Nel corso del CdM del 4 settembre scorso sono stati approvati, in via definitiva, gli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs Act, ossia quelli relativi alla razionalizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale, al riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive, alla razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese ed al riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro.
Si deve, quindi, ritenere conclusa la prima fase di attuazione delle deleghe previste nella legge 183/2014 (il cd “Jobs Act”), se ne apre, tuttavia, una, altrettanto importante, fatta, anche, di molti decreti ministeriali.
Particolarmente significativo è certamente, in un disegno progettuale come quello della riforma che per molti aspetti guarda al modello della “flexicurity”, il decreto sui servizi e sulle politiche del lavoro.
Il governo scommette, infatti, con forza sulla costruzione di un’efficiente Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, coordinata dalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (la cd “ANPAL”), chiamata a garantire i livelli essenziali di prestazioni in materia di servizi e politiche attive del lavoro su tutto il territorio nazionale.
Tra le principali novità si prevede, inoltre, un Assegno di ricollocazione, a favore dei soggetti disoccupati, percettori della NASpi, la cui disoccupazione ecceda i quattro mesi.
La somma (una sorte di “dote”), graduata in funzione del profilo di occupabilità dei lavoratori, sarà, quindi, spendibile sia presso i Centri per l’impiego che presso i soggetti accreditati a svolgere funzioni e compiti in materia di politiche attive del lavoro.
Sebbene molti osservatori e critici ritengono che molto di più, in particolare rispetto ad una prospettiva sussidiaria in cui lo Stato avrebbe dovuto compiere un più significativo passo indietro, si sarebbe potuto fare, siamo sicuramente di fronte ad un’apertura di credito verso chi, a vario titolo, opera tutti i giorni, con professionalità e competenza, nel mercato del lavoro, in particolare, a favore dei soggetti più deboli e vulnerabili troppo spesso velocemente abbandonati a se stessi dalle strutture pubbliche.
In questa direzione, ed in anticipo sui tempi, il nostro Movimento si è, ad esempio, già mosso, molti anni fa, con la definizione, grazie alla preziosa collaborazione di Adapt, di un nuovo servizio innovativo quale quello di Prontolavoro, ed è, oggi, pronto ad affrontare, senza paura e con il coraggio che lo contraddistingue, le nuove sfide che il Jobs Act pone.
Giancamillo Palmerini