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26/05/2021
Global Health Summit: il vertice mondiale sulla salute
Al di là di qualche scontata e prevista dichiarazione di circostanza non si è concretizzato niente di rilievo

Il Global Health Summit che si è tenuto a Roma, nei giorni scorsi, non ha avuto il risalto mediatico che ci saremmo aspettati: in tempo di pandemia un vertice dei primi venti Paesi del mondo poteva essere l’occasione per fare un concreto passo in avanti e decidere azioni veramente degne del concetto solidale che anima le parole ma non i gesti.

Al di là di qualche scontata e prevista dichiarazione di circostanza, sospendere i brevetti ed aiutare i Paesi più poveri, non si è concretizzato niente di rilievo.

La presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen era presente a Roma, ma la modalità virtuale non ha permesso quei reali contatti che un tale vertice poteva favorire.

Molti interessi miliardari coinvolgono le politiche mondiali sulla sanità e troppe banche di affari internazionali sono cointeressate nella scelta di politiche, o meglio nell’indirizzare le politiche mondiali. Mario Monti e Bill Gates rappresentano sullo scenario interessi delle organizzazioni del cartello farmaceutico.

Il ruolo dell’OMS, che vede il suo Presidente Tedros Adhanom impossibilitato di fronte ai più forti finanziatori, finisce con l’essere condizionato da conflitti di interesse più o meno palesi, conflitti di cui mai si sente parlare, neppure dai partiti di sinistra.

Così è facile diramare notizie sulla necessità, benedetta anche da Papa Francesco, di sospendere i brevetti delle case farmaceutiche, case che poi nella maggior parte dei casi hanno anche ottenuto finanziamenti dagli Stati per accelerare la ricerca vaccinale.

Poi si passa ai Paesi poveri che, nel migliore dei casi, sono stati vaccinati col prodotto cinese che si è constatato essere inutile ed inefficace. Mentre continua la guerra commerciale tra le case più note di produttori di vaccino, e a poco sono servite le belle parole intercorse tra il Pontefice e la Presidente della Commissione Europea.

“Passata la festa, gabbato lo santo” si suole dire nel nostro Paese e, nella sostanza, questo è accaduto al vertice romano: molti Paesi poveri, o super controllati da potenze multinazionali, continuano ad aver somministrato zero vaccini e questo, da un lato, richiama le coscienze verso gesti di solidarietà ma, allo stesso tempo, permette alla pandemia di continuare a trovare terreno fertile per attecchire e per riprodursi.

Malgrado tutte le buone intenzioni, io non riesco a capire come l’attivismo di Bill Gates su questa ribalta possa essere ancora considerato filantropia.

Mentre molti non riescono a superare questa tragedia, altri si arricchiscono, e tra questi le case farmaceutiche trionfano anche grazie all’inchino riverente della politica mondiale.

Piergiorgio Sciacqua

 




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