PRIMO PIANO
29/07/2020
Verso le regionali di settembre
sarà un’estate rovente

Si tratterà di una sorta di election day, visto che le regionali stando al decreto Elezioni saranno accorpate al primo turno delle amministrative e al referendum sul taglio dei parlamentari. I sondaggi che già sono stati effettuati nelle scorse settimane, andrebbero a evidenziare nelle Regioni interessate la netta crescita del centrodestra che sogna di strappare al centrosinistra altri Consigli dopo il filotto del 2019, anche se molto dipenderà da una possibile alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico che vedo molto dura.

“Il decreto stabilisce - si legge nel comunicato ufficiale del governo in piena emergenza coronavirus - che gli organi elettivi regionali a statuto ordinario il cui rinnovo è previsto entro il 2 agosto 2020 durino in carica 5 anni e 3 mesi e che le elezioni si svolgano nei 60 giorni successivi a tale termine o nella domenica compresa nei sei giorni ulteriori”.
Visto che molti Consigli stanno per scadere, diversi governatori avevano chiesto al governo di votare il 26 luglio. Troppo presto per il CdM, con il governo che alla fine ha optato per il 20 e 21 settembre.

A seguito delle dimissioni dell’ex presidente Antonio Fosson, anche in Valle d’Aosta si tornerà alle urne sempre durante l’election day dopo che inizialmente erano state fissate al 19 aprile. Alle elezioni regionali a differenza delle amministrative non è previsto alcun ballottaggio, tranne che in Toscana dove se nessuno raggiunge il 40% si va al testa a testa, con il candidato che prende anche un solo voto in più dei suoi avversari che viene poi eletto governatore. Sarà una vera e propria estate di fuoco.

Diamo un’occhiata a cosa sta accadendo nelle Regioni interessate. In Toscana il Partito Democratico dovrà difendersi dall’assalto del centrodestra; qui il PD ha deciso così di giocare d’anticipo candidando Eugenio Giani, attuale presidente del Consiglio Regionale dato in vantaggio nei sondaggi. Nel centrodestra la scelta è ricaduta sulla leghista Susanna Ceccardi, mentre nel Movimento 5 Stelle tramite le regionarie è stata incoronata l’attuale consigliere regionale Irene Galletti. L’ultimo sondaggio in merito alle elezioni in Toscana è stato realizzato, per Porta a Porta, dall’istituto Noto e vedrebbe in testa Giani anche se il margine di vantaggio sulla Ceccardi non appare incolmabile.

Nella mia Regione, le Marche, non ci sarà una nuova candidatura per il governatore di centrosinistra uscente Luca Ceriscioli. Escluso comunque un patto con i 5 Stelle, il PD ha indicato il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi che ha ottenuto il disco verde anche da parte degli alleati. Nel centrodestra, la scelta è spettata a Fratelli d’Italia che ha deciso di puntare sul deputato Francesco Acquaroli mentre per il Movimento 5 Stelle il candidato, salvo un’intesa in extremis con il centrosinistra, sarà Gian Mario Mercorelli. Come si può vedere, Acquaroli sarebbe in netto vantaggio rispetto a Mangialardi, con la situazione che però si potrebbe capovolgere nel caso di un simposio tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle.

Tra tutte le regioni chiamate al voto nel 2020 il Veneto è senza dubbio la regione dove l’esito appare più scontato, con Luca Zaia che non dovrebbe avere problemi a essere riconfermato presidente. Il Movimento 5 Stelle attraverso le consuete regionarie ha scelto di puntare su Enrico Cappelletti, mentre per il centrosinistra il candidato sarà il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni con Italia Viva che invece sosterrà Daniela Sbrollini. Battere Luca Zaia, guardando il sondaggio di fine giugno, sarebbe comunque una impresa molto ardua anche se ci fosse stata una alleanza M5S-centrosinistra, con queste elezioni che sembrerebbero avere un destino già segnato.

In Campania Vincenzo De Luca dopo il boom di popolarità coinciso con l’emergenza coronavirus ha ottenuto una nuova candidatura, facendo così tramontare l’idea di una alleanza con il Movimento 5 Stelle con Sergio Costa candidato: a questo punto i pentastellati hanno scelto di puntare su Valeria Ciarambino. Ha preso la sua decisione Forza Italia a cui spettava il compito di esprimere il candidato governatore della regione: Silvio Berlusconi ha ufficializzato l’ex governatore Stefano Caldoro, vincendo le perplessità della Lega. Stando al sondaggio del 25 giugno dell’istituto Noto, De Luca sarebbe nettamente in testa rispetto a Caldoro, andando così a ribaltare una situazione che fino a qualche mese fa veniva descritta come esattamente all’opposto.

In Liguria anche se in teoria il Movimento 5 Stelle ha ufficializzato Alice Salvatore come candidato, dopo il voto di Rousseau che ha acconsentito a una trattativa con il PD il giornalista Ferruccio Sansa è stato scelto come candidato unitario giallorosso. Una corsa separata di fatto avrebbe spianato la strada a una riconferma di Giovanni Toti, anche se Forza Italia non è molto entusiasta dell’appoggio al governatore dopo la sua scissione con la nascita di Cambiamo! Per il sondaggio realizzato dall’istituto Noto, Giovanni Toti sarebbe nettamente in testa nelle intenzioni di voto, con il vantaggio che però diminuirebbe in caso di un candidato unitario giallorosso.

In Puglia Michele Emiliano sarà di nuovo in campo dopo aver vinto le primarie di coalizione. Impossibile una alleanza con i 5 Stelle, che tramite le regionarie hanno scelto di puntare nuovamente su Antonella Laricchia, con Ivan Scalfarotto che invece sarà il candidato di Italia Viva, +Europa e Azione. Il centrodestra intanto ha scelto di candidare Raffaele Fitto, già governatore dal 2000 al 2005, che nell’ultimo periodo ha aderito a Fratelli d’Italia dopo aver abbandonato Forza Italia e fondato la sua Direzione Italia. Stando sempre al sondaggio di Noto del 25 giugno, più che la mancata intesa con Italia Viva per Michele Emiliano potrebbe essere decisiva la corsa separata del Movimento 5 Stelle, visto l’11% attribuito da Noto ad Antonella Laricchia.

A seguito di un’inchiesta sulla ’ndrangheta, lo scorso dicembre il presidente Antonio Fosson, governatore della Val D’Aosta, si è dimesso dalla carica. Adesso è arrivato lo scioglimento ufficiale dell’Assemblea valdostana, rendendo necessario delle nuove elezioni. Al momento le indiscrezioni parlano di una Lega che potrebbe andare per conto proprio, mentre il PD ha scelto di siglare un patto con Rete Civica, ma grande attenzione bisogna dare come sempre alle scelte dei partiti tradizionali del territorio Union Valdôtaine e Union Valdôtaine Progressiste.

Insomma non ci resta che aspettare il terzo weekend di settembre per vedere se il Governo sarà promosso o bocciato dagli italiani!


Luca Cappelli
 




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet