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24/07/2014
“L’Europa che ci piace: valori, partecipazione e lavoro. Verso l’Europa 2020”
approfondimento dei giovani MCL a Senigallia

Il 12 e il 13 settembre si svolgerà a Senigallia il Seminario di Studi del Movimento Cristiano Lavoratori, che si concentrerà sul tema “Per uno sviluppo fondato sul lavoro”. Come ormai da tradizione i lavori del Seminario di Studi saranno anticipati da una giornata dedicata ai giovani che l’11 settembre si daranno appuntamento nella città marchigiana per un approfondimento su “L’Europa che ci piace: valori, partecipazione e lavoro. Verso l’Europa 2020”. Le recenti elezioni del parlamento europeo con la “vittoria” delle componenti che si rifanno alla comune radice del popolarismo europeo ed allo stesso tempo con l’importante affermazione delle componenti antieuropeiste, offrono l’occasione per una riflessione sull’Europa, un tema che è alla base dell’impegno e della presenza del MCL. Per far chiarezza in mezzo a tanto clamore sollevato nei mesi scorsi, il dibattito si focalizzerà sulle radici cristiane dell’Europa, sul popolarismo europeo e sulla politica sociale europea.

Il mancato riconoscimento delle radici cristiane dell’Europa ha prodotto una grave frattura, oggi a tutti evidente, tra il comune sentire dei popoli europei e una burocrazia sempre più isolata che governa i processi dell’Unione Europea. Il riconoscimento della comune matrice giudaico-cristiana non è una questione per i teologi, i filosofi e neppure per gli storici, non è una questione astratta, ma attiene alla definizione del proprio io, alla risposta al “chi siamo” che orienta le scelte e le decisioni quotidiane. È nella memoria di tutti la grandiosa battaglia di San Giovanni Paolo II per far sì che l’Europa non smarrisse se stessa e che, anzi, ritrovasse la capacità di respirare con entrambi i suoi polmoni: l’Ovest e l’Est. Un profetico messaggio di pace che oggi possiamo cogliere in tutta la sua drammaticità. Allo stesso tempo questa riflessione coinvolge le istituzioni europee che non sono nate da un cinico calcolo politico, ma dallo slancio pieno di speranza di tre statisti che avevano in comune la medesima radice popolare.

Di fronte alle tante crisi che l’Unione Europea e gli Stati che la compongono stanno attraversando, di fronte al rischio di una involuzione tecnocratica e xenofoba (due facce della stessa medaglia), occorre riscoprire il coraggio di chi ha voluto gettare le basi di un futuro comune scommettendo sul desiderio di pace e di riscatto dei popoli lacerati dalla guerra. La visione di una politica radicata nella vita reale delle persone e delle comunità è la sola che può rispondere alle importanti sfide del futuro, quali l’integrazione politica, la governance economica, la capacità dell’Unione Europea di essere un attore nella scena internazionale (a partire dal bacino del Mediterraneo) e, soprattutto, a riprendere la grade sfida del processo di allargamento verso i Balcani. Una particolare sfida che in questo lungo periodo di crisi economica l’Ue deve raccogliere e affrontare riguarda la politica sociale europea. La visione della politica sociale in Europa (almeno quella continentale) è un unicum in tutto il mondo, poiché è ispirata, pur attraverso differenti attuazioni, da una visione di bene comune capace di mettere al centro la persona e le comunità. Il perdurare della crisi rischia di far vacillare questa visione (della quale si mettono in luce i costi, ma quasi mai i benefici) a favore di una visione che mette al centro il profitto e che è all’origine della crisi stessa. Invece proprio partendo dal mondo del lavoro, da un lavoro fatto per la persona è possibile uscire dalla palude che sembra risucchiare ogni nostro sforzo. In questo tentativo può essere utile ricordare l’opera di Solidarność che, affermando la verità sull’uomo e sull’uomo nel lavoro, ha contribuito in modo decisivo alla caduta di un muro eretto a protezione di un radioso futuro basato sulla menzogna proprio sull’uomo e sull’uomo nel lavoro. Allo stesso tempo occorre guardare ai progetti europei che l’UE ha messo in campo per contrastare il sempre più drammatico problema della disoccupazione giovanile e dei giovani NEET, progetti come la “Garanzia giovani” in cui vi sono importanti spazi per l’associazionismo.

Sono questi alcuni degli spunti per l’incontro dei giovani MCL che avranno la possibilità di conoscere e di vedere come questi temi siano ben radicati nel MCL, la cui storia è indissolubilmente legata a Papa San Giovanni Paolo II, al popolarismo europeo e allo stesso movimento di Solidarność. Non si tratta di una riflessione intellettuale o di celebrare il passato, ma di riscoprire le radici di un impegno e il legame con una storia, per poter essere protagonisti nell’Europa che vive il presente e guarda il futuro.

Giovanni GUT




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