Le elezioni greche hanno registrato, domenica, il trionfo del partito di Nuova Democrazia di Mitsotakis che, in pochi giorni, ha bissato il successo già registrato alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo ed ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi. Ieri il nuovo presidente del governo ha già giurato e con la svolta politica si chiude la stagione dell’emergenza e si apre una pagina piena di grandi prospettive per la Grecia. Dopo anni di “governo” della Troika e del “socialista democratico” Tsipras, il partito centrista - componente storica del PPE -  fa voltare la pagina ad un Paese stremato da una lunga crisi senza precedenti e pagata aspramente da tutta la popolazione, ma soprattutto dai più poveri. C’è da sottolineare che “Alba dorata” non è entrata in Parlamento, dove invece ha conquistato seggi “Soluzione greca”, nuova aggregazione di estrema destra. Resta poi una piccola pattuglia di comunisti.

Va sottolineato innanzitutto che prima ed al di là delle proposte presentate al Paese, Nuova Democrazia ha saputo rinnovarsi e cambiare la sua classe dirigente. Le attese verso Mitsotakis, erede di una storica dinastia politica greca, sono grandi e la popolazione spera che le sue proposte di taglio alle tasse possano determinare una crescita rapida, e che questa induca alla riduzione del debito che resta enorme. Quando la politica sa parlare alla gente con proposte che passano dal rinnovamento il consenso diventa lo strumento che rende possibile il ritorno alla “politica partecipata”. Sul voto ha sicuramente influito il discusso accordo con “la Macedonia del Nord”, ma dobbiamo evidenziare come i greci - stremati e stanchi - abbiano chiuso con “i ciarlatani della sinistra”. Il risultato non piace però ad un largo settore del mondo dell’informazione e della “cultura”: subito la vittoria di Nuova Democrazia è stata la “vittoria della destra”.

Il PPE - di cui Nuova Democrazia fa parte - non è un partito di destra ed in Grecia la destra non è Nuova Democrazia! La demagogia cerca di salvarsi in calcio d’angolo anche di fronte all’evidenza! Si vuole creare, fin dall’Inizio, un alone di diffidenza e si bolla con la “destra” un’esperienza che niente ha a che fare con ciò che fu la destra anche in Grecia. La prossima tornata elettorale importante in Europa sarà a fine settembre a Vienna: dopo le “vicende” che hanno visto protagonisti i populisti dell’ex vice cancelliere FPO Heinz Christian Stracher, Sebastian Kurta - leader del Partito popolare austriaco - sembra essere il favorito per un grande successo. Anche allora sarà facile dire che “la destra” ha vinto... mai invece che l’analisi si concentri sulla responsabilità dei partiti di sinistra che rincorrono politiche lontane dai bisogni concreti della gente e dai problemi veri. Dal gender alla strumentalizzazione delle migrazioni, la sinistra in Europa - quasi ovunque -  perde consensi per la sua incapacità di offrire proposte credibili e che abbiano il “senso del cambiamento”.

Si continua a scimmiottare un “populismo superficiale”, con la convinzione che oggi basti l’uso dei social per comunicare con la gente e per affrontare i grandi problemi di questo tempo. I problemi non hanno mai soluzioni semplici né facili... bisogna tornare a sostenere, con le idee, una nuova stagione di politica della concretezza, e questo noi lo aspettiamo anche dai nuovi vertici delle istituzioni europee! Essere convinti di avere una “certa superiorità culturale e morale” non aiuta la sinistra a ritrovare politiche di servizio verso la popolazione, ma forse questa capacità loro l’hanno smarrita da molti anni. Mi auguro che anche in Italia, al centro, si sia capaci di una stagione di rinnovamento e di proposte concrete ed intelligenti!

Piergiorgio Sciacqua