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23/06/2021
I NEET all’uscita dal tunnel?
Il Recovery Fund può essere un'occasione per invertire il trend e dare un'opportunità a questi ragazzi

Non vanno a scuola, non hanno lavoro, non studiano. Not in education employment or training. Ovvero NEET. Generazione disillusa che il termine inglese fotografa con questo acronimo. Neppure disoccupati, perché non si sono mai affacciati al mercato del lavoro. Il fenomeno NEET è un fantasma che si aggira per l'Europa, ma che colpisce in particolar modo l'Italia e impatta sulla ricchezza del Paese: vale l'1% del Pil. Qualche numero. Nel 2020 erano circa 3 milioni i ragazzi e le ragazze NEET. Nella fascia fra i 15 e i 29 anni il fenomeno incide maggiormente nel Mezzogiorno (32,6%), rispetto al Centro (19,9%) e al Nord (16,8%). Conta anche il titolo di studio: l'incidenza fra coloro che non ne hanno o che si limitano alla licenza di scuola elementare o media è pari al 21,9%, fra coloro che hanno un diploma è del 25,4%, e scende al 20,6% tra i giovani laureati o con un diploma post-laurea.

Che fare? Il Recovery Fund può essere un'occasione per invertire il trend e dare un'opportunità a questi ragazzi. Corsi, formazione, nuove professionalità da afferrare tra digitale e sviluppo sostenibile, che sono i due grandi filoni su cui si svilupperà il PNRR. Che sia un'occasione da non perdere lo dice il direttore generale della Luiss, che da anni si occupa di formazione e orientamento. Dobbiamo invertire il trend che vede l'Italia fanalino di coda in Europa, un campanello d'allarme da non ignorare perché, come scrive il World Economie Forum nel Global Risks Report 2021: "fallire nel garantire a questi giovani un'occupazione significherebbe mettere in pericolo la nostra società e i nostri sistemi economici".

Quindi la direzione intrapresa dal nostro Governo con il PNRR è sicuramente un concreto passo in avanti: l'obiettivo di aumentare il numero di giovani laureati (solo il 28% possiede un titolo terziario contro il 44% dei Paesi Ocse) è supportato da una serie di misure che guardano al lungo termine. Incremento delle borse di studio e degli alloggi universitari, ma anche incentivi alla mobilità studentesca e attività mirate di orientamento nelle scuole superiori. Si apre una nuova stagione, almeno nelle aspettative. Ma certamente occorre uno sforzo anche da parte dei giovani. Essi dovranno rafforzare le proprie competenze uscendo dalla propria comfort zone e sviluppando la consapevolezza che il lavoro che svolgeranno una volta laureati dovrà, forse, essere ancora inventato, o forse lo inventeranno loro stessi.

Le professioni sono in divenire, ma orientarsi e prepararsi a comprendere quali indirizzi seguire è un passaggio fondamentale. Ad esempio, l'ateneo promosso da Confindustria punta su due asset: le nuove figure professionali e le attività di orientamento. La scelta consapevole del Corso di Laurea è fondamentale per non sprecare tempo né risorse, preparando al meglio i giovani all'ingresso nella vita universitaria. Questo è il vero schema se va in aggiunta a nuovi Corsi di Laurea che combinano conoscenze orizzontali e specializzazioni verticali, green e innovazione, intelligenza artificiale ed etica, saperi giuridici e politici, scienze del comportamento e dell'economia, humanities e tecnologia.

A ben guardare, la diffusione in Italia del fenomeno dei NEET è la cartina di tornasole dell'aggravarsi delle diseguaglianze e delle emarginazioni all'interno della società italiana. Incrociando i dati si scopre infatti che la possibilità di diventare NEET aumenta del 40% nei ragazzi che hanno qualche tipo di disabilità, per le giovani donne dopo la gravidanza la probabilità di diventare NEET aumenta del 60%, per i giovani con un basso livello di istruzione la possibilità di diventare NEET è tre volte superiore rispetto a quelli che hanno conseguito una laurea, mentre i giovani con un reddito familiare basso hanno maggiori possibilità di diventare NEET rispetto a quelli con un reddito familiare medio, e i giovani figli di divorziati hanno il 30% di probabilità in più di diventare NEET.

Orientamento e consapevolezza delle nuove professioni è, quindi, un passaggio determinante per trovare lavoro e uscire dall'inattività.

Nel frattempo corre in aiuto dei NEET anche la Fondazione Vodafone che ha varato LV8, un «learning game» che permette attraverso l'esperienza del videogioco di acquisire conoscenze digitali di base e di alcuni applicativi: un’occasione che ovviamente da sola non risolve il problema, ma che è pur sempre un inizio.
Si cambia vita, il momento è arrivato.

Gilberto Minghetti




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