Ero a Vienna il giorno in cui arrivò dalla Lombardia la prima notizia circa la diffusione del contagio dal Corona Virus. Subito mi trovai circondato da ironici sorrisetti con cui vari colleghi europei - di diversi Paesi dell'UE - sottolineavano, in silenzio ma eloquentemente, la "particolarità del Bel Paese " e ne determinavano una "certa responsabilità". Ebbi a dire: "guardate che questo problema ci coinvolge tutti" e che dopo "niente sarà più come prima”!
Oggi, tutta l’Europa - o meglio, tutto il pianeta - lotta contro il nemico invisibile, un nemico che non guarda in faccia a nessuno... Molti aspetti vengono posti in discussione da questa vicenda.
L'UE si è mossa in ritardo, la Banca Centrale Europea si è mossa molto male e non sono ingiustificate le richieste di sostituzione della sua Presidente. Al primo grande ostacolo, le nostre istituzioni non sembrano aver più davanti il grande tema del Bene Comune! Questo è a mio avviso il grande tema che dobbiamo porre al primo punto della nostra discussione e da cui dobbiamo ripartire. Si è atteso che il virus dilagasse per denunciare le difficoltà delle economie, difficoltà che poi sono quelle della gente comune, della povera gente.
Il più subdolo individualismo - che da tempo noi denunciamo quale il più grave danno prodotto dall'eccessivo liberalismo economico ed intellettuale - si è manifestato, ovunque, attraverso l'accaparramento dei generi alimentari e l'immagine dei supermercati assaltati resterà tra le icone di queste giornate.
La normalità, fino a ieri vissuta anche con frustrazioni arriviste, oggi ci pone tutti uguali davanti ad una solitudine angosciante e ad un pericolo che ci impone di rivedere i rapporti, tutti, a partire da quello tra l'uomo e la natura!
Già riguardo al dibattito su Greta ed il cambio climatico, ebbi a dire che si assiste e si partecipa ad un “ritorno neo illuminista e neo positivista che tende ad escludere ‘razionalmente’ la presenza di Dio nel mondo”! Oggi questo avviene attraverso il virus e le chiese chiuse, al di là della profilassi sanitaria, ne sono comunque il simbolo evidente: se nel passato, contro la peste, si invocava Dio, oggi questo sembra essere circoscritto agli ultimi fedeli e i più invece si interessano sull'arrivo delle mascherine dalla Cina...
La nostra partecipazione alla costruzione del bene comune sembra improvvisamente aver dimenticato il termine di solidarietà e di sussidiarietà: molta demagogia individualista prevale e gli "esperti del tutto" - seppure bloccati in casa - non perdono tempo nell'utilizzare la lingua per pontificare sentenze, sentenze superficiali ma contagiose!
Molte cose non hanno funzionato nel nostro primo approccio contro il nemico ma, di questo, ne parleremo durante la tregua: oggi non possiamo ostacolare in nessun modo i soccorsi anche se intanto dobbiamo lavorare per ricostruire il Paese. Tutta l'Europa vive questa guerra: tutti ora sono "chiusi" in attesa della tregua ma dobbiamo combattere tutti insieme... Il mondo del lavoro ne uscirà travolto e dovremo essere tutti insieme per costruire il nuovo. La globalità del fenomeno impone a tutto uno sforzo comune...
Ecco che anche la globalizzazione neo liberista - almeno nei fatti - deve essere ripensata e la storia ci insegna che solo una economia sociale di mercato può, e potrà, essere la base solida per "ricostruire". E la ricostruzione non potrà essere "vincolata" dalla "sovranità nazionale" perché questo istituzionalizzerebbe "l'egoismo nazionale" e non andremo così molto lontani, i debiti storici sommati al disastro economico di oggi ci porterebbero alla miseria, miseria economica ed intellettuale. Il virus chiede più cooperazione e questa non può essere condizionata da nessuna frontiera.
Se Benedetto XVI ebbe a dire, nella Caritas in Veritate, che "la crisi (allora quella finanziaria) ci obbliga a riprogettare il nostro cammino" oggi, queste parole, riconfermate ogni giorno da Papa Francesco, debbono essere la premessa per costruire il nuovo abbandonando ogni forma di pensiero ideologico.
La custodia del creato, che ci è affidato da Dio, non può essere perseguita con comportamenti, individuali e sociali, plasmati di egoismo e da interessi: il principio del Bene Comune ci deve coinvolgere in una nuova ragione di partecipazione responsabile. Se ogni crisi è una grande opportunità, anche le Istituzioni Europee, così come fino ad oggi le abbiamo conosciute, dovranno capire che "oltre il perfetto burocratico" esiste una realtà che ha nel suo centro la persona umana.
L'Ue deve diventare qualcosa di più di un organismo artificiale e mostrare un collante morale dopo la stagione del "sogno" - che ha determinato oltre 70 anni di pace in Europa -, deve mostrare un collante morale nuovo... in vero in questi ultimi anni mostrava sempre più mancanza di collante e questo ha determinato lo sfaldamento...
Oggi attraverso la lotta contro il virus passa la costruzione del nostro avvenire.
Piergiorgio Sciacqua