Il dramma del sistema produttivo italiano, da tempo fanalino di coda nel continente europeo, fin qui ristagnante sui tassi di occupazione reali, incapace di recuperare le stesse performance pre-crisi 2008 (- 600 milioni di ore lavorate). Quindi indici statistici positivi, ma che vanno contestualizzati in un nuovo mercato del lavoro indebolito e frammentato, con l'aumento a dismisura dei lavori a termine e di innumerevoli forme di precariato, non solo giovanile. Tutto questo a fronte di centinaia di crisi aziendali, ancora aperte al MISE, testimoni della drammaticità di un quadro di stagnazione economica e sociale, che ancora espelle migliaia di lavoratori, anche senza i requisiti minimi per il pensionamento. L'Europa, con la nuova Commissione Europea, sta varando una positiva strategia di riconversione "Green" dell’intera economia del vecchio continente, all’insegna di una maggiore sostenibilità e circolarità ambientale, con un investimento pluriennale apprezzabile (1000 Mld E.), ma che ora va declinato e sviluppato concretamente, nelle tante economie "diseguali" di questa traballante U.E, specie del dopo "Brexit". In particolare il mercato del lavoro nazionale, deve fare i conti con un persistente divario, non solo tra Nord e Sud del Paese, ma anche tra aree forti e deboli, aggravato dal gap di infrastrutture e servizi primari, che mettono interi territori fuori da una competizione sempre più globale tra "sistemi socio-economici", specie più avanzati ed innovativi.
In tale quadro, in continua evoluzione ed interconnessione, la stessa formazione assume un valore ancora più decisivo, sia per l'accesso ai mercati del lavoro, ma per la stessa riconversione di intere fasce di lavoratori, espulsi dai cicli produttivi in crisi, da reinserire altresì nel vitale settore del privato, anche sociale, riorientando e riqualificando ancor più le risorse fondamentali messe in campo dal Fondo Sociale Europeo. Una sfida decisiva per rivitalizzare l'intero "Sistema Italia", con la profonda trasformazione di interi settori produttivi ad alta maturità, che vanno innovati e rilanciati, rafforzandone tutte le competenze professionali di base, in modo continuo, fino alla massima specializzazione della nostra Alta Formazione Universitaria, già di eccellenza in diverse discipline tecnico-scientifiche. Certamente il tema resta centrale, dell'alta formazione per migliaia di giovani, specie del nostro Mezzogiorno, che però in questi anni sono stati costretti ad un esodo forzato, verso tutti i continenti, alla ricerca di un futuro per sè, in mancanza qui di concrete opportunità di lavoro, legate ai loro studi universitari. Quindi un mercato del lavoro aperto, dinamico, capace di innovazione continua, con un rapporto osmotico con il sistema della ricerca, pubblica e privata, sul modello tedesco della stessa alternanza scuola-lavoro, nel quale costruire nuove opportunità d'impiego per i giovani, assicurandone comunque gli standars quanto-qualitativi minimi, in termini di efficienza, qualità e sicurezza. In particolare il tema della sicurezza sul lavoro, ambientale e della security, assume un valore strategico, rilevante per la stessa competitività nei mercati globali, dove bisogna assicurare sempre più la competizione sulla qualità dei processi e prodotti. Una nuova stagione, auspicata dalla stessa U.E., adeguando le vecchie normative e soprattutto pretendendo la loro stessa applicazione in tutti i Paesi membri, evitando di favorire con la sua diseguale osservanza, un perdurante "dumping", fiscale e produttivo, specie con il vecchio blocco dell'Est. Per questo anche il vitale e variegato mondo del Terzo Settore, deve potenziare fortemente il motore della formazione, su tutti i territori, privilegiando la stessa sicurezza sul lavoro, che ancora registra drammatici indici di incidentalità, su settori primari del mondo produttivo, specie di quello precario e sommerso. Da qui il rapporto rinnovato con il mondo universitario risulta vitale, in questo caso per il Mcl, aprire altresì nuove convenzioni con sedi accademiche prestigiose, dopo quella di Siena, come con quella di Roma "Tor Vergata", da parte dell'Efal, proprio per l'alta formazione sulla sicurezza sul lavoro. Quest'ultima, non solo teorica, ma concretamente monitorata nello stesso privato sociale, con una formazione sempre più efficace e con un "processo educativo circolare", collaborando con gli organismi paritetici, favorendone la qualificazione ulteriore dei formatori e soprattutto la verifica dell’apprendimento effettivo delle competenze da parte di tutti i lavoratori, pubblici e privati. Solo così si darà un concreto contributo, affinchè si attui pienamente lo spirito riformatore dello stesso D.Lgs.81/2008, senza che esso rimanga una delle tante e troppe normative "incompiute" del nostro "Bel Paese''.
Sergio Venditti
Presidente Mcl Abruzzo e Molise