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27/02/2017
I flussi migratori: un’occasione per l’Europa
La solidarietà può risvegliare l’Europa assopita

Il numero degli emigranti che attraversa i confini europei non è così smisurato come i media tendono a far credere, nessuna invasione è in atto nel nostro continente. Non è necessario alzare alcun muro (così come non è necessario alzarlo in America, ma questo è un altro discorso), non si tratta di un esodo di dimensioni bibliche, ma semplicemente di una emergenza che va governata principalmente per due motivi. Primo perché sono gestiti da affaristi senza scrupoli, veri mercanti di esseri umani. Secondo perché spesso, troppo spesso, gli sbarchi si concludono in tragedia, come ha detto Papa Francesco in occasione della sua visita a Lampedusa “queste barche invece di essere una via di speranza, sono state una via di morte”. Il numero dei migranti è sicuramente aumentato, in fondo cinque anni di guerra civile nella regione siro-irachena e la nascita del califfato islamista che fa della violenza uno strumento di affermazione politica e di gestione del territorio hanno decisamente incrementato il numero di chi è costretto a lasciare la propria terra in cerca di vita, di pace e miglior fortuna, ma siamo decisamente lontani dall’invasione che viene proclamata da chi cerca facile consenso a scapito del prossimo. La porta di accesso all’Europa è rimasta solo la Grecia, l’accesso in Europa transitando per Turchia e Macedonia, la cosiddetta pista balcanica, è stata chiusa pensando che un unico accesso avrebbe reso più semplice la gestione dei flussi migratori. Di fatto così non è stato, molti Paesi europei si sono rifiutati di dare esecuzione alla “politica delle quote” come previsto dall’accordo del 2015, aprendo una pericolosa frattura all’interno degli Stati dell’Unione in particolare tra est e ovest Europa. Eppure, ormai, dovrebbe essere chiaro che nessun Paese può gestire e risolvere questo complesso problema da solo, Molti Paesi hanno deciso autonomamente e unilateralmente i limiti dell’accoglienza lasciando il problema principalmente ai Paesi di approdo e i migranti in balia di veri e propri mercanti di morte senza scrupoli e con fini esclusivamente affaristici.


Certo è, che i nuovi flussi migratori sembra stiano cambiando l’assetto dell’Europa, i controlli alle frontiere che alcuni Paesi dell’unione hanno deciso di rendere più efficaci e selettivi, rischiano di mettere in crisi la libera circolazione di Schengen rendendo più difficoltosi anche gli scambi commerciali ma soprattutto la libera circolazione dei cittadini comunitari. Senza contare che l’ondata migratoria sta favorendo l’avanzata dei partiti a tendenza xenofoba e di estrema destra in molti paesi europei, non solo quelli dell’est ma anche la Francia, e la stessa Germania dove il partito della Cancelliera ha perso alcuni importanti “lander” forse a causa della politica a favore dell’accoglienza praticata dalla Merkel. Per prima cosa va affermato, senza alcuna paura, che questa emergenza non si risolve alzando muri barriere e chiudendo le frontiere come vorrebbero i partiti che cavalcano il facile malcontento, dobbiamo tutti insieme ripensare una politica ispirata ai principi di solidarietà. Abbiamo il dovere morale di accogliere chi fugge da guerra e fame, ma lo sforzo deve essere da parte di tutti, più è ampia la partecipazione più i Paesi potranno ospitare e offrire futuro. C’è da considerare, inoltre che esseri umani, persone, che fuggono da atrocità e povertà caratterizzerà sicuramente il secolo che stiamo vivendo e non cesserà con la fine (quando si raggiungerà) della guerra in Siria, l’Europa, quindi deve scegliere se restare fedele ai valori fondamentali su cui è nata l’unione o cadere in inutili, e dannosi allarmismi che generano provvedimenti di emergenza contrari ai diritti umani e al senso di giustizia. La solidarietà deve trionfare sugli interessi egoistici delle singole nazioni e si devono formare le coscienze dei cittadini europei, la responsabilità deve prevalere. L’integrazione è sicuramente il primo passo per progredire verso una società più giusta ed inclusiva, ma non è un processo semplice e naturale le coscienze morali non nascono in una notte.L’Europa ha una grande occasione, ripensare sé stessa e tornare ai valori fondanti e da lì ripartire e tornare ad essere un grande esempio per il mondo.


Fausta Tinari




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