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15/07/2022
Le strategie pentastellate
Gli scenari che potrebbero prospettarsi sono molteplici.

Nelle parole del sociologo Domenico De Masi, ritenuto uno degli strateghi del Movimento 5stelle, dalla nascita del governo Draghi ad oggi, il M5s ha perso 7-8 punti percentuali nei consensi, quindi è chiaro che la permanenza all’interno di questo governo non avrebbe fatto altro che far assottigliare questa cifra. Di questo passo a marzo sarebbe quasi scomparso. Pertanto, bisognava prendere qualche provvedimento e praticamente la mossa della disperazione, ovvero marcare la discontinuità, è avvenuta il giorno della ricorrenza della presa della Bastiglia. E’ un gesto di sopravvivenza né giusto né sbagliato ma sicuramente indispensabile ha affermato perentoriamente De Masi in una intervista a ‘24Mattino’, su Radio24. Le cose però non sono così semplici visto che gli scenari che potrebbero dipanarsi sono molteplici. Dipendendo anche dalle scelte dell’altro partito populista: la Lega. Ne abbiamo almeno cinque. Tenendo conto di un caveat: i numeri riportati hanno uno scopo puramente indicativo e non rappresentano valutazioni quantitative. Scenario 1: nel caso il M5s e la Lega continuassero ad appoggiare il Governo Draghi, vi sarebbe un’emorragia dei voti perché il sostegno alle attività di governo rosicchia il consenso elettorale e a marzo 2023 il M5s potrebbe perdere i due terzi dei parlamentari che ha attualmente. Scenario 2: nell’eventualità, invece, che il M5s abbandoni la maggioranza e che la Lega continui a sostenere Draghi, il governo resta in carica, ed il M5s recupera consensi stando all'opposizione.

In questo modo entro marzo 2023 riduce la perdita di parlamentari che si avrebbe rispetto ai voti attuali, cedendo solo un terzo dei parlamentari. Scenario 3: in una situazione opposta a quella dello Scenario 2, con i M5s che rimangono nel Governo e la Lega che esce dalla maggioranza, i pentastellati si ritroverebbero con un terzo dei parlamentari, come nello Scenario 1. Scenario 3: se ci fosse una exit simultanea dei giallo-verdi, il governo Draghi cade, si va subito ad elezioni (al limite dopo un Governo balneare per consentire agli italiani di andare in vacanza come avvenne nel 1983 con alla guida Amintore Fanfani), nessuno recupera consensi ed il M5s si ritrova subito con metà dei parlamentari. In buona sostanza il M5s riesce nell’intento di recuperare consensi, come auspicato dal suo stratega Domenico De Masi, solo se riesce ad abbandonare la maggioranza senza far cadere il governo. Facendo ‘a muina’ dai banchi dell'opposizione per recuperare credibilità tra gli scontenti, ma a quel punto la Lega non si presterebbe a fare l’agnello sacrificale, perché perderebbe consensi. Si prospetta anche un quarto scenario quello più favorevole ma dall’esito incerto, nel quale si ha una scissione all’interno dei due partiti. Scenario 4: il M5s e la Lega lasciano entrambi i banchi della maggioranza per andare all'opposizione a recuperare voti, liberi dalla responsabilità di governo, ma il governo non cade perché ha comunque la maggioranza. Ciò richiede una scissione di alcuni parlamentari M5S e Lega che finiranno ad appoggiare la maggioranza, perché allo stato attuale non ci sono i numeri. A questi strateghi d’accatto poco importano le sorti dell’Italia. Non interessa loro avere una continuità di governo. Quello che conta è evitare l’erosione dei consensi. Ma alla lunga però gli elettori potrebbero avere una crisi di rigetto dalle conseguenze inaspettate.

Marco Boleo




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