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06/07/2022
Economia a rischio recessione
I tempi sono incerti e una politica monetaria accomodante a livello globale potrebbe far sì che un eventuale rallentamento richieda più tempo per concretizzarsi.

Se è cessato il funzionamento dell'intermediazione finanziaria, se i mercati si sono prosciugati e se si registrano aumenti poco entusiasmanti degli spread, ci affidiamo all'annuncio e alla attuazione del programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) che però ha stabilizzato i mercati. Tuttavia se questo meccanismo verrà interrotto bisognerà introdurre un nuovo strumento per contrastare la frammentazione del mercato dei titoli. Per ora la BCE lo ha solo annunciato: non c’è dubbio che sia in arrivo una recessione. L’inflazione sta iniziando a influenzare la crescita globale, come dimostrano gli ultimi dati economici. La domanda che sorge ora spontanea è quando questa recessione si manifesterà (e quanto durerà). Per cercare di determinare una data “precisa” per l’inizio della recessione, è necessario valutare una serie di fattori. Esistono molte teorie sul legame tra inversione della curva dei rendimenti e recessione. In particolare, si osserva con attenzione lo spread tra i rendimenti dei titoli a 3 mesi e a 10 anni. L’inversione – quando i rendimenti dei titoli a 10 anni scendono al di sotto di quelli dei titoli a 3 mesi – è stata in passato un indicatore affidabile della possibilità del verificarsi di una recessione dopo uno o due anni. Lo scorso marzo questa parte della curva dei rendimenti si è invertita per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2007-2009. Tuttavia, anche se è probabile che una recessione segua un’inversione di tendenza, i tempi sono incerti e una politica monetaria accomodante a livello globale potrebbe far sì che un eventuale rallentamento richieda più tempo per concretizzarsi.

L’economia statunitense, ad esempio, si è contratta a un tasso trimestrale annualizzato dell’1,5% nei primi tre mesi del 2022, dato leggermente inferiore alla stima iniziale di un calo dell’1,4%, con il commercio come freno principale. Tuttavia, la seconda metà dell’anno dovrebbe vedere un’accelerazione della forza economica. L’indice di fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è stato rivisto al ribasso da una lettura preliminare a un minimo storico a giugno 2022, mentre l’indicatore delle aspettative è precipitato e circa il 79% dei consumatori prevede che le condizioni economiche saranno sfavorevoli il prossimo anno: si tratta del livello più alto dal 2009. Il reddito reale offre un quadro più completo di ciò che i consumatori effettivamente guadagnano e possono spendere. Negli Stati Uniti è emerso di recente che il reddito reale sta iniziando a diminuire, il che può essere un potenziale segnale di una recessione imminente. Nelle recessioni più gravi, ci si aspetta che i cali maggiori si verifichino quando la recessione è già ben avviata. Tuttavia, non è quello che stiamo osservando oggi. È difficile fornire una stima reale dei tempi della prossima recessione. Tuttavia, possiamo seguire alcuni modelli che ci danno indicazioni più o meno precise. Tra questi, quello utilizzato dalla Fed. Si tratta di un approccio alla valutazione del rischio di recessione che utilizza variabili finanziarie, come il credit spread (la differenza tra il rendimento delle obbligazioni societarie Baa e il rendimento del Treasury a 10 anni) e il differenziale di rendimento (la differenza tra il rendimento del Treasury a 10 anni e il tasso dei federal funds).

L’indice S&P Global Flash US Manufacturing PMI è sceso a giugno 2022 rispetto a maggio, indicando la più debole crescita dell’attività industriale da quasi due anni a questa parte, a causa della contrazione della produzione e dei nuovi ordini. La produzione e le nuove vendite, infatti, sono diminuite per la prima volta dalla metà del 2020 a causa della debolezza della domanda dei clienti, dal momento che l’inflazione, la carenza di materiali e i ritardi nelle consegne hanno indotto alcuni clienti a sospendere o ridurre gli acquisti di beni. A ciò si è aggiunto un ulteriore calo della domanda da parte dei clienti esteri. Le vendite al dettaglio negli USA sono inaspettatamente diminuite dello 0,3% a maggio 2022, il primo calo dall’inizio dell’anno, questo dato segue la logica quando l’inflazione elevata, i prezzi della benzina e i costi di finanziamento hanno un impatto negativo sulla spesa per i beni non essenziali. Il tasso di disoccupazione statunitense è rimasto invariato al 3,6% a maggio, come nei due mesi precedenti, attestandosi ai livelli più bassi da febbraio 2020. Negli Stati Uniti il mercato immobiliare è sottoposto a forti pressioni a causa dell’aumento dell’inflazione e dei tassi ipotecari che, insieme all’aumento dei costi dei materiali da costruzione e alle limitazioni dell’offerta, stanno pesando sulle possibilità economiche dei consumatori. Conclusioni. Se consideriamo il ciclo economico e le ultime dichiarazioni del presidente della Federal Reserve statunitense, la probabilità di entrare in recessione è elevata. Tuttavia, in base a tutti i fattori presentati precedentemente, una recessione non sembra imminente. Non dimentichiamo che sono in gioco molti parametri “incontrollati”, come la guerra in Ucraina, la politica zero-Covid della Cina e, naturalmente, il livello di inflazione.

Gilberto Minghetti




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