PRIMO PIANO
07/07/2020
La scuola del ministro Fioroni
La “riforma-non riforma” che piacque a molti

Nonostante la riforma Moratti fosse stata bocciata, il Ministro presentò una serie di decreti che obbligavano le scuole ad adattarsi a nuove normative. Toccò a Giuseppe Fioroni, Ministro della pubblica istruzione del secondo governo Prodi, dal 17 maggio 2006, a porre rimedio smontando, in maniera sistematica, le storture che tante contestazioni avevano sollevato nel mondo della scuola, riuscendo a bloccare, almeno per un anno, i decreti Moratti in attesa di una nuova normativa. Il Governo Prodi durò poco, pertanto Fioroni non ebbe il tempo di continuare il suo lavoro e, ciò che riuscì a fare, fu definita una “riforma non riforma”, ma piacque a molti.

Nelle sue “Indicazioni”, il Ministro chiarì che “lo studente come persona”, fosse l’asse portante di tutta la scuola. La formazione è, contemporaneamente, educazione e istruzione, acquisizione di conoscenza, abilità e competenze. Ciò sarebbe stato possibile solo superando la frammentazione del sapere, l’affermazione della necessità del dialogo, inteso come educazione alla interculturalità e alla relazionalità. “Tutto ciò, afferma Fioroni, non può prescindere dal rispetto degli insegnanti, intesi come soggetti centrali del complesso mondo dell’istruzione”.

Nel presentare la “riforma Fioroni”, il Viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico, così si espresse: “Con l'obbligo a 16 anni, la riforma dei tecnici e dei professionali e l'integrazione dell'area post diploma, abbiamo smontato e cambiato una parte fondamentale della riforma Moratti, evitando la svalorizzazione dell'istruzione tecnico e professionale".
Nella sostanza, Fioroni reintrodusse gli istituti tecnici e professionali nel sistema di istruzione secondaria superiore, abrogò i licei tecnologici ed economici istituendo i Poli tecnico professionali, almeno uno in ogni Provincia, intesi come organismi di natura consortile, formati da alcune componenti:

1. ricostituzione degli istituti tecnici e professionali;
2. istituzione di strutture formative accreditate per il conseguimento di qualifiche (gli attuali percorsi triennali) e diplomi professionali spendibili a livello nazionale ed europeo;
3. promozione, in modo stabile e organico, della cultura scientifica e tecnica e delle misure per lo sviluppo economico e produttivo del Paese.
4. rispondere alle esigenze delle imprese, alla continua ricerca, senza trovarli, di centinaia di migliaia di giovani che avessero qualifiche e diplomi tecnico professionali specifiche.

In pratica il potenziamento degli istituti tecnici e professionali, quali istituzioni appartenenti al sistema dell'istruzione secondaria superiore, avrebbe dovuto essere collegato stabilmente con il mondo del lavoro, con la formazione professionale e con l'università e la ricerca.

Quindi l’avvio di un percorso di studi post-secondario, parallelo e alternativo all'università, atto a fornire competenze specialistiche superiori.

Anche il monte ore di lezioni avrebbe dovuto essere sostenibile dagli allievi, prevedendo maggiori attività di laboratorio, di tirocinio e di stage, volti ad orientare al meglio lo studente nelle scelte universitarie, ai percorsi alternativi post-diploma e nel mondo del lavoro.

Unitamente al sistema delle Regioni e delle Autonomie Locali, i percorsi dell'istruzione e formazione professionale, le qualifiche e diplomi professionali, sarebbero stati spendibili su tutto il territorio nazionale ed europeo.

A livello generale gli insegnanti, nell'ambito dell'autonomia didattica, progettano i Piani dell'Offerta Formativa, possono operare compensazioni tra le varie discipline, introdurne di nuove, ampliare tempi e spazi di approfondimento, anche in relazione con l’incremento della quota di flessibilità oraria che passa dal 15% al 20%. Spendibile per le realtà storico-culturali regionali.

L’unica cosa che non piacque fu la proposta di interventi economici a favore delle scuole da parte di Fondazioni e Imprese; idea che fu messa da parte.

La caduta del Governo bloccò l’opera di riforma della scuola che, a parere di molti, stava finalmente prendendo un giusto indirizzo, salvaguardando la valenza formativa, umanistica e scientifica, dei licei e l’utilità degli istituti professionali.

Alberto Fico
 




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet