiglia, chiesa, scuola, la società - noi possiamo aggiungere i nostri circoli – tutto quanto è connesso e invita ciascuno alla grande occasione per riscrivere ancora idealmente il Cantico delle Creature di Francesco.

A questo punto vi sottopongo una mia rilettura personale del Cantico:

Lodiamo il Signore per il lavoro dell’uomo su questa terra, da cui si traggono le disponibilità per il mantenimento di noi stessi e della nostra famiglia.

Lodiamo il Signore per il lavoro anche se oggi si presenta ai nostri occhi in costante disallineamento fra domanda ed offerta, mentre imperversa il dibattito sul reddito di cittadinanza e si discute del salario minimo.

Lodiamo il Signore per il lavoro pensando a come rendere il mercato meno distonico e per il dibattito che si sviluppa intorno al mercato del lavoro, anche se mostra un panorama di totale disallineamento con le reali necessità dell'impresa e dei lavoratori.

Lodiamo il Signore per il lavoro anche se è posto su un mercato in cui, paradossalmente, vi sono ampie sacche di disoccupazione soprattutto al Sud nonostante vi siano comunque un numero rilevantissimo di proposte per posizioni disponibili.

Lodiamo il Signore per il mercato che oggi non offre ciò che è richiesto dalle imprese in termini di professionalità e, laddove non vi è un contenuto professionale particolarmente rilevante, siamo innanzi a lavori che subiscono la concorrenza di strumenti passivi di sostegno al reddito.

Lodiamo il Signore per il lavoro nel nostro Paese dove il paradosso, però è che al centro del dibattito non c'è una discussione sul come generare meccanismi virtuosi per superare le tante distonie, ma temi quali il reddito di cittadinanza ed il salario minimo per legge.

Lodiamo il Signore per il lavoro, nonostante gli interventi riformatori, fino ad oggi non ha prodotto i risultati sperati, anzi ha prodotto effetti distorsivi del mercato sotto gli occhi dei più.

Lodiamo il Signore per il lavoro che alla luce della diffusione in Italia della contrattazione collettiva probabilmente nella realtà è meno impattante di quanto si possa pensare.

Lodiamo il Signore per il lavoro per quanto possibile si possano proporre soluzioni sul come rendere più appetibile il lavorare rispetto al non lavorare, come mettere in condizioni incentivando le aziende a formare le risorse rispetto alle loro effettive necessità e ridurre in modo sostanziale il cuneo fiscale.

Infine, lodiamo il Signore per la bontà di quelle politiche che riescono a legare aumento dei livelli dell’occupazione e crescita del salario allo sviluppo della sottostante produttività. Ricercando i moltiplicatori fiscali più idonei per finanziare una maggiore spesa, destinata ad alleviare il disagio sociale e dare al Paese quel minimo di speranza, che è il principale ingrediente di una possibile ripresa.

 Gilberto Minghetti

 




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