PRIMO PIANO
28/07/2022
Le incognite del lavoro appese al voto
Sarà opportuno incardinare lo sviluppo del Paese agli investimenti del Pnrr, la transizione ecologica, la trasformazione digitale e la sostenibilità dei conti pubblici.

Da poche settimane il primo semestre 2022 è stato archiviato ufficialmente. Quello messo alle spalle è stato un periodo particolarmente complesso, con diverse sfide per tutte le categorie. La guerra tra Russia e Ucraina, l’inflazione ai massimi, una politica monetaria inevitabilmente caratterizzata da una stretta monetaria e una congiuntura in rallentamento sono solo alcuni dei temi che hanno catalizzato l’attenzione del mercato in questi ultimi mesi. E se si guarda al prossimo futuro, non mancano gli argomenti capaci di influenzare l'approccio al mercato da parte degli investitori: oltre al processo di stretta monetaria intrapreso in Europa dalla BCE, la questione politica in Italia, l’inizio della campagna elettorale e l'avvicinarsi con le elezioni USA di mid-term sono alcuni dei più importanti temi da affrontare. L’era Draghi alla BCE è finita con un risultato scontato: il rialzo dei tassi dopo 16 anni provocato dalle fiamme dell’inflazione. L’elevato costo del denaro e il varo dello scudo anti-spread non consentirà più di considerarlo un Bancomat e ci si affiderà allo scudo del Tpi (come ben spiegato su questa testata dal prof. Marco Boleo) e ci includerà nel girone dei paesi ad Alto debito, costretti a giocare come osservati speciali. Un quadro che non consente di credere che sia possibile mantenere tutte le promesse, specie quelle costose, dalla riduzione delle tasse per tutti, a una riforma più che generosa della previdenza. Non perché non possano essere misure giuste, più semplicemente perché non possiamo, oggi come ieri, permetterci una vita da cicale. La campagna elettorale è e sarà sempre di più nelle prossime settimane anche il terreno di scontro sul Reddito di cittadinanza, tra chi, come i grillini e, in parte, il Pd, punta a difenderlo con le unghie e con i denti e chi, come altri, non vede l'ora di cancellarlo. Ma, più in generale, con l'inflazione intorno all'8 per cento e il record dei contratti a termine, anche gli altri nodi attorno al mercato del lavoro, dal salario minimo alla precarietà, al crollo del potere d'acquisto, saranno al centro delle contese e delle varie ricette dei partiti.

Nell’area del Centrodestra Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno sempre denunciato il fallimento e gli abusi connessi al reddito di cittadinanza: da cui l'idea della sua cancellazione come strumento a pioggia e la sua riconduzione a strumento di sostegno per coloro che non possono lavorare per condizioni fisiche e di disagio sociale. Mentre sul versante più direttamente collegato al mercato del lavoro, l'obiettivo è quello di puntare su una vera rivoluzione delle politiche attive, attraverso il pieno e sinergico rapporto tra sistema pubblico e Agenzie private per il lavoro. Il tutto accompagnato dalla drastica eliminazione dei vincoli legislativi previsti dal Decreto Dignità per i contratti a termine, rimettendo in gioco pienamente la contrattazione collettiva come fonte delle regole per la flessibilità del lavoro. Con il corollario della detassazione del salario contrattato a livello aziendale o territoriale e lo sviluppo del welfare integrativo a tutti i livelli. Nel Centrosinistra sul tema della lotta alla precarietà, il Pd punta a caratterizzarsi come il partito del lavoro e del contrasto del lavoro precario e di quello «povero»: in più occasioni ha annunciato l'intenzione di restringere l'area degli stage e dei tirocini e di cancellare quelli gratuiti. Mentre il Ministro Andrea Orlando guarda con favore alla legge spagnola che ha recentemente ristretto al minimo le possibilità per i contratti a tempo determinato. Una tesi ampiamente sostenuta anche da Leu. Taglio del cuneo fiscale e salario minimo «contrattuale» e non imposto per legge sono gli altri due capisaldi della strategia pensata per il mercato del lavoro. Nessuna abolizione del Reddito di cittadinanza, ma solo una correzione sul versante lavoristico dello strumento, con investimenti nelle politiche attive e nei centri pubblici per l'impiego: con timide aperture però, verso le Agenzie private.

Ormai è chiaro che i Grillini si giocano la partita su due bandiere tipiche del loro equipaggiamento: Reddito di cittadinanza e il salario minimo. Sul primo punto non accettano correzioni, neanche rispetto al rifiuto dell'offerta di lavoro che provenga da privati. Sul secondo il canovaccio è quello della proposta di salario minimo legale a 9 euro l'ora secondo la proposta recentemente approvata. Ovviamente nettamente contrari al sussidio grillino sia IV che Azione, solo che nel Programma repubblicano di quest’ultimo si insiste anche sul fronte di una lotta senza quartiere alla povertà lavorativa facendo una legge sulla rappresentanza per cancellare i contratti pirata, stabilendo un salario minimo legale, nel solco della direttiva europea, per proteggere chi non è coperto dalla contrattazione collettiva e chiudendo le cooperative nate solo per sottopagare i lavoratori. Con un ulteriore motivo però, la chiave di volta è anche la formazione continua che deve essere incentivata da parte del datore di lavoro (credito d'imposta), inserita in tutta la contrattazione nazionale, come diritto del lavoratore, e delegata alle agenzie private di collocamento. La progressiva fine delle emergenze che hanno consentito 'maniche larghe' sull'utilizzo del denaro pubblico, darà probabilmente vita a un ritorno di severità, anche perché spazi di mediazione saranno sempre più stretti, sia per il mutamento delle condizioni economiche, sia perché ci siamo giocati il premier più credibile che potessimo avere. Sarà opportuno incardinare lo sviluppo del Paese agli investimenti del Pnrr, la transizione ecologica, la trasformazione digitale e la sostenibilità dei conti pubblici per avere un'idea di dove deve andare questo Paese, non solo cucire un patchwork di provvedimenti, ma un percorso scandito da serietà e sobrietà. Quanto alla credibilità, quella del premier è stato lo scudo più efficace per l'Italia.

Gilberto Minghetti




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet