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27/03/2023
'Scelte coraggiose e non opportunismi'
Si va affermando la consapevolezza che occorre affrontare la questione della difesa e della riaffermazione della democrazia nei suoi presupposti e nella ricostruzione di una fiducia che sembra venuta meno negli anni.

Nel cammino sinodale della Chiesa italiana che a settembre aveva visto a Matera, alla presenza di Francesco, iniziare il secondo anno passando “dalla fase dell’ascolto a quella del discernimento”, la sessione primaverile del Consiglio episcopale permanente della Cei, svoltasi dal 20 al 22 marzo, ha inteso esprimere una ulteriore sollecitazione alla politica. Ed è risuonato con chiarezza l’invito del Presidente della Cei a considerare i temi urgenti sui quali “tutti” sono chiamati ad operare. Il Cardinale Zuppi ha richiamato l’agenda che era stata dettata allora: “La povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, i migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale”. Sono gli argomenti del malessere italiano, spesso prodotto dalle nuove sfide e dal cambiamento dei paradigmi che avevano regolato la condizione interna e internazionale dei popoli. E non a caso anche il tema della pace è stato al centro dei lavori. Si tratta di criticità che vanno ad incidere non solo nella condizione sociale del Paese, cioè nella vita di ogni persona, ma anche nella funzionalità delle istituzioni rappresentative che rischiano di essere lontane dalle aspettative della gente. Non a caso, proprio sotto questo aspetto, il comunicato finale del Consiglio episcopale ha denunciato, a proposito del più generale tema dell’”indifferenza”: “la crescente disaffezione alla ‘cosa pubblica’ manifestatasi in modo considerevole durante l’ultima tornata elettorale”. Aggiungendo che “la scarsa partecipazione alla vita democratica del Paese è sintomo di un malessere che deve essere affrontato in modo organico, ripensando una formazione politica che aiuti a tessere le fila del pensiero culturale e favorevole a un dialogo con la gente e le istituzioni”.

La sollecitazione del Cardinale per affrontare il disagio complessivo del Paese è stata forte: ”E’ davvero per tutti tempo di scelte coraggiose e non di opportunismi”. Una sollecitazione consapevole non solo di dover esortare “la politica”, cioè le forze politiche, le istituzioni parlamentari e lo stesso governo, ma gli stessi “cattolici” in quanto tali. Non a caso durante i lavori del Consiglio è stato presentato l’Istrumentum laboris, cioè il documento che accompagnerà la preparazione della prossima settimana sociale dei cattolici che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio del prossimo anno. Il tema dell’evento, “Al cuore della democrazia”, dimostra che si va affermando la consapevolezza che oltre alle proposte per arginare la crisi sociale, le nuove povertà economiche ed educative, le dinamiche demografiche e le derive di carattere relativista che minano la famiglia e la genitorialità, occorre affrontare la questione della difesa e della riaffermazione della democrazia nei suoi presupposti e nella ricostruzione di una fiducia che sembra venuta meno negli anni. Importante a questo proposito sarà il lavoro preparatorio e la partecipazione alla Settimana sociale del 2024 delle istituzioni civili, del volontariato e del Terzo settore che il Consiglio permanente ha esplicitamente richiesto. Si confermano quindi l’attenzione e la considerazione con le quali le istituzioni ecclesiali guardano all’associazionismo cattolico sociale. Un monito ed una opportunità.

Pietro Giubilo




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