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26/05/2022
Il cardinale Zuppi nuovo presidente della Cei
Per poter vivere un rapporto diretto con il territorio e la gente c’è bisogno di rafforzare la condivisione e la sinodalità, in ordine alle domande, le attese, i problemi delle tante diocesi d'Italia

Ci rallegriamo immensamente nella nuova nomina alla Presidenza dei Vescovi CEI del card. Matteo Maria Zuppi. Nella radice pastorale del suo ministero si rinnoverà la motivazione da cui partire e da tenere sempre presente per guardare ai problemi sociali, economici e culturali che il paese vive e che tutti stiamo attraversando come ebbe a sostenere nel settembre 2019 con la sua partecipazione al tradizionale corso di formazione organizzato dall’MCL a Senigallia. Per poter vivere un rapporto diretto con il territorio e la gente c’è bisogno di rafforzare la condivisione e la sinodalità, in ordine alle domande, le attese, i problemi delle tante diocesi d'Italia per vivere in una sintesi che permette di cogliere una nazione reale, un popolo cristiano molto unitario, ma anche con molta complessità e varietà dei mille territori e comuni in cui si articola il Paese. Possa il nuovo incarico contribuire a far penetrare nelle mentalità di tutti un’attitudine a ragionare sulle tante questioni senza spaventarsi dei problemi seri che oggi, non troppo diversamente da ieri, sono sul tappeto alle famiglie in difficoltà: adulti che sono estromessi dal sistema, giovani in cerca di occupazione stabile, anche in vista di formare una propria famiglia ed ogni situazione di fragilità. Davvero nella Sua persona ci è dato di scorgere il Pastore all’altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile; in Lui noi vediamo il maestro che parla della verità di Dio e rivela il giusto rispetto per la verità degli uomini.

Tutto l’M.C.L. rinnova filiale osservanza al Suo magistero di pensiero e di vita confermando fin d’ora la medesima vicinanza affettuosa e sincera che ha avuto modo di sperimentare nei tradizionali incontri non solo istituzionali, ma anche di alto valore ecclesiale. Perché tutta la Chiesa – in particolare la nostra diocesi di Bologna - sia all'altezza della sua vocazione e diventi sempre più quella che corrisponde al disegno di Dio, la cui presenza è necessario rendere presente al mondo contemporaneo, fin dentro le condizioni quotidiane dell'esistenza. Poi si deve dire grazie al Papa e ai confratelli Vescovi. Al Papa, perché nella terna indicata dai Vescovi lo ha indicato, quindi scelto, e ai Vescovi perché lo hanno indicato nella terna. Questa fiducia del Papa, che presiede nella carità col suo primato, e della collegialità insieme alla sinodalità, è la Chiesa in uscita indispensabile punto di riferimento per quanti sono alla ricerca di spiritualità e non solo. Il momento che stiamo vivendo, sia in Italia, in Europa e nel mondo, sia come Chiesa: due cose strettamente unite fra di loro. La pandemia da Covid 19 che ha rivelato le nostre fragilità e le nostre debolezze, con tutte le domande che ha aperto, le consapevolezze e le dissennatezze che ha provocato, allontanando tutti dalle relazioni.

Alla pandemia si è aggiunta la guerra, che con tanta insistenza papa Francesco aveva indicato e ricordato nella Fratelli tutti, con i temi legati alla guerra – per esempio il nucleare – e che in queste settimane e in questi mesi terribili sta coinvolgendo tutto il mondo, non facendoci dimenticare le altre guerre, che sono anch’esse guerre mondiali. È in questo contesto che, sottolinea il Card. Zuppi senza timore, «si colloca il cammino della Chiesa italiana verso il Sinodo generale e sulla sinodalità e che continuerà, per la Chiesa italiana, come cammino sinodale, coinvolgendo tutte le sue componenti per poi arrivare a delle decisioni”. Un cammino sinodale, ha sottolineato il Presidente della Cei, che continua con l’ascolto: una Chiesa che ascolta, e l’ascolto ferisce. Quando la Chiesa ascolta, fa sua la sofferenza. Alla comunità ecclesiale spetta il compito di capire come essere madre vicina e come incontrare i tanti compagni di strada di questo viaggio, tramite un’azione di sostegno, vicinanza e sinodalità e forte dell’esperienza dei predecessori che con saggezza di pastori hanno favorito i processi e i cambiamenti sempre sul filo della carità e giustizia, ma soprattutto hanno guidato tutta la Chiesa crescendo nella fraternità e nella pace, al punto che è indispensabile essere veri artigiani della pace. Di qui parte l’augurio del M.C.L. che auspica insieme a tutto il mondo del lavoro a non camminare soli senza capire le scelte della Chiesa, che possono sembrare così distanti e a volte incomprensibili. In realtà è la Chiesa che cammina in quella che è la missione di sempre: una Chiesa che parla a tutti e vuole raggiungere il cuore di tutti.

Gilberto Minghetti




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