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22/02/2022
Caro bollette, il grido di allarme delle coop sociali
Per una cooperativa sociale ritrovarsi a pagare decine di migliaia di euro in piĆ¹ al mese rappresenta un problema enorme

Il caro bollette mette in ginocchio anche il sistema del welfare regionale. L'allarme arriva direttamente da Confcooperative: le cooperative sociali (oltre 700 quelle presenti da Piacenza a Rimini, aderenti alle centrali cooperative) confessano di essere ancora provate dalle misure anti-Covid - che hanno comportato importanti aumenti nei costi di gestione -, e ora rischiano il tracollo definitivo a causa dei rincari pesanti che riguardano i costi dell'energia e che stanno mettendo a rischio l'assistenza alle persone fragili. Il grido d'aiuto arriva direttamente dalle realtà emiliano-romagnole, come la coop sociale 'Il Pellicano' di Bologna, che gestisce tre plessi scolastici e diversi servizi per minori: uno di questi edifici ha presentato un conto dell'energia elettrica, rispetto allo scorso anno, passato da 1.200 a 2.500. E il gas è anche peggio; una bolletta da 12mila euro, che comprende due mensilità, cioè dicembre e gennaio. Nel 2021 per un mese € 3.500, e oggi ci ritroviamo in questo stato. È proprio una situazione insostenibile e chiedere aiuto è davvero difficile: non si sa come fare. Anche i vari consulenti hanno consigliato, in pratica, di prevedere per il 2022 esattamente il doppio della spesa rispetto ai dodici mesi passati.

Non si riesce a chiedere agevolazioni, in attesa di capire come funzionerà il nuovo decreto. Un po' se ne è parlato, ci sono delle promesse, ma ancora niente di certo. Soprattutto perché il danno più grosso lo abbiamo incassato, non si capisce dunque come andranno a calmierare, in quanto sarebbero spese già sostenute. Perché, intanto, le bollette bisogna comunque pagarle. A raccogliere e dar voce alla disperazione del mondo del welfare è il presidente di Confcooperative, Federsolidarietà Emilia Romagna, a cui ogni giorno arrivano dalle nostre sedi sociali segnalazioni di strutture allo stremo, che si trovano a dover fare i conti con aumenti del gas anche del 160% per le bollette degli ultimi mesi e del 60% per l'energia elettrica. Per una cooperativa sociale che gestisce una residenza per anziani, o un centro diurno per minori in difficoltà, o ancora persone con disabilità, ritrovarsi a pagare decine di migliaia di euro in più al mese rappresenta un problema enorme, al quale non si può certo fare fronte da soli. Inoltre, ci sono segnalazioni di cooperative con bollette passate da 15mila a oltre 40mila euro in un solo mese e per chi lavora nel welfare, con margini pressoché inesistenti, è davvero impossibile resistere a lungo.

E’ quindi logico esprimere la grande preoccupazione delle cooperative sociali di «non riuscire più a stare in piedi», se la situazione non cambierà; poiché ci si trova a rischio desertificazione del welfare quando invece, grazie anche ai fondi del Pnrr, si dovrebbe investire e rilanciare. Chiediamo quindi, con insistenza al governo, alla Regione, alle amministrazioni comunali e alle aziende sanitarie interventi di emergenza per calmierare l'infiammata dei costi. Ne va della tenuta del nostro sistema di welfare regionale, che eroga servizi a un milione di cittadini e dà occupazione a oltre 62mila persone, in gran parte donne. Chiediamo, infine, spiegazioni al Governo sul cambio di strategia in un momento in cui proprio l’emergenza globale provocata dal coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza. Secondo l’Ufficio studi della CGIA di Mestre, il Governo dovrebbe essere più incisivo, così come hanno fatto molti altri paesi europei. Spagna e Francia, ad esempio, hanno imposto dei tetti agli aumenti delle bollette per un periodo temporaneo. Polonia, Portogallo, Grecia, ed Estonia, invece, hanno previsto anche sconti o azzeramenti totali delle tariffe di rete, rinviandone nel tempo gli aumenti o ponendoli a carico del bilancio dello Stato.

Gilberto Minghetti




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