Giovanni Bersani è stata una delle più prestigiose figure del mondo del lavoro, della cooperazione internazionale, della politica al servizio dei cittadini. Il suo impegno coerente al servizio del mondo del lavoro, in particolare in ambito cattolico, lo ha condotto, nel 1972, ad essere protagonista della costituzione del Movimento Cristiano Lavoratori, di cui è stato il fondatore, il primo presidente e fino ai suoi ultimi giorni parte integrante.
Un uomo che ha dedicato la sua vita fino all’ultimo istante, con raro altruismo, all’impegno sociale. Un cristiano esemplare che si è reso testimonianza vivente del pensiero sociale della Chiesa. I valori cardine della sua opera nel sociale e in politica sono stati proprio i principi della Dottrina sociale della Chiesa: il primato della persona, il bene comune, la solidarietà e la sussidiarietà. In lui questi non furono mai valori astratti ma un faro guida per arrivare alla realtà concreta delle persone, soprattutto dei più deboli. Con il suo alto esempio ha insegnato a tutti che la politica, vissuta con coerenza cristiana, può essere una forma esigente di esercizio della carità e che un cattolico non può prescindere dall’impegno anche in politica: una politica intesa come vocazione e missione. Ma Giovanni Bersani ha trasmesso a tutti anche la grande passione per l’Europa e per i suoi valori, ancora oggi nel DNA del MCL, nonché per la cooperazione internazionale. I frutti del suo lavoro e del suo impegno sono tuttora evidenti: dalla nascita della cooperazione bianca alla Convenzione di Lomé, all’instancabile impegno per lo sviluppo della cooperazione internazionale, anche attraverso la creazione del Cefa.
In occasione del 40° anniversario del MCL Giovanni Bersani concesse una lunga intervista per il volume sul Movimento, pubblicato da Vita e Pensiero, la casa editrice dell’Università Cattolica di Milano. Ne vogliamo ricordare qui un passaggio: “Un movimento cattolico nobilita il lavoro, e quindi i lavoratori e le loro famiglie, le loro comunità. Le difficoltà sono tante, ma noi dobbiamo portare le nostre risorse, lo specifico del nostro ideale. E’ una testimonianza che si rinnova. E’ questo l’aspetto attraente, questa presenza fresca che cambia le persone e i soggetti. Il mandato che abbiamo davanti è tenere viva la presenza del pensiero, della testimonianza cristiana nella società di oggi pur in mezzo a tante difficoltà, con tutte le nostre debolezze umane e inadeguatezze.”
E’ stato un uomo che, anche negli ultimi anni, sorprendeva per la sua modernità di pensiero. Era convinto che fosse “l’ora di ‘strutturare’ la speranza per trasmetterla ai nostri giovani”: questo è un altro degli insegnamenti che emerge con chiarezza dalla sua vita. Una vita messa al servizio del bene comune costellata di esempi, di iniziative, di opere. Un uomo che ha saputo coniugare il suo profondo essere cristiano nella vita privata e in quella pubblica con profonda coerenza e impegno instancabile. Una testimonianza di vita che interpella con forza la coscienza e la responsabilità di quanti hanno a cuore un mondo più umano, più giusto e più solidale.
Domani, a sei anni dalla sua scomparsa avvenuta proprio il 24 dicembre, ospiteremo un suo contributo tratto dall’intervento ad un corso di formazione sulla Dottrina Sociale, tenuto nel Circolo MCL di Bologna Padre Quinti.