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02/06/2022
'Esserci per cambiare'
Per convergere non occorre porre tra parentesi la propria identità, bensì 'giocarla autenticamente' nell'incontro virtuoso con altre.

Due congressi e una sfida di fronte alla quale davvero non può sottrarsi chi anima questa Fondazione, che riconosce e pratica, leggendo "i segni dei tempi" senza cedere allo "spirito del tempo", il popolarismo come pensiero originale e portatore di una rilevante incidente potenziale. Le assisi della Cisl e quella del Ppe (ci) pongono con forza la questione della "identità come fattore di novità" o, se si preferisce, alla "fedeltà come cambiamento". "Esserci per cambiare". Sin dal titolo-slogan del suo XIX Congresso, svoltasi alla Fiera di Roma dal 25 al 28 maggio scorso e conclusasi con la rielezione all'unanimità del segretario uscente Luigi Sbarra, il sindacato più vicino al mondo cattolico ha voluto riaffermare la natura riformista/riformatrice della propria azione di rappresentanza e concertazione, richiamando la celebre espressione con cui Tina Anselmi spiegava il senso della sua adesione alla lotta partigiana. Un rifiuto della tentazione massimalista, declinazione sindacale del populismo, che è stata significata anche dalla calorosa accoglienza tributata al premier Mario Draghi e dalla sostanziale convergenza con lo spirito del "governo senza aggettivi" sul terreno di quello che potremmo definire un nuovo "patto sociale per il Pnrr". Un patto che costruisca già oggi, passo passo, il futuro che vogliamo. In questo senso, il Presidente del Consiglio ha sostenuto che “il cambiamento di domani dipende dalla nostra azione di oggi, e questa azione deve partire da una prospettiva concreta coraggiosa e condivisa. Fin dal suo insediamento il governo ha cercato e direi molto spesso ha trovato il dialogo con i sindacati.

Lo abbiamo fatto perché le buone relazioni industriali sono state essenziali in alcuni dei momenti più difficili della nostra storia. Penso innanzitutto al patto Ciampi del 1993 che ha reso l’Italia più forte e competitiva e che ha coniugato crescita economica, tutela dei diritti, difesa dei salari dei lavoratori. Come ha detto Franco Marini, un grande segretario della Cisl, nel suo discorso di insediamento alla presidenza del Senato 'la forza di una democrazia matura come la nostra risiede anche nel saper convergere insieme sulle decisioni e sulle scelte migliori per il nostro Paese'”. Per convergere non occorre porre tra parentesi la propria identità, bensì "giocarla autenticamente" nell'incontro virtuoso con altre. Non ci si annulla, insomma, nella condivisione della responsabilità. Certo bisogna scongiurare il rischio di una riduzione del proprio specifico. Proprio questo tema, veniamo così al secondo congresso, quello del Partito Popolare Europeo in corso a Rotterdam, è di radicale importanza politica. Ha dimostrato di ben comprenderlo il neoeletto presidente (447 voti su 502 voti validi), il tedesco della Csu Manfred Weber. Nel suo discorso di insediamento ha, infatti, schiettamente ammesso che "Siamo onesti, non siamo nel momento migliore della nostra storia. Come possiamo vincere il voto dei giovani? Come possiamo scrollarci di dosso la stretta tra i populisti di destra e il centro liberale?". Esserci per cambiare, ma anche viceversa, perché l'identità è dinamismo e la fedeltà cambiamento. Due congressi e una sfida. Una sfida che i cattolici popolari debbono sentire urgente, per il "bene comune" prima che per il proprio.

Marco Margrita




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