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22/10/2016
L’Europa del Mediterraneo e le politiche per l’ambiente e l’agricoltura
il Seminario internazionale di Studi europei che si è tenuto a Lecce dal 14 al 16 ottobre

“L’Europa del Mediterraneo e le politiche per l’ambiente e l’agricoltura: una stagione di crescita per il lavoro e l’occupazione giovanile e femminile”: è stato questo il tema discusso a Lecce dal 14 al 16 ottobre durante il Seminario internazionale di Studi europei organizzato dal MCL con Feder.Agri, Eza e Ipcm.

Sono state affrontate diverse problematiche inerenti al mondo del lavoro in agricoltura, per rendere ancora più efficiente un modello europeo al quale il MCL e Feder.Agri lavorano da anni, portando avanti il dialogo sociale con le altre realtà del Mediterraneo, momento centrale di tutto il Seminario.

I tre giorni di dibattito hanno visto la partecipazione di delegazioni provenienti dai Paesi dell’area mediterranea (fra cui Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro, Albania e Romania) e autorità politiche, che sono intervenuti rappresentando le diverse esperienze e le molteplici esigenze.

Il Presidente del MCL Carlo Costalli ha voluto con questo Seminario sottolineare quanto fosse importante parlare di questi temi “centrali per lo sviluppo futuro del pianeta e per la qualità della vita di milioni di persone”; partendo dalla tematica dell’insediamento dei giovani in agricoltura e degli strumenti che potrebbero favorire il loro ingresso e permanenza, fino ad arrivare al consolidamento di pratiche agricole sostenibili e più legate al territorio.

I dati statistici sono stati illustrati da Alfonso Luzzi, Segretario Generale di Feder.Agri., che ha ribadito la necessità di una migliore impostazione delle politiche europee future, sottolineando tematiche quali la premialità delle aziende, la riappropriazione del territorio da parte delle comunità locali, l’utilizzo efficiente delle risorse e non ultimo la tutela del lavoratore.

Durante i tre giorni del Seminario sono stati molti i punti comuni emersi tra le diverse realtà europee illustrate, sullo sfondo la crisi economica, ambientale e sociale, in cui le politiche attuali hanno mostrato i propri limiti. Sarà importante il dialogo tra le associazioni, i sindacati, ma soprattutto far sì che la politica possa permettere questo dialogo.

Ci troviamo davanti un’Europa che continua ad invecchiare, si parla di un basso rendimento demografico, con i giovani che emigrano all’estero per cercare un lavoro e le donne che abbandonano l’ambiente rurale. Il lavoro degli immigrati in agricoltura è stato tema di dibattito sulla mancanza dei diritti per i lavoratori stranieri vittime della piaga del caporalato, soprattutto nei territori del Mezzogiorno in cui la cultura “del bisogno di un lavoro” giustifica tali fenomeni, speculando sullo stato di necessità.

Altro tipo di emigrazione che vedrà i nostri territori protagonisti, invece, sarà quella climatica, ha sottolineato Piergiorgio Sciaqua, Co-Presidente Eza. Si tratta di una graduale e inarrestabile emigrazione dovuta al progressivo deteriorarsi delle condizioni ambientali, come la desertificazione o l'aumento del livello degli oceani, che vede a rischio una gran parte delle popolazioni.

Sarà importante individuare politiche innovative mirate alla tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, all’approvvigionamento energetico, all’inclusione sociale. Si sollecita la necessità di incentivare l’occupazione giovanile e femminile, rilevandone strategia di crescita in ottica generazionale.

Agricoltura, lavoro e ambiente sono stati i termini chiave del Seminario e da questi sarà necessario ripartire  per costruire un futuro di sviluppo sostenibile.

F. Zahra El Mourtadi




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