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22/02/2019
Il voto degli iscritti Cinque Stelle potrebbe ritorcersi contro Salvini?
la Procura di Catania รจ ancora in moto

All’indomani del voto attraverso la piattaforma Rousseau il leader della Lega ostenta sicurezza: “preferisco la giuria popolare, piuttosto che le giurie di qualità che truccano i risultati, come a Sanremo”. Egli si è persino lanciato in una metafora canora. Gli iscritti del M5S sulla piattaforma Rousseau, chiamati a pronunciarsi sull’autorizzazione a procedere per sequestro di persona in relazione alla vicenda della nave Diciotti richiesta al Senato nei suoi confronti dal Tribunale dei ministri, hanno detto no al processo con un netto 60%.

Matteo Salvini tranquillizza sulla tenuta della maggioranza. Eppure, nonostante lo scampato pericolo con il sigillo finale dell’alleato di Governo, archiviati i problemi giudiziari per il leader della Lega potrebbero iniziare quelli politici. “Che succederebbe se Conte, Di Maio e Toninelli si facessero processare?”, si chiede un autorevole esponente M5S, alludendo ad un possibile scenario che, d’altra parte, è lo stesso Salvini a non sottovalutare. Non a caso, nelle interviste di questi giorni, il ministro dell’Interno ha lanciato un messaggio chiaro sull’epilogo che un’eventuale richiesta di autorizzazione a procedere recapitata anche al premier, Giuseppe Conte, all’altro vice, Luigi Di Maio, e al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, dovrebbe avere. “Io mi auguro che anche loro si avvalgano del giudizio parlamentare. Sarebbe assurdo se ci fossero due trattamenti distinti per il ministro dell’Interno, da una parte, e per il premier e l’altro vicepremier, dall’altra”. Ma lo scenario che il vicepremier vorrebbe evitare è, al momento, tutt’altro che improbabile.

Infatti per Matteo Salvini ci potrebbe essere un rischio boomerang. La decisione della Giunta del Senato di trasmettere alla procura di Catania la memoria difensiva dello stesso Salvini, contenente le lettere con le quali i colleghi di Governo hanno condiviso la responsabilità politica della scelta di ritardare lo sbarco dei migranti della Diciotti, ha messo in moto la Procura di Catania che ha iscritto Conte, Di Maio e Toninelli nel registro degli indagati. E se anche per loro, come avvenuto con Salvini, dovesse arrivare la richiesta di archiviazione, il Tribunale dei ministri potrebbe comunque chiedere nei loro confronti l’autorizzazione a procedere alla Camera d’appartenenza (per il premier che non è parlamentare deciderebbe Montecitorio). Rinunciando allo scudo e accettando di farsi processare, Conte, Di Maio e Toninelli metterebbero Salvini in una posizione molto scomoda. Offrendo all’opinione pubblica l’immagine di un ministro che scappa dal processo a differenza dei suoi colleghi di Governo. Questa potrebbe essere un’arma straordinaria da utilizzare per recuperare terreno nella campagna elettorale per le imminenti Europee.

Cari amici ogni giorno ci ritroviamo a parlare dell’attuale Governo e di quanto durerà. Essa è la domanda che si fanno in tanti in Italia e all’estero. Naturalmente è impossibile rispondere con certezza. Qualunque previsione è un azzardo. Quello che si può fare è chiedersi quali sono le ragioni per cui cadono i governi e capire se l’una o l’altra delle ragioni possibili si possono applicare al governo giallo-verde.

Anche per i partiti al governo l’obiettivo primario è quello di massimizzare la possibilità di restarci, e quindi massimizzare il consenso. M5s e Lega sono arrivati al governo con una dote elettorale scaturita dalle elezioni del 4 Marzo: 32,7 per cento di voti per il primo e 17,4 per cento per il secondo. Però già dopo pochi mesi le cose sono cambiate. Ed oserei dire di molto. Infatti secondo gli ultimi sondaggi oggi la Lega è il primo partito con oltre il 30% delle intenzioni di voto. A Marzo c’era un distacco di circa 15 punti percentuali a favore del M5S. Oggi è il M5S a inseguire. Questo mutamento introduce un fattore di disturbo nel rapporto tra i due partiti. La competizione tra partiti non caratterizza solo la campagna elettorale. Nel caso di governi di coalizione continua anche al governo. Cooperazione e competizione sono le due facce dei governi di coalizione. Se prevale la prima i governi tendono ad essere più stabili. Succede il contrario quando prevale la seconda.

La Lega sta avendo successo grazie al tema immigrazione. Con le sue dichiarazioni roboanti contro le Ong e contro gli sbarchi Salvini è andato incontro ad una domanda pressante di tanti italiani che vogliono che le immigrazioni siano bloccate o quanto meno messe sotto controllo. Il leader della Lega ha dimostrato che la cosa è possibile e viene premiato. Non importa che, come nel caso della Diciotti, i migranti alla fine sbarchino. A livello di massa resta l’impressione che Salvini è l’uomo forte, quello che finalmente sta facendo qualcosa. Per i Cinquestelle rincorrere Salvini su questo tema è impossibile. Non solo perché sono divisi al loro interno, ma soprattutto perché il tema immigrazione “appartiene” da sempre alla Lega. E su questo Salvini sta costruendo abilmente la sua fortuna.

Il M5S ora è in affanno e quindi per ristabilire l’equilibrio sta puntando su un movimentismo a tutto campo; dal “decreto dignità” alla abolizione dei vitalizi, al disegno di legge contro la corruzione, passando per la liquidazione dell’“Airbus-Renzi”, il ponte Morandi e l’Ilva. Però cari amici, ad oggi, sembra che la strategia non abbia funzionato. Pensiamo per un attimo al reddito di cittadinanza; esso ha subito moltissime variazioni e verrà licenziato molto più “light” rispetto a quello iniziale per cui Di Maio si era tanto battuto. Se non si troverà un compromesso finanziariamente sostenibile, sia per “reddito di cittadinanza” che per “quota 100”, soprattutto quando entreranno a pieno regime, sicuramente nei prossimi mesi si potrebbe aprire una fase nuova nel rapporto tra i due partiti. Forse più conflittuale. Soprattutto se la delusione nelle regioni meridionali per un reddito di cittadinanza non adeguato cominciasse a far venire meno quel consenso straordinario che il Movimento ha in questa zona del paese. Comunque il voto della base del M5S ha dato una grande mano alla tenuta del Governo. E poi se ci pensiamo bene chi può far cadere questo Governo se non egli stesso. Come dicono negli Stati Uniti: “non si può battere qualcuno con nessuno”. E in questo momento, cari amici, non solo non esiste una opposizione credibile, ma né Di Maio né Salvini hanno una alternativa con cui sostituire il governo attuale. Per ora. Staremo a vedere!

Luca Cappelli




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