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03/06/2021
Per una ripresa robusta
Ora perĂ² sul fronte dei licenziamenti il tema resta caldo

L’Italia è in ripresa, con una domanda robusta attesa nella seconda metà dell'anno man mano che la pandemia arretra, a differenza di quanto avvenuto nelle due passate recessioni. In questo quadro di uscita da una crisi mondiale che ha richiesto aiuti pubblici per complessivi 16mila miliardi di dollari pari al 15% del Pil mondiale, il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, stima per questo anno una crescita del Pil italiano superiore al 4%, al pari di quello europeo (dopo un -6,6% nel 2020).

Sono cifre che danno già un’idea del rimbalzo che l'Italia si appresta a vivere dopo un anno e mezzo di blocchi. In alcuni Paesi vi sono previsioni di espansione sostenuta dai consumi. In Italia dopo il freno dovuto e misure restrittive dell'attività economica e i timori di contagio, ad attese più prudenti da parte delle famiglie si associano piani di investimento delle imprese in sostanziale recupero. Una ripresa robusta della domanda nella seconda metà di quest'anno è quindi possibile, sottolinea Visco, anche grazie agli aiuti europei del Next Generation EU e all'applicazione puntuale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che può aggiungere un punto percentuale ogni anno sul Pil nei prossimi dieci anni.

Nel frattempo, però, torna in scena il costo della vita. Nel maggio 2021 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha registrato un aureo dell'1,3% su base annua, +1,1% del mese precedente (ai massimi dal novembre 2018). L'accelerazione, secondo le stime preliminari dell'lstat, si deve essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa dal +9,8% di aprile al +13,8%. Un dato, il +1,3% annuale, che al momento non desta preoccupazioni, ma è da diverso tempo che negli Usa si parla di rischio inflattivo e i primi segnali si stanno registrando anche in Europa, soprattutto in relazione alle materie prime e ai semilavorati, i cui rialzi possono colpire duramente un Paese manifatturiero come l'Italia.

In parte i rincari possono dipendere da fattori temporanei, come l'interruzione del passaggio delle navi nel Canale di Suez. Oltre a questo genere di fattori temporanei, c'è una prolungata carenza di chip nel settore dell’auto. Senza dimenticare la forte domanda di materiali come legno e metalli legata all’edilizia che legata ai bonus e all'accelerazione sta vivendo un buon momento, o degli imballaggi, la cui richiesta negli ultimi 18 mesi, contrassegnati da un incremento degli acquisti online, è aumentata del 200-300%.

Ora però - sul fronte dei licenziamenti - il tema resta caldo nella maggioranza, il leader della Lega, in un'intervista ha teso la mano a Enrico Letta, mostrandosi disponibile a cercare una soluzione per il blocco dei licenziamenti, attualmente fissato al 30 giugno (salvo alcune condizioni). Nella convinzione che si possa prorogare, spiega il numero uno del Carroccio, sono emerse alcune perplessità di Letta, che si è dimostrato scettico sull'apertura, anche perché nei giorni scorsi diversi esponenti leghisti si erano detti convinti della necessità dello stop ai divieti. Da Letta, tuttavia, interdetto dai vari cambiamenti ai quali il leader leghista li ha abituati, arriva l’appello alla massima serietà.

La proposta del Ministro Orlando è stata bocciata in Consiglio dei ministri, anche dai leghisti. Da parte loro spiegano che non c'è alcuna contrarietà alla proroga in assoluto, ma ritengono che questa vada accompagnata da misure di sostegno alle imprese come la cassa integrazione Covid.

In tutto questo c'è il ruolo di Confindustria e Salvini incontrerà il numero uno degli industriali proprio per proporre una tregua sui licenziamenti. Ma, al momento, il leader di Viale dell'Astronomia non lascia spazio a ripensamenti, sarebbe una misura che sta adottando solo l'Italia a livello planetario confortata, si auspica, dal fatto che non ci sarà alcuna emorragia di lavoratori. Un tema che non sorprende per un’ipotesi di ripresa.

Infine, per completare il quadro, il rendimento del Btp decennale è tornato sopra l'1% e i rendimenti dei titoli di Stato si stanno scaldando un po' in tutti i Paesi. Mancano pochi giorni alla riunione del board della Bce e c'è chi teme che possano arrivare indicazioni sulla fine degli acquisti di titoli di Stato da parte dell'Eurotower o addirittura un accenno all'aumento dei tassi. D'altra parte, lo stesso Visco ha sottolineato che bisogna «chiarire la definizione dell'obiettivo della stabilità dei prezzi della Bce» (la soglia del 2% d'inflazione). Viste anche le previsioni economiche della Commissione europea, che stima un salto del 4,3% per quest'anno e del 4,4% nel 2022 (dopo il tonfo del -6,6% l'anno scorso), c'è chi comincia a paventare la fine o la riduzione delle politiche espansive. Christine Lagarde, nel frattempo, potrebbe cominciare a far capire agli operatori economici, per la prima volta dopo anni di espansione, che se l'economia continuerà ad andare bene si procederà a un graduale rialzo dei tassi. Del resto, le scorse settimane Janet Yellen, a capo del Tesoro Usa, ha fatto proprio questo, ha inviato un primo segnale relativo ai futuri rialzi dei tassi. E non è affatto escluso che Francoforte faccia lo stesso.

Le aziende allora non perdano il treno per non rimanere inevitabilmente indietro. Al contrario, quelle che saranno in grado di trovare soluzioni tempestive e innovative a queste sfide otterranno, a lungo termine, validi risultati in termini di performance. La sostenibilità è la chiave di volta che permette a qualsiasi azienda che opera nella catena del valore agroalimentare di differenziarsi. Nell’ultimo decennio è infatti diventato assolutamente chiaro che la lotta al cambiamento climatico e la sostenibilità sono una tendenza strutturale permanente.

Gilberto Minghetti
 




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