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29/04/2024
Ridiamo dignità al lavoro
Bisogna avere anche il coraggio di valorizzare e di incoraggiare quelle innovazioni tecniche e organizzative che consentono di rendere il lavoro più umano e più soddisfacente.

Nel 1° maggio 2022 con la decadenza completa del Green pass, anche i non vaccinati potevano tornare nei luoghi di lavoro, senza la richiesta del tampone. I sindacati tornano in piazza ad Assisi dopo due anni di eventi annullati per la pandemia. Nel frattempo, è arrivata la guerra, e/o le guerre, nuove minacce sulle prospettive di chi lavora, ma anche le modalità dalla introduzione massiccia dello smart working alle necessità di bilanciare presenza e competenze digitali. I confederali si diedero appuntamento ad Assisi per lanciare un messaggio di speranza per la popolazione ucraina – con lo slogan della manifestazione «Al lavoro per la pace!». A due anni di distanza oggi siamo impegnati a ribadire che occorrono interventi immediati per ridare dignità al lavoro, un aumento dei salari, con il rinnovo dei contratti nazionali scaduti per sette milioni di persone, la lotta alla precarietà e interventi mirati sulla sicurezza. …Viviamo quindi, una stagione sempre complessa, segnata ancora dagli effetti della pandemia e dalla guerra in Ucraina, in cui il lavoro continua a preoccupare la società civile e le famiglie, e impegna ad un discernimento che si traduca in proposte di solidarietà e di tutela delle situazioni di maggiore precarietà…. Era l’appello di vescovi che esprimevano enormi difficoltà sulle conseguenze della crisi economica, gravano sulle spalle dei giovani, delle donne, dei disoccupati, dei precari, in un contesto in cui alle difficoltà strutturali si aggiunge un peggioramento della qualità del lavoro. ... Oggi il lavoro continua a preoccupare la società civile e le famiglie, e impegna ad un discernimento che si traduca in proposte di solidarietà e di tutela delle situazioni di maggiore precarietà. Non ci sono solo le morti: gli infortuni di diverse gravità esigono un’attenzione adeguata, così come le malattie professionali domandano tutela della salute e sicurezza.

Ci sono interventi urgenti da attuare, agendo su vari fronti. Papa Francesco indica un preciso compito educativo e di tutela dei più deboli nel mondo del lavoro, che impegna la società civile e la comunità cristiana: oggi dobbiamo oggi domandarci che cosa possiamo fare per recuperare il valore del lavoro; e quale contributo, come Chiesa, affinché esso sia riscattato dalla logica del mero profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona, che esprime e incrementa la sua dignità. Ma l’evoluzione dei processi lavorativi è così rapida, complessa e confusa che si corre il rischio di essere spettatori impotenti nell’ambito di un cammino sinodale, difficilmente operare un discernimento, per individuare i rischi e le opportunità che il contesto sociale pone, per la realizzazione di un lavoro pienamente umano. Non basta allora esprimere giudizi, bisogna avere anche il coraggio di valorizzare e di incoraggiare quelle innovazioni tecniche e organizzative che consentono di rendere il lavoro più umano, più soddisfacente e generativo, per orientarne lo svolgimento verso la partecipazione di tutti alla costruzione del bene comune. L’interpretazione cristiana del lavoro ha accumulato negli anni un patrimonio di sapienza e di criteri illuminanti che suggeriscono di affrontare il tema con rigore, con la pazienza di studiare, di promuovere confronti, percorsi di sperimentazione, così che anche il lavoro diventi un fattore di umanizzazione e una via per portare a compimento la propria vocazione e mettere a frutto i propri talenti: entrare nella logica di un cammino. Un percorso che può essere svolto in modo proficuo anzitutto dalle imprese, le quali devono giocare in modo responsabile il loro ruolo di soggetti autonomi e innovativi, che non possono mai andare a discapito della dignità del lavoro di tutti coloro che ne rendono possibile l’attività e la stessa esistenza. Ispettorati del lavoro e servizi di prevenzione delle Usl lamentano di avere poco personale, i sindacati proclamano scioperi di protesta, dai governi regionali e nazionali come dalle forze politiche arrivano puntualmente parole di condanna e annunci di nuove strategie, ma le morti continuano, perché questo drammatico tema sia sempre al centro del nostro impegno di sensibilizzazione e di sollecitazione e perché emozioni e sdegno si tramutino preso in un appello per la dignità e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Per il mondo del lavoro allora oggi preghiamo perché sia proiettato ad un cammino di custodia e di crescita rispetto a quel grande bene comune che è l’occupazione nell’ambito di quella cultura del “fare”, che è parte integrante dell’essere uomini e donne e del nostro tessuto produttivo. Lavoratori che desiderano, cioè, essere più coinvolti nel costruire il futuro dell’azienda e capire come questo contribuisca a realizzare un mondo più giusto, migliore. Un tema oggi sempre più pressante è quello del lavoro povero, ovvero di quei lavoratori sempre più numerosi che, pur lavorando regolarmente, non riescono a raggiungere un reddito adeguato a sostenere sé stessi e le loro famiglie. Così, spesso finiscono per cadere vittime di nuove forme di povertà. Un vero e proprio scandalo per la nostra sensibilità, abituata da generazioni a legare l’esercizio del lavoro con l’opportunità di un’autonomia economica e di una vita dignitosa. Purtroppo, l’aumento del costo della vita (e, in modo particolare, dei costi dell’energia, dei generi alimentari e della casa), il diffondersi di forme contrattuali precarie e poco remunerate, l’acuirsi delle diseguaglianze fra le diverse fasce di lavoratori rendono oggi il lavoro non più capace di garantire un percorso di promozione sociale e di vita dignitosa. Le nostre assemblee sinodali possono essere quello strumento di riflessione e di confronto per esplorare i diversi ambiti del lavoro e le problematiche specifiche e per promuovere approfondimenti. L’auspicio di questa festa, infatti, è che un giudizio critico e una predisposizione costruttiva possano evidenziare in che modo il Vangelo sia luce che illumina tutti gli aspetti della vita, specie quelli che occupano gran parte del tempo per molte persone.

Gilberto Minghetti




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