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25/11/2019
Che cos'è il Mes
La riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) prevede la semplificazione di una delle due linee di credito precauzionale che un Paese può chiedere in caso di necessità

L‘Esm nato nel 2011 (European stability mechanism), ribattezzato in italiano Mes, è il meccanismo permanente di stabilizzazione fìnanziaria d'Europa creato per far fronte agli choc innescati dalla crisi del debito sovrano nell'Eurozona ed è stato utilizzato nel salvataggio della Grecia. Sottoscritto dai Paesi Ue, ha sostituito il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf).

1. Come funziona il fondo salva-Stati.  Il Mes per 'stabilizzare’ la zona euro mette a disposizione risorse finanziarie ai Paesi in difficoltà, ma solo  a condizione che sia  rispettato un piano di risanamento economico elaborato sulla base di un'analisi  di sostenibilità del debito pubblico compiuta, nella versione attuale, dalla Commissione europea insieme al Fondo monetario internazionale e alla Bce.

2. I possibili effetti della rìforma. La polemica nasce dal fatto che la Ue sta pensando di riformare il Mes e questo potrebbe essere un rischio per ì Paesi con un debito pubblico alto come I’ltalia. Con la riforma, infatti, per i Paesi che chiederanno aiuto al Mes, I'intervento sarà vincolato a una ristrutturazione ex-ante del debito. Senza questa ristrutturazione, quindi,  il Paese potrebbe non ottenere gli aiuti.

La riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) prevede la semplificazione di una delle due linee di credito precauzionale che un Paese può chiedere in caso di necessità, ma aggiunge come condizionalità l’aderenza alle regole del patto di stabilità.

È  possibile che dopo il Bail-in (o «salvataggio interno››, a danno anche dei depositi sopra i 100mila euro) nel caso di fallimenti bancari, e dopo il Fiscal Compact (il Patto di bilancio europeo, chiave di volta del rigore di Bruxelles), sarà più che mai opportuno, vederci ben chiaro sulle nuove regole dell'Esm (secondo l'acronimo inglese), sui suoi effetti, ma prima ancora sui suoi vincoli e pericoli. E sarà più che mai essenziale che questa volta cittadini e parlamentari siano a conoscenza dell'oggetto misterioso «prima›› di accettarlo e non «dopo››, come è accaduto in passato. Ebbene, Ignazio Visco,  riferendosi a una possibile attivazione del Mes, avvisa  che i piccoli e incerti benefici di una ristrutturazione del debito devono essere bilanciati, con il rischio enorme che il semplice annuncio di una sua ristrutturazione possa innescare una spirale perversa di aspettative di default, le quali potrebbero rivelarsi avveranti. Con il solo Esm - questa la sostanza - rischiamo un boomerang. Mentre diversa sarebbe la prospettiva se si arrivasse contestualmente alla creazione di un vero fondo sovranazionale (al quale trasferire il rischio del debito). Il tutto con il completamento dell'unione bancaria, ma non nella versione che sta bene solo alla Germania. In fondo è la logica del «pacchetto» alla quale sembra essersi convertito anche il nostro presidente del consiglio dei ministri. Dunque, almeno questa volta, gli avvisi a stare accorti giungono prima che ii buoi siano scappati. E non è un cambiamento da poco.

Quel decreto preoccupa l’Italia e sulla riforma del Mes, il fondo salva-Stati, è ormai guerra aperta. E, questa volta, a sparare contro l'esecutivo, che sarebbe stato a un passo dalla firma, non c'è solo la Lega di Salvini, ma anche i Cinquestelle. Una vera e propria offensiva che ha non solo irritato, ma anche spiazzato il premier, tanto da spingerlo a chiedere il rinvio della riforma.

Ma perché la riforma rischia di trasformarsi in un boomerang per l'ltalia? È da almeno un anno che la nuova versione del Fondo salva-Stati, varato nel 2011 per affrontare la crisi della Grecia, è sul tavolo del Consiglio europeo. Tanto che un primo accordo era stato raggiunto nel dicembre del 2018, quando era ancora in sella il governo gialloverde. L'intesa era stata perfezionata 5 mesi fa, con tanto di informativa del premier al Parlamento. Si fa sentire da Bruxelles anche il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli meravigliatosi di vedere come siano le forze che lo hanno contrattato a volerlo ridiscutere: qualche ripensamento di qualcuno? Forse.

Ma la riforma del Mes contiene dei passaggi che potrebbero essere molto pericolosi per un Paese come l'ltalia e che sembrano fatti apposti per venire incontro alle esigenze dei falchi europei. ì Paesi nordici, infatti, possono ottenere l'accesso alle linee di credito previste dal Fondo solo i Paesi che non siano sottoposti alla procedura d'infrazione, con un deficit al di sotto del 3% da almeno due anni e con un rapporto debito-Pil al 60%. ln alternativa devono dimostrare di aver ridotto il debito di almeno un ventesimo negli ultimi 24 mesi. Condizioni capestro per l'Italia che ha un debito di oltre il 134% del Pil con la proiezione al 137% nel 2021.

Per usufruire degli aiuti del Mes l'ltalia potrebbe essere chiamata anche a una ristrutturazione del debito, con sacrifici pesanti anche per gli investitori privati dal momento che sarebbero rinegoziati sia le scadenze sia rimborsi dei titoli pubblici. Uno scenario che rischierebbe di mettere in ginocchio anche il nostro sistema bancario, che ha in pancia circa il 70% dei titoli del nostro debito. Senza contare che l'adesione al Mes è una condizione pregiudiziale per ottenere gli aiuti anti-spread della Bce. Proprio per questo il premier Conte ha già chiesto partner europei di inserire la riforma in un pacchetto di interventi che salvaguardino la stabilità finanziaria. In particolare, il varo di uno strumento di bilancio per la competitività e la convergenza nell'eurozona e l'accelerazione dell'Unione Bancaria, con la garanzia europea sui depositi. Due capitoli sui quali però la discussione è ancora a uno stadio iniziale. Cosi è probabile che il Consiglio europeo di dicembre si ritrovi uno scenario che potrebbe davvero spingere  il nostro premier a esercitare il diritti di veto e bloccare tutto. Non avrebbe tutti i torti dal momento che con ben 'I4 miliardi di euro versati, l'ltalia è il terzo contributore  del fondo dopo Germania e Francia. Come a dire, oltre al danno ci sarebbe a che la beffa.

Gilberto Minghetti

 




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