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08/04/2020
La solidarietà al tempo del Coronavirus: l’allarme del Forum del Terzo Settore per il volontariato
Un esempio virtuoso in Abruzzo dall’Associazione Veronica G. Di Orio

La crisi globale innescata dal Covid-19 esige risposte complete e tempestive a livello mondiale, europeo e nazionale, capaci altresì di raccogliere il drammatico appello lanciato da tutto il mondo del lavoro, compreso l’universo dell’associazionismo, specie d’ispirazione cristiana. L’ultima denuncia è quella del Forum del Terzo Settore per sensibilizzare tutte le istituzioni sulla pari dignità del non profit rispetto agli altri settori produttivi: non siamo “Figli di un Dio Minore” di fronte a un’emergenza generale che mina la nostra stessa sopravvivenza. Questo in particolare di fronte alle misure insufficienti, fin qui varate dal Governo Conte, dalla Commissione Europea e dalla Bce, nello specifico “per dare continuità all’assistenza delle persone più fragili è indispensabile, ed urgente, mettere in sicurezza l’attività di milioni di volontari ed il futuro stesso delle organizzazioni: AIUTATECI ad AIUTARE”.

Questo il messaggio essenziale del mondo del volontariato attivo che in questi anni sempre difficili ha continuato ad operare, pur tra le incertezze legislative di una Riforma confusa del Terzo Settore, se non contraddittoria, con troppi decreti attuativi, che ancora non riescono a delinearne un futuro certo e condiviso. Queste essenziali parti sociali rappresentano ben 350mila associazioni, enti, cooperative ed imprese sociali certificate dall’Istat. Tutto questo mondo, come gli altri comparti lavorativi, ha anch’esso bisogno di interventi di sostegno al reddito per continuare ad erogare servizi essenziali ai cittadini ed alle persone più vulnerabili, quali i minori e gli anziani, ma anche i rifugiati da teatri di guerra dispersi ora nelle nostre strade.

Il Terzo Settore così: “ha bisogno di risposte tempestive perché altrimenti rischiano di scomparire tante realtà associative”, soprattutto situate in aree periferiche e problematiche del Paese dove spesso non esistono altre risposte significative degli stessi servizi pubblici. Una difficoltà aggiuntiva di questo mondo è raccogliere altresì fondi privati per il loro sostegno attraverso eventi, manifestazioni, come il “fundraising face to face”, in tutti i campi economici, sociali, sportivi e ricreativi.

Dopo questa terribile emergenza sanitaria, ma anche economica e sociale, nulla sarà come prima, dovendo rivedere tutte le politiche strategiche dell’intervento pubblico, che però dovrà ricercare un nuovo equilibrio che rafforzi in particolare la sanità pubblica (recuperando i tagli di ben 36 Mld/E tra il 2010-20), ma anche il ruolo sussidiario del privato sociale nella gestione di tanta parte dei servizi alla persona.

Il Paese che ha a disposizione tante risorse umane e professionali, mobilitate ora in questa fase straordinaria, non potrà tornare dopo ad una “normalità” fatta di una burocrazia lenta e anchilosata, che spesso mortifica il lavoro di 5,5 milioni di volontari, che nel 2018 hanno mobilitato oltre 5 miliardi di euro di donazioni aggiuntivi ai fondi provenienti dalle Fondazioni di origine bancaria, completati dalle erogazioni liberali di imprese private e sociali. Tra le tante iniziative lodevoli appaiono quelle relative al settore della ricerca, specie a favore dei portatori di handicap, minori ed anziani cronici, con alcuni esempi illuminanti come quello rilanciato da Radio Dynamo, con i: “laboratori artistici via Facebook ed una formazione mirata per tutti i ragazzi”. Poi per gli adulti l’Academy con: “webnair ed interventi online sui temi delle responsabilità sociali e non profit”.

In Abruzzo l’Associazione Veronica G. Di Orio, nel cuore della provincia aquilana, già martoriata dal sisma del 2009, ha approntato un originale servizio di assistenza dei giovani, a partire da quelli caduti in depressione, che ora appaiono i più fragili, con gli anziani, proprio nell’affrontare questa devastante convivenza con la pandemia, con il supporto gratuito ed a distanza di esperti psicologi. “IO RESTO A CASA, MA NON SEI SOLO” (con numeri telefonici e mail dedicati), offre ad ogni storia di disagio e di sofferenza un valido aiuto, raccogliendo anche in tal senso l’appello lanciato dal Santo Padre per stare vicino agli ultimi, auspicando così una grande alleanza storica con la scienza e l’etica.

Sergio Venditti




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