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21/02/2022
L’operato della BCE a medio termine
Vista l'attuale incertezza, è più che mai necessario mantenere flessibilità nella conduzione della politica monetaria

Nell’audizione alla commissione per gli Affari economici del Parlamento europeo lo scorso 07 febbraio, la Presidente Cristine Lagarde ha illustrato il punto di vista della BCE sull'attuale situazione economica nell'Eurozona gettando luce sulle future strategie di politica monetaria. L’appuntamento è stato anche un occasione per chiarire alcune incertezze comunicative emerse nell’ultima conferenza stampa. I dati sul quadro macroeconomico europeo confermano che la crescita è rallentata allo 0,3% nell'ultimo trimestre del 2021, ma che nel complesso il Pil è tornato al livello pre-pandemia. Il rallentamento della crescita è dovuto principalmente alle misure adottate per contrastare la rapida diffusione della variante Omicron e dovrebbe perdurare nel primo trimestre di quest’anno. Unitamente ad altri due fattori sui quali c’è maggiore incertezza: i) le strozzature nell’approvvigionamento e ii) gli elevati costi dell'energia. Tuttavia, l'impatto economico dell'attuale ondata di pandemia sembra essere meno dannoso per l'attività economica rispetto a quelle precedenti. Inoltre, i ‘colli di bottiglia’ (strozzature dal lato dell’offerta) persisteranno ancora per qualche tempo, ma ci sono segnali che potrebbero iniziare ad attenuarsi. Ciò consentirà all'economia di riprendersi con forza entro la fine dell'anno. L'inflazione è aumentata notevolmente negli ultimi mesi ed ha ulteriormente sorpreso al rialzo a gennaio, con il tasso in aumento al 5,1. Ed è probabile che rimarrà elevata nel breve termine. I prezzi dell'energia continuano ad essere la causa principale di questa fiammata dei prezzi, costituendo oltre la metà dell'aumento complessivo a gennaio. Mentre i costi dell’energia stanno spingendo al rialzo i prezzi in molti settori.

Nel contempo anche i prezzi dei generi alimentari sono in rialzo, a causa di fattori stagionali, e dell’aumento dei costi di trasporto e del prezzo dei fertilizzanti. Gli aumenti dei prezzi, inoltre, sono divenuti più diffusi: con un forte aumento di quelli di un gran numero di beni e servizi. Le condizioni di finanziamento dell'economia, invece, sono rimaste favorevoli. Mentre i tassi di interesse di mercato sui titoli sono aumentati da dicembre, i costi della raccolta bancaria sono rimasti finora contenuti. I tassi sui prestiti bancari alle imprese e alle famiglie, invece, continuano a rimanere su livelli storicamente bassi. Le incertezze legate alla pandemia sulle prospettive economiche sono leggermente diminuite. Nel contempo, le tensioni geopolitiche si sono acuite ed i costi dell'energia in aumento potrebbero esercitare un freno più forte del previsto su consumi e investimenti.  Il ritmo con cui vengono risolte le strozzature dell'offerta costituisce un ulteriore rischio per le prospettive di crescita e inflazione. Rispetto alle aspettative di dicembre, i rischi per le prospettive di inflazione sono orientati nel breve termine al rialzo. C’è il timore che l’inflazione potrebbe rivelarsi più elevata per l’innescarsi della spirale prezzi-salari o per un ritorno più rapido alla piena capacità produttiva delle economie. Tra qualche settimana, le proiezioni degli analisti della BCE di marzo forniranno una valutazione aggiornata, tenendo conto dei dati più recenti, del processo inflazionistico in corso aiutando il Consiglio direttivo della BCE a valutare meglio le sue implicazioni per le prospettive a medio termine. Quello che bisognerà capire è come l'aumento dei prezzi dell'energia si trasmetterà all'economia e come impatterà sulle prospettive economiche generali.

Due sono i canali di influenza. Uno di traino: l'aumento dei costi dell’energia, aumentando quelli di produzione, si scaricherà direttamente sull’aumento dei prezzi e indirettamente, influenzerà l’andamento delle retribuzioni. Uno di freno:  avrà un impatto negativo sui redditi delle famiglie e sui profitti delle imprese, riducendo così l'attività economica e smorzando le prospettive d’inflazione dal lato della domanda. Nell’Eurozona sembra che stia prevalendo quest’ultimo canale. Negli USA, invece, gli stimoli eccessivi stanno alimentando l’inflazione da domanda. L’assenza di quest’ultima nell’Eurozona aumenta la probabilità che le attuali pressioni sui prezzi si attenuino prima di radicarsi, consentendo alla BCE di raggiungere l’obiettivo del 2 per cento di inflazione nel medio termine. Gli indicatori delle aspettative di inflazione a più lungo termine, pur essendo in rialzo negli ultimi mesi, sembrano essere coerenti con questa aspettativa. In sintesi, l'economia dell'Eurozona ha continuato a riprendersi, anche se si prevede che la crescita rimarrà contenuta nel primo trimestre. Pur essendo le prospettive per l'inflazione incerte, è probabile che rimanga elevata più a lungo del previsto, diminuendo nel corso di quest'anno. La BCE continuerà a ridurre gradualmente il ritmo degli acquisti di ‘attività’ nei prossimi trimestri e porrà fine agli acquisti netti nell'ambito del programma di acquisto di emergenza pandemica alla fine di marzo. Vista l'attuale incertezza, è più che mai necessario mantenere flessibilità nella conduzione della politica monetaria. La politica monetaria dipende sempre dai dati e questo è tanto più vero nella situazione attuale. La Lagarde ha sostenuto che il Consiglio presterà molta attenzione ai dati in arrivo e valuterà attentamente le implicazioni per le prospettive di inflazione a medio termine.

Qualsiasi adeguamento della politica monetaria a Francoforte sarà graduale. Nella strategia di politica monetaria basata su ‘annunci credibili’ una buona comunicazione è fondamentale. Ma trasmettere  bene a diversi tipi di pubblico, ha ribadito la Lagarde, è impegnativo. L’obiettivo è quello di garantire che i mercati comprendano al meglio come vengono prese le decisioni, le ragioni alla base di queste scelte e come queste ultime influiscono sulla vita quotidiana delle persone. La BCE però deve essere chiara sugli obiettivi. Il nuovo obiettivo di inflazione simmetrica del 2 p.c. a medio termine va in questa direzione. Lo stesso deve valere riguardo a quali movimenti a breve termine ed a quali fattori vengono considerati rilevanti per l’orizzonte di medio termine. Infine deve essere chiara sull’operato. Il pubblico pertanto dovrebbe essere messo nelle condizioni di capire cosa si sta cercando di ottenere con gli interventi, e in aggiunta perché sono efficaci, efficienti e rimangono tarati all’obiettivo da raggiungere. Chiaramente comunicare ad un pubblico variegato spesso significa essere più semplici e diretti. Ma essere più semplici non significa essere banali. Vuol dire raggiungere più persone. In seguito alla revisione della strategia, a Francoforte stanno utilizzando un linguaggio più chiaro e più narrativo. Infine, in tutta la comunicazione, bisogna essere chiari su ciò che può essere e non può essere fatto dalla Banca Centrale. In proposito, ha affermato la Lagarde, la politica monetaria non può riempire i condotti di gas, cancellare i ritardi accumulati nei porti, attenuare le strozzature dal lato dell’offerta o formare più camionisti. Ad ognuno il proprio compito. 

 

Marco Boleo




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