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19/07/2021
Istruzione e DDL Zan (seconda parte)
A scuola di identità nella natura umana

Nella prima parte circa tale tematica, chiudevo sostenendo che di bullismo, legalità, solidarietà, discriminazione, razzismo, sessualità, la scuola ne parla già abbondantemente. Solo chi non ha mai letto il PTOF (Progetto Triennale dell’Offerta Formativa) queste cose non le conosce.

Nelle sue linee formative la scuola non insegna un’idea che vorrebbe essere dominante, o che vorrebbe snaturare il messaggio educativo proprio dell’insegnamento.

La scuola è chiamata a spiegare a tutti che la sessualità non appartiene a una cultura ideologica. La sessualità appartiene alla storia evolutiva dell’individuo che si è adattato alle leggi della natura. L’individuo nasce (così spiega la disciplina scolastica di scienze biologiche e naturali) con un patrimonio genetico che appartiene per il 50% al DNA paterno e il 50% al DNA materno. Attraverso la mescolanza di tale percentuale di patrimonio, la specie umana è sopravvissuta nel mondo della natura grazie alla natura stessa che ha fornito il genere umano di tale patrimonio naturale.

Le altre discipline scolastiche (storia, letteratura, filosofia…) spiegano che l’Homo Sapiens, attraverso la sua intelligenza, ha sviluppato tecniche sempre più innovative per salvaguardare e difendere i figli, la famiglia, tramandare l’educazione modificandola con la trasformazione dei tempi.

Il risultato di ciò che siamo noi, oggi, appartiene a questa dualità di genere che garantisce la riproduzione e la conservazione della specie secondo quello che è il normale percorso della legge di natura del tutto irreversibile. Anche la fecondazione assistita, a ben vedere, rientra nello schema duale, cioè la necessità di quella percentuale di corredo genetico di cui sopra e, pertanto, è pur sempre una fecondazione sessuata (ovviamente al netto delle posizioni etiche e morali presenti in ogni società).

La stessa Storia e la letteratura ci portano esempi orripilanti di idee di ingegneria genetica per ottenere individui perfetti appartenenti alla razza pura (qualcuno ha sentito parlare di Hitler?), oppure di romanzi in cui la manipolazione della natura porta alla realizzazione di una creatura secondo propri schemi (si pensi al romanzo: “Il dottor Frankenstein” e similari). 

Se avessero avuto la meglio i tentativi di manipolazione, davvero i generi non sarebbero più esistiti. Invece, e direi per fortuna, la cultura odierna e la civiltà alla quale noi oggi apparteniamo ha avuto origine e si è evoluta solo grazie alla riproduzione sessuata e dei due generi; in base a ciò, la società ha potuto costruire i suoi valori: famiglia, divisione del lavoro, regole e condotte etiche.

Certo, nel costume sociale, oltre alla solidarietà, sono nate aberrazioni culturali che sono avverse a una sana convivenza civile; è nata la cattiveria nei confronti di chi è “diverso”, è nato il razzismo, la discriminazione sessuale, l’odio verso i più deboli e disabili.

Tutto ciò è, evidentemente, intollerabile, segno di arretratezza, anacronismo culturale verso specificità sessuali di altri uomini e donne. Tali aberrazioni vanno certamente corrette e sconfitte, ma non attraverso un’imposizione, per legge, di pretese estreme volte a negare la naturalità e dualità dei generi, o maschi o femmine, facendo circolare nel campo dell’istruzione, a gamba tesa, il concetto di terzo genere, oppure che il genere non esista. In natura non esiste il terzo genere, né può essere istituito per legge e imposto o “proposto” nelle scuole.

Il Transgender è un puro parto culturale che vorrebbe sostituire, per decreto, quello naturale. Non si può imporre nella scuole e nell’istruzione ciò che non appartiene alla natura della specie. Sarebbe come se, dopo gli studi scientifici sulla sfericità della terra, dopo che nella storia scienziati e filosofi hanno sacrificato la propria vita, anche con condanne capitali, i terrapiattisti volessero esigere che nella scuola si possa insegnare l’innaturale e immaginifica idea che la terra sia piatta.

Se è vero, come è vero, a scuola si deve insegnare liberamente l’arte e la scienza, secondo quello che è stato il percorso dell’evoluzione dell’intelletto umano, qualunque ideologia non ha non ha diritto di cittadinanza.

Alberto Fico
 




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