PRIMO PIANO
01/10/2021
Va premiato il lavoro
Ai giovani e i disoccupati di lunga durata, dovrebbe essere corrisposto un sussidio all’occupazione, tale da rendere il guadagno appetibile per il lavoratore, senza costo per le imprese

L’introduzione del Reddito di Cittadinanza (RdC) lo ripetiamo è stato un buon provvedimento di politica economica e sociale realizzato però nel peggiore dei modi possibili. Le nostre critiche a questo strumento, in un precedente articolo, hanno riguardato l’implementazione all’italiana ma non le sue finalità. Nel frattempo in un articolo pubblicato su ‘La Repubblica’ del 08 settembre scorso, gli economisti Tito Boeri e Roberto Perotti hanno presentato altri ragionamenti. Essi hanno giustamente criticato la teoria del "divano di cittadinanza", secondo la quale i percettori del reddito di cittadinanza sarebbero solo dei furbetti posizionati tutto il giorno sul divano a guardare la Tv stile Andy Capp: il protagonista di una serie di strisce a fumetti creata da Reg Smythe nel 1957. Ho sempre giudicato anch’io fuori luogo e offensive le espressioni come ‘reddito di nullafacenza’ e simili che alcuni politici e commentatori hanno utilizzato per mettere in cattiva luce i percettori. Fermo restando però che il problema degli incentivi alle persone a cercarsi un lavoro bisogna porselo. Boeri e Perotti hanno evidenziato che ‘solo’ un terzo dei percettori del Reddito di Cittadinanza è occupabile nel settore produttivo. Molti percettori di assistenza sociale, infatti, hanno caratteristiche occupazionali e problematiche personali e familiari che rende molto bassa la probabilità di trovare lavoro.  Il che, secondo i nostri, renderebbe irrilevante la circostanza che quasi nessuno dei fruitori trova una occupazione.

Ad ogni modo risulta nel contempo difficile ipotizzare che una soglia garantita di 780 euro non introduca un disincentivo al lavoro per quel terzo di percettori. In proposito pur essendo l'evidenza empirica per il momento scarsa e difficile da mettere insieme, ci sono simulazioni statistiche che confermano l'effetto disincentivo. Quello che andrebbe garantito è  un reddito di base che aiuti le persone sia a vivere che a lavorare. Credendo poco nei ‘doveri’ delle persone non mi aspetto che la gente agisca in base ai doveri. Le persone compiono le loro scelte in base agli incentivi. Nella situazione attuale italiana con una garanzia di 780 euro al mese fornita dal Reddito di Cittadinanza le persone fanno bene a rifiutare un lavoro di 1000 euro al mese. Nel Sud Italia ad esempio il 45 p.c. degli occupati nel settore privato ha un reddito netto da lavoro inferiore all’ammontare del R.d.C. L’errore pertanto è stato del Governo che ha fornito quella garanzia e non dei percettori. Andrebbe fornita una garanzia più bassa in partenza e poi crescente se si trova lavoro, anche per brevi periodi di tempo (la famosa imposta negativa di Milton Friedman).

Bisognerebbe premiare chi entra o rientra nel giro del lavoro. Per il premio Nobel della Columbia University Edmund Phelps si potrebbe andare in questa direzione “premiando il lavoro”. Cosa fare. Visto che per buona parte dei lavoratori il salario calcolato in base alla produttività sociale del lavoro, che ingloba i benefici sociali che scaturirebbero dal passaggio dal non lavoro ad una occupazione regolare, supera e di molto, il salario agganciato alla produttività del settore privato, che è quanto essi potrebbero ottenere secondo le leggi di mercato. Risulta necessario che lo Stato intervenga per colmare questa differenza, finanziando il lavoro, piuttosto che il non lavoro, come tendono a fare i tradizionali schemi di welfare. Nei settori dove la produttività è bassa sarà basso anche il salario offerto. Per premiare il lavoro in misura sufficiente per stimolare sia la domanda che l’offerta di occupazione regolare nelle fasce di lavoratori svantaggiati: i giovani ed i disoccupati di lunga durata, dovrebbe essere corrisposto un sussidio all’occupazione, tale da rendere il guadagno appetibile per il lavoratore, senza costo per le imprese. Una sfida che andrebbe raccolta. 

 

Marco Boleo




Via Luigi Luzzatti 13/a - 00185 ROMA - Tel +39-06-7005110 - Fax +39-06-77260847 - [email protected]
2012 developed by digitalset digitalSet