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08/05/2021
Festa dell'Europa: si celebra la pace e l'unità
Il 9 maggio è l'anniversario della storica dichiarazione di Schuman

In occasione di un discorso a Parigi, nel 1950, l'allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman ha esposto la sua idea di una nuova forma di cooperazione politica per l'Europa, che avrebbe reso impensabile una guerra tra le nazioni europee.

La sua ambizione era creare un'istituzione europea che avrebbe messo in comune e gestito la produzione del carbone e dell'acciaio. Un trattato che dava vita ad una simile istituzione è stato firmato appena un anno dopo. La proposta di Schuman è considerata l'atto di nascita dell'Unione europea. Con lui gli attori furono Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer.

Oggi l'Europa ha bisogno di una forte politica di coesione e del coinvolgimento degli attori locali in ogni piano di ripresa. Ecco perché con i partner dell'Alleanza europea per la coesione - durante l'evento online organizzato dal Comitato europeo delle Regioni in occasione della giornata della Festa dell'Europa - si è deciso di rinnovare i nostri impegni e cominciare a lavorare a una nuova dichiarazione che riaffermi il valore della coesione nello scenario post pandemico.

L'Alleanza, nata nel 2017 per combattere possibili tagli alla politica di coesione dopo il 2020 raccogliendo decine di migliaia di adesioni, sostiene che debbano essere approvati "un bilancio Ue eccezionale e un Piano per la ripresa", riaffermando la necessità di creare un Meccanismo dell'UE per le emergenze sanitarie e chiedendo che vengano date sovvenzioni e prestiti "direttamente alle comunità locali e regionali per rilanciare l'economia e fornire servizi pubblici".

Non ci sarà nessuna ripresa efficace senza la politica di coesione, e quest'ultima non sarà efficace "senza le regioni e le città europee": è il messaggio principale portato dalla commissaria UE alla Coesione, la cui politica è in prima linea nella risposta europea alla crisi provocata dalla pandemia di Covid-19, attraverso la piena flessibilità concessa nell'uso dei fondi strutturali.

L’obiettivo è salvare vite e proteggere l'economia ed esprime l’apprezzamento per la piattaforma di scambio sul Covid-19 realizzata dal CdR. Ed è proprio tramite tale strumento online che i leader territoriali possono scambiare buone pratiche, consigli ed esigenze sulla lotta alla pandemia. Tuttavia, questo non è abbastanza, serve "un rapido accordo" sul bilancio Ue 2021-27, con "una politica di coesione forte" e "uno strumento per la ripresa che abbia una dimensione compatibile con le sfide che hanno al centro la convergenza" fra i territori.

Le proposte sul bilancio UE 2021-27 da 1.100 miliardi e il piano per la ripresa 'Next generation Eu' da 750 miliardi presentati dalla Commissione europea danno una chiara risposta a populisti ed euroscettici, provando il valore aggiunto dell'Ue in questi tempi difficili.

Va sottolineato come il piano messo sul tavolo da Ursula von der Leyen includa elementi fondamentali richiesti dal CdR, come un nuovo programma europeo per la salute, un aumento delle risorse per la politica di coesione, il rafforzamento dello sviluppo rurale e un aumento delle risorse per il Fondo per la transizione giusta, da 7,5 a 40 miliardi di euro. In linea con le richieste, il piano della Commissione fornisce anche risposte importanti per settori vitali come il turismo, la cultura e le Pmi.

Molte regioni sono state colpite dalla pandemia del Covid-19, sia in termini di vite umane che di economia. La maggior parte delle attività economiche sono state chiuse a causa delle misure di restrizione e la regione potrebbe ora affrontare una perdita del Pil tra le più alte d'Europa. Per questi motivi, il piano di ripresa presentato dalla Commissione europea rappresenta una speranza per i nostri lavoratori e i nostri cittadini.

È particolarmente importante che il piano della Commissione si concentri sulla prossima generazione, costruendo un futuro basato sul Green deal europeo e un'Europa sociale più forte perché le nostre regioni hanno bisogno di investimenti europei per ripartire. L'unico modo per andare avanti è insieme e i governi nazionali non possono sprecare un minuto per trovare una soluzione comune europea.

Purtroppo l'Europa ha mancato un appuntamento con la storia. Nel momento del bisogno l'assenza dell'Europa agli occhi dei nostri cittadini è stata palese. La risposta europea non solo è stata tardiva ma è stato evidente l'iniziale sottovalutazione nel comprendere che si trattasse di uno shock esogeno e simmetrico. La crisi del Covid-19 ha dimostrato che c'è ancora molta strada da fare nel processo di integrazione europea. Un esempio: anziché impegnarci a livello europeo per coordinare l'acquisto di attrezzature mediche sui mercati mondiali abbiamo assistito ad una guerra commerciale tra Paesi membri dell'Unione. La pandemia ha mostrato in modo inequivocabile la rilevanza dei territori e delle regioni in tutti i Paesi dell'Unione Europea.

Dobbiamo infine permettere alle Regioni più colpite dal cambiamento demografico di mantenere e migliorare la qualità della vita e dotarle degli strumenti necessari per trovare soluzioni innovative. Così sarà possibile un valido impegno a sostenere e accompagnare le persone nel cambiamento, fornendo opportunità concrete e garantendo che nessuno sia lasciato indietro.

«Dopo la Seconda guerra mondiale, l’Europa è potuta risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà che gli ha permesso di superare le rivalità del passato. È quanto mai urgente, soprattutto nelle circostanze odierne, che tali rivalità non riprendano vigore, ma che tutti si riconoscano parte di un’intera famiglia e si sostengano a vicenda. Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni». (Papa Francesco, Pasqua 2020).

La dichiarazione di Robert Schuman, dopo oltre settant’anni, è ancora attuale e sembra precedere il desiderio espresso da Papa Francesco. Schuman non ha previsto l’avvenire dell’Europa, ma l’ha preparato. Spetta ora ai cristiani e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà il compito di donare alle giovani generazioni ragioni per vivere e per sperare.

L’Europa è stata una grande occasione per noi e soprattutto per le giovani generazioni, ma è anche un severo termine di confronto che deve stimolare la nostra volontà di guadagnare terreno e recuperare quello che, purtroppo, si è allentato da quell’impegno di solidarietà, da una dimensione interna della società nazionale a quella più ampia di una cooperazione internazionale che trova i suoi spazi naturali nella solidarietà occidentale, nell'alleanza atlantica come essenziale strumento di sicurezza, di distensione e di pace.

Una «coscienza dell’Europa» è sempre stata al centro del pensiero e dell'azione politica dei padri costituenti e di quanti seppero, sul piano internazionale, rispondere in ogni aspetto a una rigorosa costruzione, allo scrupolo di una intransigente coerenza e, al tempo stesso, a una grande apertura intellettuale nel costante rispetto per le posizioni e convinzioni altrui, ai modelli di libertà.

Gilberto Minghetti




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