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20/09/2019
Liste civiche, civismo e buona amministrazione
L’unica ricetta per il nostro Paese.

Se ci pensate bene, qualcosa di buono fu introdotto dalla legge che mise in atto l’elezione diretta dei sindaci, essa fece emergere tante novità interessanti. Una di queste fu la nascita delle liste civiche, animate da esponenti della società civile che non erano più disposti a delegare ai partiti la gestione della pubblica amministrazione. Se non vado errato erano i primi anni ’90, quelli segnati da Tangentopoli, dal crollo della Prima Repubblica e dei suoi principali protagonisti. Venne fuori una generazione di sindaci che governò i Comuni con un piglio nuovo rispetto al passato, utilizzando in maniera virtuosa i trasferimenti provenienti da Stato e Regioni, valorizzando i centri storici e promuovendo una nuova immagine delle proprie città.

Ma nel frattempo sono cambiate tante cose, a partire dalle risorse economiche a disposizione, pesantemente ridotte dai governi nazionali e regionali. Contestualmente, i partiti che hanno gestito le istituzioni durante la Seconda Repubblica stanno vivendo un’ulteriore crisi che rischia di essere irreversibile, come quella che stiamo vivendo. Come tutte le cose anche il civismo ha creato i suoi mostri, infatti in molte città si è fatta strada la suggestione di utilizzare contenitori civici come paraventi dietro cui nascondere i volti di chi per anni ha rappresentato partiti di colore politico opposto, mischiando tutto e il contrario di tutto. Ma cosa volete, siamo in Italia!!

Però nonostante ciò, credo che il civismo ancora possa dare molto. Dirò di più; per me è l’unica ricetta per il nostro Paese. Esso può incarnare le istanze di cambiamento attese dai cittadini. E’ con la credibilità dei programmi e delle biografie, degli amministratori civici, che si può davvero ambire a conquistare il governo delle città. Valeva allora e vale anche oggi.

Infatti io credo che proprio in questo momento storico, caratterizzato in tutti i Paesi occidentali da un'evidente crisi della democrazia rappresentativa, con ripetute manifestazioni di disaffezione verso la politica che si esprimono in vario modo, da più parti è stato segnalato che il civismo rappresenta un segnale positivo di partecipazione e di impegno diretti dei cittadini sui grandi temi politici, oltre i logori confini di partito, e che può contribuire a produrre un rinnovamento generale della politica. In questo senso, anche le liste civiche possono offrire un rilevante contributo al ricambio della rappresentanza politica su scala locale e soprattutto nazionale.

Sono fermamente convinto che i cittadini vogliono essere protagonisti. In questi anni si è evidenziato un chiaro segnale della voglia di partecipazione e di nuova rappresentanza.

Il buongoverno del civismo locale potrebbe anche contaminare le regioni e quindi il nostro Paese. L’azione amministrativa e l’etica politica, che hanno dimostrato e dimostrano molti amministratori locali, potrebbe risultare l’unica via d’uscita da questa politica inadempiente che per anni ha gestito la nostra cara Italia.

La questione è di fondamentale importanza. I nostri parlamentari stanno portando l’Italia verso il baratro: quindi credo che sia ora di interrogarsi e chiedersi se non sia meglio mettere sugli scranni del nostro parlamento civici che davvero abbiano a cuore il nostro Paese e lo amministrino allo stesso modo di come amministrano i loro beni. Esempi di sindaci virtuosi ne abbiamo diversi.

In conclusione dico che c’è posto per civici seri, capaci e competenti al timone del nostro Paese e non solo onesti come vuol farci credere la Casaleggio & Associati. L’onestà ci deve essere a prescindere!! A volte, mi vien da pensare se davvero in Italia ci sia ancora posto per domande etiche, di contenuto e forma nella vita politica e civile del nostro Paese! Lo credo, lo spero.

Luca Cappelli

 

 




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