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19/03/2022
Marco Biagi, la sfida di modernizzare il mondo del lavoro
Il ventesimo anniversario รจ anche l'occasione per riaffermare un impegno che deve vederci protagonisti

La notizia dell’assassinio del prof. Marco Biagi l’apprendemmo nei tg della sera, si trattava della “morte di un riformista”. Attoniti e addolorati, tre giorni dopo ci ritrovammo alla Domus Mariae in Roma per un Convegno sul Mercato del Lavoro, che fu fortemente condizionato dal luttuoso evento e che vide tra i relatori più di qualcuno che aveva contribuito alla stesura del suo “Libro bianco” uscito nell’ottobre 2001. Il ventesimo anniversario è anche il momento per ricordare con lui quanti hanno pagato con la vita il desiderio di rendere più umano il mondo del lavoro, una tragedia tutta italiana che segna in modo indelebile la nostra società. Allo stesso tempo è l'occasione per riaffermare un impegno che deve vederci protagonisti, in un frangente così grave e delicato, non solo per la nostra Italia, ma per tutto il mondo. L’effetto della crisi economica e della pandemia sul mondo del lavoro, ma più in generale nei rapporti sociali, le conseguenze per ora ignote e in continuo divenire della guerra che sta martoriando l’Ucraina, avranno certamente bisogno di quella solidarietà intelligente che nel lungo tempo risulterà anche conveniente.

Per il nostro Movimento significa guardare al futuro, nella consapevolezza del peso della storia che ne ha contrassegnato l’esistenza. Una parte importante di questa storia si intreccia con quella di Marco Biagi e con la scuola che il suo allievo Michele Tiraboschi ha portato avanti all’indomani del suo assassinio. Un rapporto quello con Michele Tiraboschi, la Fondazione Marco Biagi e Adapt, che ha visto MCL essere tra i primi a sostenerne lo sforzo per non disperdere l’opera del giurista emiliano. Il nostro è stato e continua ad essere un sostegno fedele e convinto, manifestato anche in alcuni momenti influenzati da un forte antagonismo, che nel tempo è cresciuto trasformando la collaborazione in un rapporto di amicizia, che continua a generare frutti nuovi per il nostro Movimento. La sfida di modernizzare il mondo del lavoro italiano e di renderlo realmente inclusivo, la necessità di attualizzare le tutele e di superare le dicotomie e ancor di più la perniciosa dialettica che permane nel mondo del lavoro, l’obbligo di preservare la dignità dei lavoratori e di guardare al destino delle famiglie, devono caratterizzare la presenza di un Movimento come il nostro. Una strada che vogliamo percorrere con quegli amici che, come noi, hanno a cuore il bene comune e che, come noi, desiderano generare una società con al centro sempre la persona.

Antonio Di Matteo




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