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30/09/2024
La visione economica di Kamala Harris
La vicepresidente Kamala Harris contrapponendosi alle sparate del suo rivale nella corsa alla Casa Bianca Donald Trump ha promesso agli americani di portare un approccio pragmatico alla gestione dell'economia degli Stati Uniti.
La vicepresidente Kamala Harris contrapponendosi alle sparate del suo rivale nella corsa alla Casa Bianca Donald Trump ha promesso agli americani di portare un approccio pragmatico alla gestione dell'economia degli Stati Uniti. Il suo recente discorso (pronunciato il 25 settembre) si è concentrato sulle opportunità manifatturiere del settore produttivo americano e su quelle che potrebbe offrire la classe media. Con l’intento di rassicurare gli elettori sulla sua capacità di sfruttare e rafforzare la crescita economica mediante il suo programma economico. Nella stessa occasione la Harris, la candidata democratica alla Presidenza, ha delineato i piani per una serie di incentivi fiscali che cercherebbero di spronare le industrie di prossima generazione cruciali per l'economia e la sicurezza nazionale degli USA. I nuovi crediti d'imposta per gli investimenti nei processi di trasformazione e nella produzione coprirebbero settori chiave tra cui la biofabbricazione, l'aerospaziale, l'intelligenza artificiale e l'informatica quantistica. I crediti d'imposta, che la campagna elettorale non ha descritto in dettaglio, costerebbero 100 miliardi di dollari in 10 anni e verrebbero pagati, secondo i consulenti della Harris, utilizzando le entrate derivanti dall'aumento delle tasse sugli utili esteri delle aziende statunitensi nell’eventualità che il Congresso implementasse l'accordo globale sulla tassa minima aziendale. Il popolo americano per la Harris si trova di fronte ad una scelta tra due percorsi fondamentalmente molto diversi per la economia a stelle e strisce. La rivale di Trump vorrebbe tracciare una nuova strada da seguire per far progredire la classe media americana collaborando col settore privato. L’ex Presidente Donald Trump, a suo avviso è interessato ad aiutare i ricchi e le aziende piuttosto che le famiglie della classe media. "Per Donald Trump - ha affermato - la nostra economia funziona meglio per coloro che possiedono i grandi grattacieli, e non per coloro che li costruiscono, (…) che li cablano, (…) e che puliscono i pavimenti". Harris ha anche respinto al mittente i tentativi di Trump di definirla ‘marxista’ ribadendo che è una capitalista e che crede nei mercati liberi ed equi. Il discorso di mercoledì ha ribadito che la Harris, nel caso divenisse Presidente degli USA, abbraccerebbe la politica industriale nel tentativo di utilizzare gli strumenti del Governo per rafforzare i settori chiave dell'economia. Sia i democratici che i repubblicani negli ultimi anni hanno abbracciato la politica industriale, mettendo da parte le tradizionali visioni del libero mercato, mentre cercano di ricalibrare la capacità manifatturiera statunitense per competere con la Cina. Le campagne presidenziali democratica e repubblicana stanno evidenziando visioni contrastanti per l'economia degli Stati Uniti, cercando di ottenere un vantaggio su una preoccupazione centrale per gli elettori. Iniziamo con Trump, che ha promesso di introdurre barriere tariffarie contro la Cina e di tagliare le aliquote fiscali sulle società. Mettendo altresì in dubbio l'impegno della Harris di supportare la produzione e la creazione di ricchezza con la semplice considerazione del perché non l’avesse fatto come vice di Joe Biden. La strategia della Harris mira, invece, a creare contrasti con Trump, che presiedeva un'economia forte prima della pandemia da Covid-19 e ha proposto iniziative populiste come l'eliminazione delle tasse federali su mance e straordinari, insieme a tagli fiscali. Harris e Trump si stanno contendendo la guida di un'economia generalmente forte, poiché i mercati azionari sono saliti a livelli record con sullo sfondo un tasso di disoccupazione relativamente basso (4,2%) e la decisione della Federal Reserve di tagliare i tassi di interesse (in ultimo di mezzo punto). Ma l'inflazione rimane una delle principali preoccupazioni per gli americani, creando ansia tra l'elettorato assieme alla crescita dei posti di lavoro nel settore manifatturiero che è stata piatta. Harris ha affermato che nonostante i recenti ‘passi positivi’ nell'economia, ‘il costo della vita in America è semplicemente troppo alto’. Nel contempo, i due rivali si sono contesi il sostegno degli elettori della classe operaia, con la maggior parte dei sindacati che appoggia la Harris. Con l’eccezione dei Teamsters, che sono il sindacato più grande e diversificato d'America e che sostengono Trump. La Harris in estrema sintesi punta a creare una ‘economia delle opportunità’: abbassando i costi, investendo nell’innovazione e guidando il sistema economico degli Usa nelle industrie del futuro. Mentre Trump gioca in difesa cercando di preservare le produzioni americane e di recuperare il terreno competitivo perduto attraverso l’introduzioni di dazi e barriere tariffarie.
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