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13/03/2023
Cosa accadrà dopo il fallimento della Silicon Valley Bank?
Se l'aumento dei tassi è graduale l'aggiustamento avviene gradualmente senza troppi scossoni.

Il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB) appare come una classica corsa agli sportelli ‘a la Diamond-Dybvig’, covincitori del premio Nobel dell’Economia 2022 insieme all’ex Governatore della Federal Reserve Ben Bernanke. Tutto si verifica quando ogni cliente ‘corre’ a gambe levate in banca per convertire i propri depositi in contante. La povera banca si trova in difficoltà perché tutti i depositanti rivogliono indietro i soldi depositati simultaneamente. Prima delle considerazioni del caso conviene riavvolgere la pellicola di questo film nella bobina occupandoci della sceneggiatura che pur essendo simile a quella di molti altri film ha delle peculiarità specifiche. I depositi della SVB erano cresciuti a dismisura durante la pandemia da Covid-19. Nel tempo la SVB aveva accumulato diverse fragilità che alla fine le sono state fatali. La prima derivava dal fatto che la SVB aveva coltivato relazioni con la Silicon Valley e pertanto i suoi clienti erano una comunità troppo locale e molto unita. In un ambiente come quello della Silicon Valley il panico è molto contagioso visto che si propaga velocemente tra le persone al pari di una influenza. Al problema della ‘bank run’ come è noto si è fatto fronte con l'assicurazione sui depositi. Ma, ed è la seconda fragilità mostrata dalla banca in questione, i depositi in questo caso hanno dei saldi superiori ai 250.000 che sono assicurati. Alcuni commentatori affermano con estrema sicumera che la SVB è stata vittima del repentino rialzo dei tassi di interesse della Fed Reserve. Ma questa considerazione ha poco senso. Gli aumenti dei tassi d’interesse non sono stati eccessivi e non sono stati nemmeno inattesi. Visto che la Banca Centrale americana ha comunicato preventivamente con la ‘forward guidance’ ogni sua decisione di rialzo dei tassi. Annunciando il timing delle variazioni dei tassi.

Il problema della SVB, e arriviamo così alla sua la terza fragilità, è che non aveva al suo interno: sia nel management che negli operatori la capacità di far fruttare i depositi, prestandoli a famiglie ed imprese come normalmente avviene. Ha fatto una scommessa sul futuro e l’ha persa malamente. Punto e basta. Niente dietrologie per favore. La SVB ha investito unicamente tutti i depositi raccolti in titoli a lungo termine, dal momento che quando è stata fatta questa scommessa fruttavano interessi molto più elevati rispetto alle attività a breve termine, delle quali i depositi sono solo una parte. Una sorta di ‘carry trade’ come affermano i ben informati. Quando i tassi a breve sono prossimi allo zero, va da sè che la curva dei rendimenti sia molto inclinata verso l’alto: i tassi a breve possono solo aumentare ma non possono più diminuire. Chi effettua questa scommessa ed i tassi a breve restano immutati sta in carrozza. Ma se i tassi in questione dovessero aumentare, la scommessa si rivela perdente. Considerato che se i tassi d’interesse a lunga aumentano: il valore dei titoli detenuti nel portafoglio si assottiglia. Più la vita media finanziaria è lunga più il valore va giù. La SVB aveva investito in titoli a lungo termine e i depositi non garantiti la rendevano particolarmente esposta ad una corsa agli sportelli. Un’occhiata veloce al rendiconto finanziario rivela quanto siano stati incompetenti nella gestione del rischio. E secondo chi scrive l’incompetenza spiega solo una parte. Miliardi e miliardi di dollari di obbligazioni in bilancio comportano anche dei rischi, vero? Quello principe è il rischio dei tassi di interesse: se si acquistano Titoli del Tesoro ed i rendimenti aumentano, per converso diminuisce il loro valore. Ecco perché le banche sono portate a coprirsi nei confronti del rischio da tasso di interesse derivante dai loro investimenti obbligazionari. Per i meno informati: Quando si acquistano Titoli del Tesoro, ci si lega ad un rendimento fisso che viene corrisposto e la variazione dei tassi di interesse rappresenta un rischio. Per coprire siffatto rischio si attiva uno swap sul tasso d’interesse: questa volta si paga un rendimento fisso ricevendo in cambio pagamenti variabili. Ecco, la SVB non si è coperta sul rischio derivante dalla variazione dei tassi di interesse.

Stando così le cose la SVB è stata costretta a vendere i titoli svalutati dal rialzo dei tassi mettendo in conto una perdita di 1,8 miliardi di dollari. Obbligata al ‘market to market’. Per correre ai ripari aveva cercato sul mercato 2 miliardi di dollari di liquidità per effettuare la copertura della svalutazione. Non trovandoli. E su questa notizia è partita la corsa agli sportelli. A seguito della quale hanno dovuto (s)vendere in fretta e furia gli asset svalutati. Oppure ... sperare che nel mentre non siano in molti a richiedere indietro i depositi o provi ad aumentare la raccolta. Ora la domanda da un milione di euro è: La SVB potrà contagiare altre banche? Difficile a dirsi anche se alcuni focolai ci sono. Tutto dipenderà da come il fuoco derivante dalla sua ‘mala gestio’ si propagherà o meno. E soprattutto da quanto il "sistema" saprà far sistema. Ovvero se saprà spegnere quel fuoco iniziale appiccato dalla SVB. L'incertezza è peggiore rispetto ad una cattiva notizia. Una cattiva notizia la puoi "gestire" (in qualche modo). Il dubbio no. Nel dubbio si manifestano azioni "sconsiderate", ovvero anche irrazionali. Facendo ricorso ad una metafora: nel dubbio che sul Titanic non ci siano scialuppe di salvataggio per tutti i passeggeri, ciascuno di loro cerca di lanciarsi sulla prima disponibile. Costi quel che costi. Ad onor del vero: i titoli sottostanti sono sicuri. Non v’è dubbio alcuno. Ma due sono le condizioni: i) lo sono a patto che vengano detenuti fino alla scadenza (rischio capitale); ii) così facendo si accetta un rendimento di molto inferiore a quello che il mercato offrirebbe liquidando e reinvestendo. Se l'aumento dei tassi è graduale l'aggiustamento avviene gradualmente senza troppi scossoni. Se è violento... Può essere disordinato come sta accadendo. Per correre ai ripari occorre agire al più presto. Ci sarà il tempo per approfondire l’analisi che noi ed altri stiamo sommariamente proponendo. Per correggerla ed integrarla alla luce di altre informazioni e di altre analisi che si renderanno disponibili. Quello che andrebbe fatto è far sì che le attività contenute nella pancia della SVB al pari dei depositi non assicurati siano completamente garantite e che venga fornito un sostegno sufficiente ad altre banche per assicurare la piena disponibilità dei fondi depositati in tutto il sistema bancario. La fiducia in questo momento è il bene comune da garantire. Solo successivamente verrà il tempo per fare una TAC alla gestione del rischio, alla regolamentazione, alla contabilizzazione delle convenzioni sul capitale ed a cosa tutto questo significhi per gli stress test.

Marco Boleo

 




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