Ci rallegriamo immensamente nella nuova nomina alla Presidenza dei Vescovi CEI del card. Matteo Maria Zuppi. Nella radice pastorale del suo ministero si rinnoverà la motivazione da cui partire e da tenere sempre presente per guardare ai problemi sociali, economici e culturali che il paese vive e che tutti stiamo attraversando come ebbe a sostenere nel settembre 2019 con la sua partecipazione al tradizionale corso di formazione organizzato dall’MCL a Senigallia. Per poter vivere un rapporto diretto con il territorio e la gente c’è bisogno di rafforzare la condivisione e la sinodalità, in ordine alle domande, le attese, i problemi delle tante diocesi d'Italia per vivere in una sintesi che permette di cogliere una nazione reale, un popolo cristiano molto unitario, ma anche con molta complessità e varietà dei mille territori e comuni in cui si articola il Paese. Possa il nuovo incarico contribuire a far penetrare nelle mentalità di tutti un’attitudine a ragionare sulle tante questioni senza spaventarsi dei problemi seri che oggi, non troppo diversamente da ieri, sono sul tappeto alle famiglie in difficoltà: adulti che sono estromessi dal sistema, giovani in cerca di occupazione stabile, anche in vista di formare una propria famiglia ed ogni situazione di fragilità. Davvero nella Sua persona ci è dato di scorgere il Pastore all’altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile; in Lui noi vediamo il maestro che parla della verità di Dio e rivela il giusto rispetto per la verità degli uomini.
Tutto l’M.C.L. rinnova filiale osservanza al Suo magistero di pensiero e di vita confermando fin d’ora la medesima vicinanza affettuosa e sincera che ha avuto modo di sperimentare nei tradizionali incontri non solo istituzionali, ma anche di alto valore ecclesiale. Perché tutta la Chiesa – in particolare la nostra diocesi di Bologna - sia all'altezza della sua vocazione e diventi sempre più quella che corrisponde al disegno di Dio, la cui presenza è necessario rendere presente al mondo contemporaneo, fin dentro le condizioni quotidiane dell'esistenza. Poi si deve dire grazie al Papa e ai confratelli Vescovi. Al Papa, perché nella terna indicata dai Vescovi lo ha indicato, quindi scelto, e ai Vescovi perché lo hanno indicato nella terna. Questa fiducia del Papa, che presiede nella carità col suo primato, e della collegialità insieme alla sinodalità, è la Chiesa in uscita indispensabile punto di riferimento per quanti sono alla ricerca di spiritualità e non solo. Il momento che stiamo vivendo, sia in Italia, in Europa e nel mondo, sia come Chiesa: due cose strettamente unite fra di loro. La pandemia da Covid 19 che ha rivelato le nostre fragilità e le nostre debolezze, con tutte le domande che ha aperto, le consapevolezze e le dissennatezze che ha provocato, allontanando tutti dalle relazioni.
Alla pandemia si è aggiunta la guerra, che con tanta insistenza papa Francesco aveva indicato e ricordato nella Fratelli tutti, con i temi legati alla guerra – per esempio il nucleare – e che in queste settimane e in questi mesi terribili sta coinvolgendo tutto il mondo, non facendoci dimenticare le altre guerre, che sono anch’esse guerre mondiali. È in questo contesto che, sottolinea il Card. Zuppi senza timore, «si colloca il cammino della Chiesa italiana verso il Sinodo generale e sulla sinodalità e che continuerà, per la Chiesa italiana, come cammino sinodale, coinvolgendo tutte le sue componenti per poi arrivare a delle decisioni”. Un cammino sinodale, ha sottolineato il Presidente della Cei, che continua con l’ascolto: una Chiesa che ascolta, e l’ascolto ferisce. Quando la Chiesa ascolta, fa sua la sofferenza. Alla comunità ecclesiale spetta il compito di capire come essere madre vicina e come incontrare i tanti compagni di strada di questo viaggio, tramite un’azione di sostegno, vicinanza e sinodalità e forte dell’esperienza dei predecessori che con saggezza di pastori hanno favorito i processi e i cambiamenti sempre sul filo della carità e giustizia, ma soprattutto hanno guidato tutta la Chiesa crescendo nella fraternità e nella pace, al punto che è indispensabile essere veri artigiani della pace. Di qui parte l’augurio del M.C.L. che auspica insieme a tutto il mondo del lavoro a non camminare soli senza capire le scelte della Chiesa, che possono sembrare così distanti e a volte incomprensibili. In realtà è la Chiesa che cammina in quella che è la missione di sempre: una Chiesa che parla a tutti e vuole raggiungere il cuore di tutti.
Gilberto Minghetti