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06/03/2023
'Più forza per l'Europa'
L'appello del XIII congresso dei lavoratori democratico cristiani europei che si è svolto a Roma il 3 e 4 marzo.

“Sono necessari chiari confini per rafforzare i nostri valori e la nostra democrazia”. Con queste parole termina la risoluzione finale approvata dal XIII congresso dei lavoratori democratico cristiani europei, un organismo del Partito Popolare europeo composto dalle rappresentanze di associazioni sindacali e sociali di ispirazione cristiana degli stati che fanno parte dell’Unione Europea. L’assise svoltasi il 3 e 4 marzo a Roma, oltre ad alcune modifiche statutarie e al rinnovo dei suoi organi, era chiamata ad esprimersi sulla difficile situazione dell’Europa, non solo per le conseguenze della guerra di aggressione della Russia nei riguardi dell’Ucraina, ma per le difficoltà di natura economica e sociale che pesano sui ceti popolari delle diverse nazioni a motivo dei problemi dell’approvvigionamento energetico e per gli effetti della transizione green e digitale che rischia nel breve tempo di produrre una deindustrializzazione e perdita di opportunità lavorative. Non sono mancati i saluti inviati da tutti i leader delle istituzioni europee a cominciare da Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, ma è negli interventi dei rappresentanti delle diverse associazioni, e, soprattutto, dal presidente uscente Elmar Brok, rimasto alla guida per oltre un ventennio, e dal nuovo vertice guidato dal deputato europeo della Cdu Dennis Radtke, che sono venuti gli accenti più decisi per indicare la strada per contribuire ad una ripresa politica e sociale dell’Europa. In particolare si è riaffermata l’attualità dell’ispirazione della Dottrina sociale cristiana per consolidare le politiche di tutela del lavoro, condizionate dagli eccessi liberisti, con la conseguenza di agire secondo le logiche della economia sociale di mercato; di accompagnare le transizioni innovative mantenendo alti nel campo sociale il dialogo tra le forze produttive ed il contesto democratico; di elevare i livelli di sicurezza e della salute che , a volte, sono messi in discussione da logiche produttive efficientiste. Anche il quadro politico è stato oggetto di analisi nelle tavole rotonde sul “futuro della democrazia cristiana in Europa” e sul “ruolo dei movimenti dei lavoratori democratico cristiani”.

Per il Mcl ha partecipato il presidente Antonio Di Matteo, confermato dal Congresso alla vice presidenza, che ha tenuto a riaffermare che i popolari italiani e i movimenti dei lavoratori in Italia sono impegnati, pur in una collaborazione di governo con altre forze politiche, a mantenere una forte identità politica e programmatica. Anche per indicare un programma e una azione politica volte all’interesse generale, alla collaborazione al disegno europeista e ad una concezione istituzionale partecipativa e non leaderista. Il professor Rocco Buttiglione che è intervenuto nel dibattito ha indicato nella difesa dell’identità politica dell’Europa, con i suoi valori costituzionali, la strada per ridare quel ruolo politico che le vicende recenti hanno offuscato ed ha ricordato come il rifiuto di approvare una carta costituzionale con i suoi riferimenti valoriali ha indebolito l’Unione europea con quelle negative conseguenze che il successivo Trattato di Lisbona non ha risolto. Particolare attenzione ha suscitato l’appassionato intervento dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita. Il suo è stato un invito alla ricerca della pace e a porre fine alla guerra in Ucraina che continua a provocare morti e devastazioni, con il rischio di un ulteriore allargamento non più controllabile. Si sarebbe dovuto tentare ogni mezzo diplomatico per evitare che si giungesse ad un conflitto che presenta radici e cause complesse ed in gran parte ignorate. Complessivamente, si è trattato di un importante occasione per le organizzazioni sociali cristiane di far sentire la voce della cultura sociale e politica del popolarismo, dei programmi democratici cristiani, di un contributo alla difesa della rappresentanza in un tempo difficile nel quale la globalizzazione e la tecnocrazia determinano un contenimento delle prerogative della democrazia rappresentativa e minano l’economia reale a favore delle logiche finanziarie. Il Partito Popolare Europeo a cui è indirizzato il messaggio congressuale, superando schemi che la crisi delle formazioni socialiste rende inadeguati, deve costituire il punto centrale di un confronto più ampio che abbia l’obbiettivo di offrire a quei ceti medi e popolari che sono in difficoltà e che rischiano di seguire una rischiosa deriva populista, una adeguata risposta per una tutela fondata sullo sviluppo.

Pietro Giubilo




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