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02/03/2022
Mercati, fenomenologia degli effetti della guerra
Le implicazioni dell’invasione russa dell’Ucraina si stanno riflettendo sul mercato azionario statunitense e mondiale

Un’analisi quanto mai attuale va fatta in una fase di mercato che, dopo la forte ripresa successiva al crollo da Covid nella primavera del 2020, ha visto da inizio anno i mercati cambiare trend e cominciarne uno ribassista, prima con le preoccupazioni legate alla corsa dell’inflazione e quindi al rialzo dei tassi e alla fine dell’immissione di liquidità da parte delle banche centrali e, la scorsa settimana, subire i contraccolpi della guerra russa in Ucraina. Si è di nuovo guerra nel continente europeo. E le implicazioni dell’invasione russa dell’Ucraina si stanno riflettendo sul mercato azionario statunitense e mondiale. Ma come, statisticamente, si è comportato l’indice Down Jones dopo le ultime quattro dichiarazioni di invasione o di guerra nel Vecchio Continente, più simili all’attuale invasione, tenendo conto che i due esempi (l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia e la Germania invade la Polonia) scatenarono guerre mondiali? Su un grafico pubblicato da un analista è dimostrato come i comportamenti del paniere Usa, con esempi probabilmente più rilevanti, i paesi più piccoli hanno tentato di rivolgersi a Occidente e di sottrarsi al controllo della Russia. In questi casi particolari, le loro aspirazioni furono represse da un’invasione URSS/russa e alla fine che Down scese per circa un anno a seguito di ciascuno di questi atti di aggressione in qualche modo simili. Tra le conseguenze del conflitto Russia-Ucraina, il settore delle rinnovabili potrebbe beneficiare di un’accelerazione nei processi di investimento e delle autorizzazioni di legge. Secondo alcune fonti, sarebbero già pronti 85 mld di euro di investimenti nei prossimi tre anni per 60 GW di capacità. Tra le tecnologie che potrebbero beneficiare di una ulteriore spinta alla crescita poi ci sarebbe anche il settore del biometano.

La richiesta di intervento è quindi quella di un provvedimento sblocca centrali che potrebbe far partire 15-16 GW di capacità già il primo anno. Secondo altri esperti l’UE procederebbe ulteriormente sul fronte dell’accelerazione sulla transizione energetica, con conseguenti benefici di lungo termine per società esposte a rinnovabili, biogas, economia circolare e idrogeno. Il Cremlino potrebbe oggi cessare le forniture e per l’Italia, se viene meno l’energia, diventerebbe più complicato pagare tutto ciò di cui non possiamo fare a meno. Le  banche italiane hanno 25 mld di esposizione verso la Russia ed oggi, tra le più esposte al settore rinnovabili; secondo Equita, (la principale investment bank indipendente in Italia, quotata sul segmento STAR di Borsa Italiana, che da più di 45 anni mette al servizio di investitori professionali, imprese e istituzioni finanziarie le proprie competenze e la propria conoscenza dei mercati finanziari), fra i quotati in borsa sarebbero: Erg che da oltre 80 anni opera nel settore dell'energia, attiva nella produzione di energia da fonte eolica, solare e termoelettrica cogenerativa ad alto rendimento e a basso impatto ambientale. È il primo operatore eolico in Italia e tra i principali in Europa e ha scelto di adottare un modello di business orientato allo sviluppo sostenibile e alla decarbonizzazione, coerente con il processo di transizione del sistema energetico in atto a livello mondiale. Alerion, un gruppo industriale elettrico, specializzato nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ed in particolare nel settore eolico. Falck, sempre in prima linea nel panorama industriale italiano, dimostra attenzione per il territorio e rispetto per l’ambiente, ha scelto da tempo di aderire ai principi dello sviluppo sostenibile, ha focalizzato la propria missione principalmente sulla produzione di energia da fonti rinnovabili. Acciona Energia, che da 20 anni in Italia offre soluzioni per la gestione del ciclo integrale dell'acqua ed infine, Enel, il fornitore di energia elettrica e gas metano del gruppo Enel.

Esposizioni importanti anche per A2a ed Iren che oltre agli investimenti in rinnovabili sono presenti anche nella filiera dell’economia circolare e del biogas. Forte esposizione all’economia circolare nonché a progetti nel biogas e nell’idrogeno anche per Hera. Qualcuno l’ha definita «l'arma atomica finanziaria»: l’esclusione di  Mosca dallo Swift (Society for worldwide interbank financial telecommunication), infatti, equivale a staccare la spina delle banche russe dal sistema di comunicazione finanziaria internazionale basato in Belgio. Ma i dubbi dei ministri europei non mancano: i contraccolpi immediati li soffrirebbe innanzitutto il Vecchio continente. Lo Swift non è, come si crede comunemente, un sistema di pagamento, ma un sistema di messaggistica fra banche, garantito dalla fiducia reciproca e dagli standard comuni degli 11.500 istituti di credito consorziati in oltre 200 Paesi. Le transazioni internazionali restano possibili anche senza lo Swift, ma diventano più lente e più complicate. Nel caso in cui fossero disconnesse da Swift, inoltre, le banche russe potrebbero appoggiarsi al sistema cinese che ha utenti in oltre cento paesi, ma colpire le banche russe è una delle sanzioni più efficaci per pagare un prezzo elevato a chi ha dichiarato la guerra in Europa. La possibile alternativa? Forse l’esclusione  all’accesso al dollaro e chi fa transazioni con banche russe avrebbe un effetto devastante, secondo JP Morgan. Impedire l’uso del dollaro per Mosca sarebbe però un vero guaio per le imprese che vendono in Russia, significherebbe non ricevere pagamenti. l’Italia, che è il terzo esportatore per oltre 8 mld, sa bene che effettuare operazioni in dollari è un alto rischio e con la finanza russa messa all’angolo sarebbe troppo pericoloso.

 

Gilberto Minghetti




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