PRIMO PIANO
20/12/2022
Scuola e ideologia
Nelle discussioni ufficiali si sfiora una parola semplice, quasi impercettibile, che sta facendo breccia nelle menti di molti: “meritocrazia”.

Spesso, nel parlare di scuola, l’ideologia imperante pone, o fa porre, l’attenzione su tante questioni che toccano il ventre molle e debole degli operatori scolastici: lo stipendio dei docenti più basso d’Europa, le classi numerose, le strutture fatiscenti, la necessità di una riforma scolastica e altro ancora. Tutte questioni giuste e veritiere che compongono l’ampio mosaico del “sistema scuola”; la realtà è molto più complessa e quanto citato è solo una parte utile a distrarre l’attenzione su quanto avviene “dietro le quinte” nel silenzio del “mondo sommerso”. Per comprendere ciò che sta accadendo, bisogna intendere ciò che si sta verificando nell’intera società, nella quale la scuola gioca un ruolo importante e necessario. Necessita, dunque, strappare il “velo di Maya” che nasconde il concetto di “Ideologia” tante volte citato. L’ideologia è un sistema di idee che un gruppo, spesso anonimo, ma ben organizzato, persegue per ottenere il potere o controllare uno spazio sociale. Tanto per non cadere nel complottismo, basta pensare agli interessi che la grande finanza globalizzata possiede nel bloccare, o rinviare sine die, la formazione di una Unione Europea politica, con un reale governo politico con poteri autonomi e decisionali, a favore di un’Europa dei trattati che lega gli Stati dell’Unione solo in maniera blanda.

E’ necessario, dunque, porsi una serie di domande: che tipo di società si vuole? Che tipo di cittadino si vuole? Chi ne è l’attore produttivo? Nelle discussioni ufficiali si sfiora una parola semplice, quasi impercettibile, che sta facendo breccia nelle menti di molti: “meritocrazia”. Si vuole, dunque, una società meritocratica nella quale il cittadino, attraverso il lavoro e soddisfatto del proprio stipendio, dimentica il ruolo che vive nella società. Il lavoro è meritato attraverso il “quoziente intellettivo” che è elaborato dal mondo della scuola la quale, attraverso percorsi formativi della durata di alcuni anni, o del raggiungimento della maggiore età, esprime un giudizio sulla persona atta a svolgere un ruolo nel mondo del lavoro; non si tratta, dunque di un cittadino, ma di un “prodotto” finale pronto per essere utilizzato, o consumato. Ecco, dunque, il punto focale: si parla di percorso formativo, non più di istruzione. Non si vuole più la scuola per tutti, nella quale i più meritevoli hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi (art. 34 della Costituzione), ma la scuola di tutti, nella quale, meritocraticamente, lo studente più meritevole è appaiato, indistintamente, a coloro che ottengono il prosieguo degli studi solo attraverso percorsi formativi dei vari progetti scuola-lavoro. La scuola, dunque, diventa solo uno strumento classificatorio, che produce un lavoratore silente e, come dicevo prima, soddisfatto del proprio stipendio, che non ha motivo di lamentarsi del circuito nel quale è inserito e, pertanto, obediente al “Sistema”, privo di valori e di fondamenti morali. Conclusione; “Così è, se vi pare”.

Alberto Fico




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet