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25/05/2020
La Laudato Sì ha solo cinque anni!
all’interno di questo orizzonte si apre lo spazio del nostro impegno di lavoratori cristiani impegnati

In questi cinque anni la Laudato Sì ha profondamente cambiato il nostro sguardo sulla realtà e il nostro stile di vita, aiutandoci a fare attenzione a dimensioni che prima forse nemmeno vedevamo, spingendoci ad intraprendere nuovi percorsi e a dare il via a nuovi processi. Tutto questo lavoro ha consentito al MCL di approfondirne sempre di più il messaggio, scoprendone una ricchezza e una vitalità straordinaria.

La ricchezza del suo paradigma come sguardo sulla realtà che ci circonda, sottolineata da una rilettura a partire da circostanze diverse e nuove, ha dimostrato inalterata la sua capacità generativa di fronte agli eventi e ai processi più significativi vissuti dalla Chiesa in questi cinque anni, che hanno a loro volta consentito un ulteriore approfondimento del messaggio dell’enciclica.

Infatti, mentre ci confrontiamo con la pandemia di COVID-19 e siamo tutti alle prese con il lockdown e la paura del contagio, anche se riguarda la sanità e la medicina, pure l’economia e il lavoro così come le abitudini quotidiane, la cultura e l’immaginario, ne hanno subito conseguenze profonde e durature. Non parliamo poi dell’impatto con i media e le nuove tecnologie, che ci ripropone domande di senso ma ci fa anche sperimentare forme di partecipazione straordinaria ai riti attraverso i media, mai visti.

Di fronte a tutti questi fenomeni, diversi ma con molte analogie, il paradigma dell’ecologia si rivela particolarmente appropriato per visualizzare e concettualizzare le modalità con cui si svolgono i processi di globalizzazione, con tutte le loro interconnessioni e trasversalità.

Il Sinodo - che non si è limitato alle sole questioni ecclesiali e pastorali (atteggiamento dei giovani nei confronti della religione, annuncio della fede e pastorale giovanile, promozione delle vocazioni sacerdotali e religiose, ecc.) - ha approfondito tutte le dimensioni della vita dei giovani, compreso il mondo digitale, dal lavoro alla sensibilità per le discriminazioni e per la tutela dell’ambiente.

Del resto, il dialogo interreligioso è oggi imprescindibile per «unire tutta la famiglia umana» (Laudato Sì, n. 13), cioè per costruire un soggetto collettivo capace di farsi carico del compito della cura della casa comune, della promozione della giustizia e della costruzione della pace, ma resistendo alla tentazione dell’uniformità e dell’omologazione. Solo in questo modo sarà possibile salvaguardare l’originalità del contributo che ciascuno è chiamato a offrire, secondo la lezione fondamentale di EG, n. 236.

Infatti, nel sostenere il valore della biodiversità a prescindere dall’utilità delle singole specie (vedi anche nn. 33-34), il Documento di Abu Dhabi afferma: «Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi». Per questo, si pongono autenticamente al servizio del riferimento al progetto l’instancabile forza di ispirazione  dell’enciclica, che non smetterà di dar vita a tante iniziative, a partire da quelle previste in questi mesi e posticipate a causa della pandemia, tra cui l’evento “Economy of Francesco”, fissato ad Assisi e slittato da marzo a novembre, nonché l’incontro del Patto educativo globale (Global compact on education), spostato da maggio a ottobre, a cui il MCL  non mancherà di dare attenzione. Ciascuna di esse offrirà una diversa prospettiva sull’ecologia integrale, arricchendo quelle precedenti e invitandoci a proseguire in un cammino di progressiva attuazione che non ne esaurirà mai la forza generativa e non dimenticherà il valore del lavoro equiparato al  progetto di Dio per la sua creazione, in cui la proposta dell’ecologia integrale è radicata, continuerà a rappresentare un orizzonte di senso, fino a quando la storia giungerà al proprio compimento, confermato nel passaggio: «La vita eterna sarà una meraviglia condivisa, dove ogni creatura, luminosamente trasformata, occuperà il suo posto e avrà qualcosa da offrire ai poveri definitivamente liberati» (Laudato Sì, n. 243).

All’interno di questo orizzonte si apre allora lo spazio del nostro impegno di lavoratori cristiani impegnati a far a suscitare «una varietà di apporti che potrebbero entrare in dialogo in vista di risposte integrali» (Laudato Sì, n. 60) e dello «sviluppo di una nuova sintesi che superi le false dialettiche degli ultimi secoli» (Laudato Sì, n. 121). Questo impegno non sarà vano per il MCL, ma anche per quanti esprimono in tutto il mondo del lavoro le ragioni di una «speranza che ci invita a riconoscere che c’è sempre una via di uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi» (Laudato Sì, n. 61).

Ciò non vuol dire nascondere la testa sotto la sabbia e far finta di non vedere quello che non va, né alzare gli occhi in attesa che l’alternativa scenda come l’elicottero dal cielo. La speranza trasforma il presente, a condizione che, come famiglia umana, ci assumiamo la responsabilità di passare all’azione. Di questo la nostra storia di Movimento ci dà ancora ragione.

Gilberto Minghetti
 




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