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05/06/2025
Le ‘Considerazioni’ del Governatore Panetta
Le ‘Considerazioni finali’ del Governatore della Banca d’Italia si sono sempre distinte per il rigore linguistico, informativo e analitico. Anche quest’anno è andata così. Come è noto sono un passaggio importante

Le ‘Considerazioni finali’ del Governatore della Banca d’Italia si sono sempre distinte per il rigore linguistico, informativo e analitico.
Anche quest’anno è andata così. Come è noto sono un passaggio importante per l’Istituto di via Nazionale n. 91, nelle quali il Governatore di turno presenta, a fine maggio, un'analisi approfondita della situazione economica, monetaria e sociale italiana. Il primo a presentarle fu Luigi Einaudi in carica dal 05 gennaio del 1945 all’11 maggio 1948. La parola ‘dazi’ quest’anno l’ha fatta da padrone ed è stata pronunciata 11 volte. L'ombra lunga della loro ondivaga imposizione da parte del Presidente Donald Trump, col commercio globale che da volano di benessere rischia di diventare ‘fonte di divisione’ mettendo ‘a repentaglio la pace’.  La valuta americana messa in dubbio come architrave degli ‘equilibri che hanno sorretto l'economia
globale negli ultimi decenni’ e che ora sono in ‘crisi profonda’. Questo è il quadro dipinto dal Governatore Fabio Panetta che chiama all'azione l'Ue, ‘baluardo dello Stato di diritto’ che ‘non può restare ferma’ e ‘deve avere la capacità di superare i particolarismi nazionali’. In questa cornice ben tratteggiata è inserito il nostro Paese. Riguardo all'Italia, che pure dà segni di vitalità economica e incassa giudizi positivi sul rating: il Governon deve proseguire sul risanamento dei conti che è ‘solo all'inizio’, intervenire con urgenza sul costo dell'energia e sui salari fermi al 2000. I rischi globali assorbono una parte consistente delle ‘Considerazioni’. Parole di peso se pronunciate da una delle posizioni 'chiave' nel G7. La guerra dei dazi innescata da Trump, e le immancabili rappresaglie, creano incertezza e stanno ‘incrinando la fiducia a livello internazionale’ su cui si reggeva il benessere. ‘Potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita [del Pil] mondiale’ in capo a due anni e sta ‘spingendo l'economia globale su
una traiettoria pericolosa’, mettendo a rischio già oggi il 5% del commercio globale. Non solo: il tonfo del dollaro e dei Titoli del Tesoro (Tresaury) americani innescata il 2 aprile con la presentazione dell’ormai famosa tabella dei dazi, nonostante le correzioni all'approccio di Trump, ‘è rimasta invariata’ ha osservato il Governatore. Ciò solleva ‘interrogativi sull'assetto futuro del sistema monetario internazionale’ e sul dollaro ‘come valuta di
riserva e di denominazione degli scambi commerciali’. Più nell'immediato, ci sarà sul fronte europeo un percorso per la Banca Centrale Europea (BCE) sui tassi ‘tutt'altro che semplice’ dove però il Governatore chiede ‘un approccio pragmatico e flessibile’ visto che i timori presenti in passato sulla discesa dell'inflazione‘si sono rivelati infondati’. Per l'Italia, i ‘segni di una ritrovata vitalità economica’ sottolineati da Panetta fanno leva su una posizione patrimoniale verso l'estero che 15 anni fa era negativa per il 20% del Pil, mentre oggi è positiva per il 15. Il richiamo ai salari reali cresciuti ‘molto meno che negli altri principali Paesi europei’ è un appello alle imprese a rilanciare la produttività con lo strumento dell'innovazione. Le parole sull'invecchiamento della popolazione e bassa natalità, a danno della crescita, ricordano che ‘l'immigrazione regolare può fornire un apporto rilevante’. E poi c'è da ‘mantenere una politica di bilancio prudente e intensificare’ le riforme per la crescita. Nelle pieghe della relazione annuale, Bankitalia parla di ‘sfide rilevanti per l'Italia’ rilanciate dai dazi: oltre il 40% delle imprese che esportano negli Usa ‘non adotterebbe strategie specifiche di risposta’. E nel caso di una frammentazione del commercio mondiale in blocchi, il venir meno degli approvvigionamenti dalla Cina, secondo mercati di import dall'Italia che fornisce input critici al 17% delle imprese, sarebbe ‘una fonte di rischio rilevante’. Uno sfondo tratteggiato con nettezza che, nelle 31 pagine delle ‘Considerazioni’, anticipa ogni altra valutazione sull'Europa e l'Italia. Con un implicito 'ammonimento': sul risiko bancario italiano, dove la politica è tornata ad essere attore diretto. Per il Governatore, invece, le fusioni devono creare valore e decidono solo
‘le dinamiche di mercato e le scelte degli azionisti’. Un cenno alla direzione futura del credito e del risparmio è però nel richiamo di Panetta che, per stare al passo con la sfida della competitività, ‘è urgente completare la costruzione di un mercato dei capitali europeo pienamente integrato’ e non costipato da steccati nazionali. Detto altrimenti: mettendogli  accanto ‘un titolo pubblico europeo’ pereliminare alla radice la frammentazione del mercato dei capitali lungo linee nazionali. Più chiaro di così. Per chiudere. L’Italia sperimenta da sempre un andamento pro-ciclico. La sua economia cresce vicina al 2% quando la congiuntura internazionale è favorevole. Altrimenti con una demografia stagnante il valore medio di crescita economica diventa quello della crescita della produttività. E per ora la crescita della produttività italiana è poco sopra lo zero (al di la delle variazioni post-pandemia, che sono puramente contingenti e irrilevanti). E dato determinante, nessun Governo italiano di qualsiasi colore politico, ha messo in atto riforme economiche in grado di rilanciare la crescita della produttività in modo strutturale e permanente, come mostra ad esempio la continua mancata approvazione di una seria legge a favore dell'ampliamento della concorrenza, vero motore della crescita della produttività assieme all'istruzione e all'innovazione scientifica. Anche quest’anno la prosa del Governatore ha insistito su questi fattori. La flebile speranza è che cambi qualcosa nell’agire del Governo in carica su questo versante.




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